Question Time, chiarimenti sulla destinazione dell'area Ex-Staveco
La do...
L'assessore all'Ambiente Valentina Orioli ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alle domande d'attualità dei consiglieri Marco Piazza e Massimo Bugani (Movimento 5 Stelle) sulla destinazione dell'area Ex-Staveco.
La domanda del consigliere Piazza
"Visto l'articolo apparso sulla stampa relativo alle proposte emerse sulla nuova destinazione dell'area denominata ex staveco dopo l'abbandono del progetto di realizzare un campus universitario, pongo la seguente domanda di attualità:
per avere dal Sindaco e dalla Giunta una valutazione politico-amministrativa sull'argomento;
per sapere dal Sindaco e dalla Giunta se non ritengano indispensabile a questo punto avviare un dibattito pubblico aperto a tutta la città, per decidere la destinazione dell'area".
La domanda del consigliere Bugani
"Visto l'articolo apparso sulla stampa relativo alla proposta di realizzare la cittadella giudiziaria sulla sull'area denominata ex staveco dopo l'abbandono del progetto di realizzare un campus universitario, pongo la seguente domanda di attualità:
per avere dal Sindaco e dalla Giunta una valutazione politico-amministrativa sull'argomento;
per sapere dal Sindaco e dalla Giunta se ritengano l'area staveco come la soluzione migliore per accogliere la futura cittadella della giustizia".
La risposta dell'assessore Orioli
"Gli articoli apparsi in questi giorni sulla stampa, a seguito della rinuncia al progetto da parte dell'Università, a cui facevate riferimento nelle vostre domande, sono da considerarsi alla stregua di mere supposizioni, del tutto legittime, ma pur sempre tali, da parte dei giornalisti.
D'altra parte penso che in questi giorni tutti noi, assessori, consiglieri e cittadini che hanno a cuore la propria città abbiamo provato ad immaginare quali funzioni e quali tra i tanti progetti di cui si parla oggi a Bologna si adatterebbero meglio all'area Staveco.
Così, all'area Staveco è stata associata la possibilità di collocarvi la cittadella giudiziaria, ma ho letto anche delle supposizioni che collegano l'area alla possibilità di un'offerta a 'compensazione', sempre con questa parola inappropriata di cui abbiamo avuto modo di discutere, del progetto Stadio.
Queste ipotesi sono delle congetture e peraltro sono del tutto premature, perché sull'area Staveco, a mio avviso, abbiamo bisogno di tornare a ragionare e io penso che sia anche importante provare a ripartire da alcune riflessioni che, a suo tempo, avevano ispirato il progetto concordato tra Comune e Università.
Dico questo perché naturalmente al di là degli indici, delle funzioni, delle destinazioni d'uso di quel progetto che erano strettamente legate all'uso universitario e quindi a una domanda da parte dell'Università, c'erano però dei principi di fondo, che a me personalmente sembrano molto importanti, e sono almeno tre:
il primo è l'idea che la Staveco ha sostanzialmente una vocazione verde per la sua collocazione ai margini del centro storico, ma anche come luogo di accesso alla collina di Bologna e per la fragilità ambientale che contraddistingue quest'area;
il secondo è che quel progetto conferiva alla Staveco una connotazione molto forte di area pubblica, in gran parte liberamente fruibile dai cittadini sia negli spazi aperti che negli edifici e anche questo è un aspetto da non sottovalutare;
il terzo aspetto è che quel progetto dava della Staveco un'interpretazione possiamo dire 'identitaria': si voleva valorizzare dentro l'area un tema fortemente identitario per la città di Bologna, in questo caso il tema universitario. Potrebbe essere un altro, dovremmo essere bravi a trovarlo, ma mi sembra che questo sia un principio da tenere in considerazione.
Quindi ora io non posso certo dire che cosa sarà della Staveco, ma credo che dobbiamo tornare a ragionarci, assumendo però che questo percorso non è stato completamente inutile, ma che ci lascia delle tracce importanti e rilevanti per il futuro.
Nella vostra domanda si parlava anche di possibilità di trattare questo tema con la partecipazione, oggi avete citato i concorsi. Ritengo che, sia quando si tratta di processi partecipati, che quando si tratta di concorsi di idee, sia comunque necessario costruire molto bene una sorta di pre istruttoria, cioè penso che fare un concorso di idee perché l'Amministrazione non ha idee non sia una buona soluzione, ma la soluzione sia invece costruire un'ipotesi plausibile, in questo caso su quest'area, è questo è un compito dell'Amministrazione, della Giunta e del Consiglio comunale, poi, a partire da questo, sicuramente il livello di complessità del progetto è tale per cui possono essere auspicabili sia procedure di concorso che procedure partecipate. Peraltro, la nuova legge urbanistica regionale, che è stata presentata mercoledì scorso in Città Metropolitana, nel testo evidenzia l'importanza di queste due procedure e introduce anche dei meccanismi premiali, sia rispetto ai concorsi che rispetto alla partecipazione, quindi ritengo che questi in prospettiva saranno temi verso i quali si dovrà andare per ogni genere di trasformazione urbana, soprattutto se così rilevante".