Question Time, chiarimenti sulle dichiarazioni dell'Arcivescovo Zuppi sull'accoglienza dei migranti in regione
L'assessore al Welfare, Luca Rizzo Nervo, ha risposto alla domanda del consigliere Umberto Bosco (Leg anord) sull'accoglienza dei migranti in regione.Domanda d'attualità del consigliere Bosco"Alla luce degli articoli di stampa in allegato, rel...
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L'assessore al Welfare, Luca Rizzo Nervo, ha risposto alla domanda del consigliere Umberto Bosco (Leg anord) sull'accoglienza dei migranti in regione.
Domanda d'attualità del consigliere Bosco
"Alla luce degli articoli di stampa in allegato, relativi alle dichiarazioni dell'Arcivescovo Zuppi e del direttore della fondazione Migrantes che dipingerebbero l'Emilia-Romagna come poco accogliente si chiede il parere del Sindaco.
Si chiede inoltre se la Giunta ritenga inopportune e censurabili dette ingerenze politiche da parte di rappresentanti di organizzazioni religiose".
Risposta dell'assessore Rizzo Nervo
“Gentile Consigliere, non si è trattata di ingerenza da parte delle rappresentate organizzazioni religiose, credo invece che il dibattito pubblico di una città come Bologna offra spesso, e penso sia un fatto di ricchezza e non di ingerenza, la possibilità di un confronto franco, chiaro nei suoi presupposti e nelle sue parole sulle dinamiche sociali e sulle principali cose che avvengano in città. Un dibattito che da sempre caratterizza questa città, che vede certamente in quest'Aula il luogo di rappresentanza dei cittadini, come è naturale e giusto che sia, e quindi un luogo specifico precipuo della politica ma che vede tanti altri soggetti intervenire, esprimere un loro punto di vista in una dinamica che non lascia le istituzioni sole, nell'affrontare, anche nel discutere i grandi problemi che vive questa città e le opportunità, nondimeno ma che appunta porta a vari punti di vista e di dialogo. Queste dinamiche di dialogo, confronto, di rappresentazione di punti di vista differenti spesso e volentieri nella storia di questa città si sono poi tradotti in progetti che hanno visto ognuno, dentro le proprie specifiche differenti responsabilità, per seguire degli obiettivi comuni, costruire progetti – quindi non solo parole – che hanno saputo dare oltre quello che è la risposta che ogni istituzione è chiamata a dare nel proprio specifico delle risposte alla comunità bolognese e quindi, sinceramente, non vivo le parole del vescovo come un'ingerenza. Le vivo come uno stimolo, un contribuito a fare tutti di più su ambiti di assoluta complessità e di assoluta emergenza come quella dei migranti.
Mi chiede anche cosa pensiamo delle critiche che la Fondazione migrantes ha in qualche modo rivolto alla nostra regione, alla nostra città, circa la poca capacità di accoglienza. Come avrà visto proprio per non alimentare una dialettica col direttore della Fondazione migrantes, non abbiamo avuto modo di rispondere sui giornali; certamente anch'io posso dire che, nell'Aula del Consiglio, trovo difficile ricondurre i numeri che sono riportati e ancor più le dichiarazioni che sono state poste a commento di quei numeri alla lettura di una realtà, per come la conosco e per come è in questa città, rispetto all'accoglienza dei migranti. Si è parlato di un'accoglienza che si ferma a 1.000 migranti... attraverso una scelta che abbiamo fatto che è stata quella, insieme alla Prefettura, di chiudere il CIE e fare un HUB regionale di accoglienza che potesse garantire una primissima accoglienza e potesse garantire anche una serie di procedure non solo di identificazione, come vengono fatte, ma anche di screening sanitario e prima risposta alle necessità di persone che hanno attraversato il mare e quell'HUB nei due anni - è stato aperto nel luglio del 2014 - ha accolto oltre 20.000 persone (più verso le 21.000 persone) in questa città, garantendo un sistema che poi ovviamente nel riparto e nella collaborazione con le altre province, gli altri territori dell'Emilia-Romagna ha garantito a questa città e a questa regione un sistema organizzato, che non vuole dire esente da complessità, difficoltà, momenti di intensità che hanno messo a dura prova anche un sistema organizzato, ma di riuscire a gestire numeri e complessità di questo genere.
