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Question Time, chiarimenti sulla sospensione di alcuni medici del servizio di emergenza

L'assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo ha risposto oggi in aula alla domanda d'attualità del consigliere Corrado Melega (Pd) sulla sospensione di alcuni medici del servizio di emergenza.

La domanda del consigliere Melega:"A seguito...

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L'assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo ha risposto oggi in aula alla domanda d'attualità del consigliere Corrado Melega (Pd) sulla sospensione di alcuni medici del servizio di emergenza.

La domanda del consigliere Melega:
"A seguito degli articoli apparsi negli ultimi giorni sulla stampa locale e nazionale che riportavano la Decisione dell'Ordine dei Medici di Bologna di sospendere alcuni professionisti del Servizio di emergenza, sostenendo che questi ultimi avessero violato il codice deontologico, permettendo agli infermieri l'utilizzo di terapie salvavita;
ritenuta inoltre grave e non motivata l'affermazione del Presidente, riportata dai giornali, di pensare alla salute dei cittadini, tralasciando il fatto che si tratta di una prassi consolidata in molte regioni italiane oltre che in molti paesi europei ed extraeuropei
chiedo di conoscere
pur a fronte della solidarietà espressa dall'Assessore alla Sanità, quale sia l'opinione dell'Amministrazione in merito;
se questo attacco potrà portare una modifica della procedura, ed in caso contrario come si è già espressa la Regione, come si possa comporre un conflitto che sicuramente allarmerà i cittadini vista l'asprezza del confronto e la radicalizzazione della posizione dell'ordine
quale potrà essere il ruolo della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria di Bologna ".

La risposta dell'assessore Rizzo Nervo:

"Ringrazio il consigliere Melega di questa domanda che mi consente di esprimere ulteriormente, non solo una generica per quanto fortemente sentita, solidarietà ai medici coinvolti in questa procedura e in questa eventualità di sanzione da parte dell'Ordine dei medici,ma di esprimere un forte dispiacere e anche un certo disagio per la questione che è stata posta con tale forza d'urto dall'Ordine dei medici di Bologna, e che, a mio avviso, non aiuta a costruire condizioni di serenità nel rapporto straordinariamente importante per la salute dei cittadini fra i diversi professionisti sanitari, ognuno all'interno delle proprie competenze, dei propri ruoli, ma sempre di più in un lavoro che è congiunto, integrato, d'equipe e che è dimostrato nella sua efficacia. E quindi la paura e la preoccupazione rispetto alla quale ovviamente, rispetto alle funzioni che pro tempore ho assunto, non ho mancato già e non continuerò a mancare di intervenire, non solo pubblicamente, ma anche nei luoghi decisionali, metropolitani e anche regionali. La preoccupazione è quella che si possa fare un passo indietro. La vicenda di questi medici sospesi per avere avallato procedure che puntano su l'autonoma professionale degli infermieri nel sistema 118 evidenzia però anche l'esigenza sicuramente, a cui la Regione sta lavorando, si è espresso anche nella giornata odierna l'assessore Venturi, in maniera chiara, la necessità di definire almeno a livello regionale dei protocolli condivisi e omogenei su tutto il territorio regionale. Dire questo non vuole dire immaginare una mediazione tra questa forza d'urto che è stata messa in campo dall'Ordine dei medici e quelle che sono le ragioni sostenute da infermieri, medici, da ogni categoria professionale, circa invece la positività e la bontà di una scelta appunto di integrazione e di equipe. Sono certo che queste linee guida, questi protocolli omogenei, confermeranno un modello che qui dà buona prova di sé da 20 anni, quello dell'emergenza-urgenza del 118 che ha fatto scuola in tutta Italia. Il 118 ricorderete è nato sostanzialmente a Bologna a seguito della straordinaria emergenza del 2 agosto 1980, ha costruito un modello che è diventato regionale, poi nazionale e da sempre questo modello è costruito sul lavoro integrato, sull'equipe fra medici e infermieri, su una forte valorizzazione delle professionalità infermieristiche, non come una versione minore della capacità di presa in carico di quella emergenza, ma intorno ad una formazione che quegli infermieri hanno in questi anni acquisito, in grado di far loro comprendere la natura delle situazioni e di intervenire su di esse. In questa discussione sull'autonomia e la responsabilità degli infermieri, mi è parso che sfuggisse l'ambito specifico anche di cui stiamo parlando. Stiamo parlando di emergenza-urgenza, di situazioni di criticità e quindi quelle situazioni cui l'intervento quanto più precoce è fondamentale perché è un elemento salvavita e che quindi rafforza ulteriormente la necessità di investire su tutte le competenze in campo.Sull'emergenza-urgenza faccio un esempio, l'uso dei defibrillatori. Questo utilizzo delle competenze larghe, arriva fino a coinvolgere i singoli cittadini che si trovano in una condizione di constatare una situazione di infarto, ovviamente se ne hanno le competenze possono intervenire con le prime manovre e eventualmente se è disponibile anche con l'utilizzo di defibrillatore. Questo a segnalare una specificità dell'ambito di cui stiamo parlando che non può essere sottovalutato. Stiamo parlando anche di un ambito, ed è bene dirlo per i motivi che ha detto bene il consigliere Melega, in cui frasi come quella del dottor Pizza, presidente dell'Ordine dei medici, che segnala un rischio di salute sostanzialmente nell'affidare agli infermieri queste procedure, vanno smentite con i fatti, proprio per non creare allarme sociale.
Oggi di questo si è anche credo opportunamente occupata la direttrice generale dell'Ausl di Bologna, segnalando che gli infermieri che operano per il 118 sono addestrati per eseguire manovre salvavita tempestive ed efficaci e gestire le emergenze a cui si trovano di fronte. Sanno individuare le criticità, affrontarle con gli strumenti più appropriati e anche individualmente individuare le condizioni che richiedono manovre appropriate e la somministrazione dei farmaci. Per fare questo hanno fatto un percorso di formazione specifico e credo che questa sia la prima cosa da segnalare. Credo che sia da auspicare che davvero la delibera della Regione metta un punto finale, un elemento di certezza che faccia recuperare serenità e che confermi una organizzazione moderna, che investe sulla professionalità integrata, capace di valorizzare le diverse autonomie e le conseguenti responsabilità; come veniva ricordato, succede in tutto il mondo, con esiti, evidenze, al contrario di quanto veniva detto, di benefici per la salute dei cittadini. Credo che ancora una volta, capita spesso in sanità e non solo, siamo di fronte, qualcuno l'ha detto, a una sfida che è quella dell'innovazione, rispetto a un atteggiamento di conservazione. E quindi oltre a un impegno concreto perché davvero si chiuda questa pagina davvero negativa e ovviamente la mia piena solidarietà al dottor Gordini, direttore del dipartimento emergenza-urgenza, il dottor Picoco responsabile del 118 di Bologna, tutti gli altri medici coinvolti e anche se non direttamente coinvolti anche a tutti gli infermieri che ogni giorno con professionalità, competenza e responsabiltià si occupano, come dice bene la direttrice generale, anch'essi di salvarci la vita".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:33
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