Question Time, chiarimenti sulla presenza di numerosi alunni di cittadinanza straniera in alcune classi della Bolognina
La vicesindaco con delega all'Istruzione, Marilena Pillati, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (Lega Nord) sulla presenza di un elevato numero di alunni con cittadinanza straniera in alcune classi della Bol...
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La vicesindaco con delega all'Istruzione, Marilena Pillati, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (Lega Nord) sulla presenza di un elevato numero di alunni con cittadinanza straniera in alcune classi della Bolognina.
Domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (Lega Nord)
"Sono a chiedere al Signor Sindaco ed alla Giunta una valutazione politica amministrativa su quanto riportato dall'articolo in calce - lettera a Il Resto del Carlino del 14 settembre "C'è una classe alla Bolognina...".
Chiedo altresì di sapere quali azioni politiche si intendono assumere nel merito".
Risposta della vicesindaco Pillati
"Gentile consigliera Borgonzoni,
sappiamo molto bene che nella nostra città la presenza di famiglie di nazionalità non italiana non è uniformente distribuita e che ci sono alcuni territori - come quello al quale si fa riferimento nella lettera che la sua domanda richiama - in cui la concentrazione è maggiore. Questo crea bisogni particolari legati all'integrazione e all'inclusione che non riguardano solo la scuola, ma che certamente si riflettono anche nella scuola.
Vorrei, però, anche richiamare l'attenzione sul fatto che, quando si parla di studenti stranieri o di nazionalità non italiana, si può fare riferimento a situazioni molto diverse tra loro, da quella relativa a bambini con una storia di migrazione molto recente che non conoscono la lingua italiana, a quella di nati in Italia da genitori stranieri, che possono aver frequentato già servizi educativi e avere un buon livello di conoscenza della lingua.
Qualunque valutazione o riflessione, quindi, non può limitarsi a considerare il numero di bambini di nazionalità non italiana che ci sono in una classe e certamente la scuola, nella sua autonomia, avrà valutato attentamente gli aspetti a cui facevo riferimento nella definizione delle classi.
Certamente tutti i bambini sono titolari del diritto all'istruzione e per tutti si cerca di favorire, con la definizione degli stradari, la frequenza nelle scuole del territorio di residenza. E' compito della scuola corrispondere al diritto d'istruzione, a prescindere dalla nazionalità dei bambini e dal tempo che hanno già trascorso in Italia. Ma in questo compito importantissimo la scuola non deve essere lasciata da sola.
La questione che ci dobbiamo porre è, quindi, come sostenere e accompagnare le scuole nel loro compito in una società multiculturale e multietnica.
Il Comune di Bologna, da molti anni è impegnato su questo con progetti ma anche con servizi più strutturati, per sostenere le pari opportunità formative, il successo scolastico degli studenti stranieri, ma anche azioni volte a coinvolgere le famiglie nel processo educativo dei figli.
Dal 1994 il CD/LEI, che lo voglio ricordare è il primo Centro Interculturale pubblico in Italia, nato da una convenzione fra Comune e Provincia di Bologna, Ufficio Scolastico Provinciale e Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna. mette a disposizione delle scuole risorse specifiche e opportunità per gli studenti stranieri, ma fa anche un'importante azione di sostegno agli insegnanti e alle progettualità della scuola, che resta comunque il principale protagonista dei percorsi di integrazione scolastica, che devono essere il più possibile flessibili per poter adeguarsi alle situazioni con cui si confrontano. Il CD/LEI dalla sua nascita è un esempio di quella positiva collaborazione tra le istituzioni che deve favorire la messa in campo di risorse e progettualità per attuare delle vere politiche di integrazione, una direzione, questa, su cui noi vogliamo continuare ad impegnarci, perché sia garantito il diritto di tutti, nessuno escluso, all'istruzione".
Domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (Lega Nord)
"Sono a chiedere al Signor Sindaco ed alla Giunta una valutazione politica amministrativa su quanto riportato dall'articolo in calce - lettera a Il Resto del Carlino del 14 settembre "C'è una classe alla Bolognina...".
Chiedo altresì di sapere quali azioni politiche si intendono assumere nel merito".
Risposta della vicesindaco Pillati
"Gentile consigliera Borgonzoni,
sappiamo molto bene che nella nostra città la presenza di famiglie di nazionalità non italiana non è uniformente distribuita e che ci sono alcuni territori - come quello al quale si fa riferimento nella lettera che la sua domanda richiama - in cui la concentrazione è maggiore. Questo crea bisogni particolari legati all'integrazione e all'inclusione che non riguardano solo la scuola, ma che certamente si riflettono anche nella scuola.
Vorrei, però, anche richiamare l'attenzione sul fatto che, quando si parla di studenti stranieri o di nazionalità non italiana, si può fare riferimento a situazioni molto diverse tra loro, da quella relativa a bambini con una storia di migrazione molto recente che non conoscono la lingua italiana, a quella di nati in Italia da genitori stranieri, che possono aver frequentato già servizi educativi e avere un buon livello di conoscenza della lingua.
Qualunque valutazione o riflessione, quindi, non può limitarsi a considerare il numero di bambini di nazionalità non italiana che ci sono in una classe e certamente la scuola, nella sua autonomia, avrà valutato attentamente gli aspetti a cui facevo riferimento nella definizione delle classi.
Certamente tutti i bambini sono titolari del diritto all'istruzione e per tutti si cerca di favorire, con la definizione degli stradari, la frequenza nelle scuole del territorio di residenza. E' compito della scuola corrispondere al diritto d'istruzione, a prescindere dalla nazionalità dei bambini e dal tempo che hanno già trascorso in Italia. Ma in questo compito importantissimo la scuola non deve essere lasciata da sola.
La questione che ci dobbiamo porre è, quindi, come sostenere e accompagnare le scuole nel loro compito in una società multiculturale e multietnica.
Il Comune di Bologna, da molti anni è impegnato su questo con progetti ma anche con servizi più strutturati, per sostenere le pari opportunità formative, il successo scolastico degli studenti stranieri, ma anche azioni volte a coinvolgere le famiglie nel processo educativo dei figli.
Dal 1994 il CD/LEI, che lo voglio ricordare è il primo Centro Interculturale pubblico in Italia, nato da una convenzione fra Comune e Provincia di Bologna, Ufficio Scolastico Provinciale e Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna. mette a disposizione delle scuole risorse specifiche e opportunità per gli studenti stranieri, ma fa anche un'importante azione di sostegno agli insegnanti e alle progettualità della scuola, che resta comunque il principale protagonista dei percorsi di integrazione scolastica, che devono essere il più possibile flessibili per poter adeguarsi alle situazioni con cui si confrontano. Il CD/LEI dalla sua nascita è un esempio di quella positiva collaborazione tra le istituzioni che deve favorire la messa in campo di risorse e progettualità per attuare delle vere politiche di integrazione, una direzione, questa, su cui noi vogliamo continuare ad impegnarci, perché sia garantito il diritto di tutti, nessuno escluso, all'istruzione".