A Bologna città fra l'HUB di via Mattei, gli oltre 400 posti dei centri di accoglienza straordinaria (CAS), con i quasi 300 posti SPRAR, con un HUB minori che ospita 50 ragazzi, i numeri di Bologna sono importanti. Bologna ancor più dei numeri ha una caratteristica abbastanza unica nel quadro anche nazionale, giusti di ieri una lettera del Prefetto Mario Morcone che dirige il Dipartimenti libertà civile e immigrazione del ministero dell'Interno, quindi ha a mano il sistema di accoglienza italiana, in cui si riconosce come l'Emilia-Romagna, soprattutto attraverso Bologna , attraverso l'HUB che a Bologna è stato realizzato, ha messo in campo tutta la strumentazione che tutto questo sistema nazionale si è dato: HUB adulti, due HUB rivolti all'accoglienza dei minori, un sistema di CAS diffuso e un sistema di SPRAR, sistema più strutturato che coinvolge direttamente i Comuni e quindi consente un protagonismo dei Comuni di programmare le accoglienze, così diffuso fra adulti e minori.
Quindi i numeri dimostrano un impegno importante, faticoso, complesso, assolutamente in linea con regioni similari per dimensioni nella percentuale di riparto dei migranti: l'Emilia-Romagna ha circa l'8% del reparto nazionale, così come Toscana, Piemonte, Campania, Lazio e in maniera superiore a Puglia, Calabria, Friuli, Marche, Liguria, Sardegna, Trentino, Umbria, Molise.
In realtà abbiamo dati significativi. Inoltre proprio a Bologna è nato il progetto Vesta che ha già garantito a 11 famiglie di aprire un'accoglienza SPRAR e ci sono altre 60 famiglie che si sono aperte a questa possibilità. Credo dunque che i numeri segnalino un imopegno importante, non di meno la necessità che questo sforzo continui, sappia cogliere tutte gli strumenti, anche nuovi, che anche recenti direttive nazionali ci consentono di avere per strutturare sempre di più il sistema di accoglienza adeguato a un bisogno, come è stato detto epocale, come quello delle migrazioni”.
Domanda d'attualità del consigliere Bosco
"Alla luce degli articoli di stampa in allegato, relativi alle dichiarazioni dell'Arcivescovo Zuppi e del direttore della fondazione Migrantes che dipingerebbero l'Emilia-Romagna come poco accogliente si chiede il parere del Sindaco.
Si chiede inoltre se la Giunta ritenga inopportune e censurabili dette ingerenze politiche da parte di rappresentanti di organizzazioni religiose".
Risposta dell'assessore Rizzo Nervo
“Gentile Consigliere, non si è trattata di ingerenza da parte delle rappresentate organizzazioni religiose, credo invece che il dibattito pubblico di una città come Bologna offra spesso, e penso sia un fatto di ricchezza e non di ingerenza, la possibilità di un confronto franco, chiaro nei suoi presupposti e nelle sue parole sulle dinamiche sociali e sulle principali cose che avvengano in città. Un dibattito che da sempre caratterizza questa città, che vede certamente in quest'Aula il luogo di rappresentanza dei cittadini, come è naturale e giusto che sia, e quindi un luogo specifico precipuo della politica ma che vede tanti altri soggetti intervenire, esprimere un loro punto di vista in una dinamica che non lascia le istituzioni sole, nell'affrontare, anche nel discutere i grandi problemi che vive questa città e le opportunità, nondimeno ma che appunta porta a vari punti di vista e di dialogo. Queste dinamiche di dialogo, confronto, di rappresentazione di punti di vista differenti spesso e volentieri nella storia di questa città si sono poi tradotti in progetti che hanno visto ognuno, dentro le proprie specifiche differenti responsabilità, per seguire degli obiettivi comuni, costruire progetti – quindi non solo parole – che hanno saputo dare oltre quello che è la risposta che ogni istituzione è chiamata a dare nel proprio specifico delle risposte alla comunità bolognese e quindi, sinceramente, non vivo le parole del vescovo come un'ingerenza. Le vivo come uno stimolo, un contribuito a fare tutti di più su ambiti di assoluta complessità e di assoluta emergenza come quella dei migranti.
Mi chiede anche cosa pensiamo delle critiche che la Fondazione migrantes ha in qualche modo rivolto alla nostra regione, alla nostra città, circa la poca capacità di accoglienza. Come avrà visto proprio per non alimentare una dialettica col direttore della Fondazione migrantes, non abbiamo avuto modo di rispondere sui giornali; certamente anch'io posso dire che, nell'Aula del Consiglio, trovo difficile ricondurre i numeri che sono riportati e ancor più le dichiarazioni che sono state poste a commento di quei numeri alla lettura di una realtà, per come la conosco e per come è in questa città, rispetto all'accoglienza dei migranti. Si è parlato di un'accoglienza che si ferma a 1.000 migranti... attraverso una scelta che abbiamo fatto che è stata quella, insieme alla Prefettura, di chiudere il CIE e fare un HUB regionale di accoglienza che potesse garantire una primissima accoglienza e potesse garantire anche una serie di procedure non solo di identificazione, come vengono fatte, ma anche di screening sanitario e prima risposta alle necessità di persone che hanno attraversato il mare e quell'HUB nei due anni - è stato aperto nel luglio del 2014 - ha accolto oltre 20.000 persone (più verso le 21.000 persone) in questa città, garantendo un sistema che poi ovviamente nel riparto e nella collaborazione con le altre province, gli altri territori dell'Emilia-Romagna ha garantito a questa città e a questa regione un sistema organizzato, che non vuole dire esente da complessità, difficoltà, momenti di intensità che hanno messo a dura prova anche un sistema organizzato, ma di riuscire a gestire numeri e complessità di questo genere.
A Bologna città fra l'HUB di via Mattei, gli oltre 400 posti dei centri di accoglienza straordinaria (CAS), con i quasi 300 posti SPRAR, con un HUB minori che ospita 50 ragazzi, i numeri di Bologna sono importanti. Bologna ancor più dei numeri ha una caratteristica abbastanza unica nel quadro anche nazionale, giusti di ieri una lettera del Prefetto Mario Morcone che dirige il Dipartimenti libertà civile e immigrazione del ministero dell'Interno, quindi ha a mano il sistema di accoglienza italiana, in cui si riconosce come l'Emilia-Romagna, soprattutto attraverso Bologna , attraverso l'HUB che a Bologna è stato realizzato, ha messo in campo tutta la strumentazione che tutto questo sistema nazionale si è dato: HUB adulti, due HUB rivolti all'accoglienza dei minori, un sistema di CAS diffuso e un sistema di SPRAR, sistema più strutturato che coinvolge direttamente i Comuni e quindi consente un protagonismo dei Comuni di programmare le accoglienze, così diffuso fra adulti e minori.
Quindi i numeri dimostrano un impegno importante, faticoso, complesso, assolutamente in linea con regioni similari per dimensioni nella percentuale di riparto dei migranti: l'Emilia-Romagna ha circa l'8% del reparto nazionale, così come Toscana, Piemonte, Campania, Lazio e in maniera superiore a Puglia, Calabria, Friuli, Marche, Liguria, Sardegna, Trentino, Umbria, Molise.
In realtà abbiamo dati significativi. Inoltre proprio a Bologna è nato il progetto Vesta che ha già garantito a 11 famiglie di aprire un'accoglienza SPRAR e ci sono altre 60 famiglie che si sono aperte a questa possibilità. Credo dunque che i numeri segnalino un imopegno importante, non di meno la necessità che questo sforzo continui, sappia cogliere tutte gli strumenti, anche nuovi, che anche recenti direttive nazionali ci consentono di avere per strutturare sempre di più il sistema di accoglienza adeguato a un bisogno, come è stato detto epocale, come quello delle migrazioni”.