Comunicati stampa

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Question time, chiarimenti su gioco d'azzardo e marchio "Slot-free ER"

L'assessore alla Legalità Nadia Monti ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, all'interpellanza del consigliere Marco Piazza su gioco d'azzardo e marchio "Slot-free ER".

L'interpellanza del consigliere Piazza"Premesso che- la ...

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L'assessore alla Legalità Nadia Monti ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, all'interpellanza del consigliere Marco Piazza su gioco d'azzardo e marchio "Slot-free ER".

L'interpellanza del consigliere Piazza
"Premesso che
- la legge regionale 04 luglio 2013, n. 5 “norme per il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d'azzardo patologico, nonché delle problematiche e delle patologie correlate”, all’art. 7, prevede il marchio regionale "Slot freE-R";
- testualmente l’art. 5 recita al 2° comma “Il marchio "Slot freE-R" è rilasciato dalla Regione Emilia-Romagna agli esercenti di esercizi commerciali, ai gestori dei circoli privati e di altri luoghi deputati all'intrattenimento che scelgono di non installare nel proprio esercizio le apparecchiature per il gioco d'azzardo”, al 3° comma “I Comuni istituiscono un pubblico elenco degli esercizi in possesso del marchio "Slot freE-R";
- dal 15 di settembre 2014 i titolari di esercizi commerciali che intendono aderire alla campagna di contrasto, prevenzione e riduzione del rischio di dipendenza dal gioco patologico possono chiedere il rilascio del marchio “Slot freE-R” previsto dalla suddetta legge regionale;
- il Piano integrato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco patologico 2014/2016, ai sensi dell'art. 2 della legge regionale 4 luglio 2013, n. 5, prevede che la domanda per il rilascio del marchio regionale Slot freE-R va inoltrata al Comune sul cui territorio viene esercitata l’attività. Il Comune cura l’istruttoria e ne comunica il risultato alla Regione che provvede a rilasciare il marchio. I Comuni tengono aggiornato un pubblico elenco (inserito anche nella pagina WEB dell’Ente locale) degli esercizi che possono fregiarsi del marchio regionale Slot freE-R. E’ da prevedere una verifica annuale ai fini del mantenimento del marchio attraverso un controllo sul sito WEB di AAMS, eventualmente supportata da un sopralluogo in loco della Polizia Municipale. Il possesso del marchio costituisce prerequisito per l’ottenimento di forme di valorizzazione ed eventuali incentivazioni di carattere economico da parte del Comune sul cui territorio viene esercitata l’attività;
- la successiva modifica al Piano integrato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco patologico, sopra richiamato, ha riconfermato gli impegni per i comuni in merito alla istruttoria, finalizzata al rilascio del Marchio Slot freE-R, nonché in merito agli obblighi degli stessi, in merito al pubblico elenco aggiornato inserito anche nel portale WEB dell’Ente locale;
considerato che
- In risposta alla mia interrogazione P.G. n° 75926/2016 “per avere alcune informazioni in merito al marchio slot free-r,” l’amministrazione ha dichiarato che, “In relazione all'Interrogazione in oggetto questo Comando comunica, per quanto di competenza della Polizia Municipale, che il comparto del gioco pubblico in Italia è regolato dall'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato (AAMS), cui spetta la verifica dell'operato dei concessionari e il contrasto delle irregolarità. La Polizia Municipale è sempre disponibile a collaborare in qualsiasi tipo di intervento richiesto da AAMS, ma nessuna richiesta di controllo finalizzato al mantenimento del marchio Slot FreE-R è giunta da AAMS. Distintamente.”

Interpella il Sindaco e la Giunt aper sapere:
- che giudizio diano della applicazione a Bologna della legge regionale 5, del 2013, ed in particolare relativamente all’art. 7 della suddetta legge per le procedure delegate ai comuni;
- quali sono le azioni che intendono mettere in atto per sopperire all’inapplicazione della suddetta normativa e quale forma di coordinamento pensa di attivare tra i vari Settori interessati;
- Se confermano quanto pare emergere dalla mia interrogazione sopracitata, ovvero che l’amministrazione non ha mai applicato la Legge Regionale, non ha mai rilasciato né promosso il marchio “Slot-FreE-R” a Bologna e non ha mai istituito e aggiornato un pubblico elenco delle attività che hanno aderito all’iniziativa; Viceversa se così non fosse si chiede di poter vedere il suddetto elenco".

La risposta dell'assessore Monti
"Questa domanda mi consente anche di fare il punto sulle azioni intraprese, ho seguito personalmente la predisposizione di questa legge già dal 2012, quando con l'allora assessore alle Politiche sociali decidemmo, insieme con Avviso Pubblico, rete di cui sono coordinatore regionale, di intraprendere un percorso che coinvolgesse sempre più i comuni. La legge è composta - come lei sa - da diverse azioni e capitoli, ciascuno dei quali prevede una serie di attività e proposte, alcune di competenza direttamente regionale, altre invece che vengono delegate alle singole amministrazioni.

Io ho avuto da sempre un approccio molto critico al rilascio di questo marchio perché, ad esempio, le azioni che sono state intraprese dalla Regione sono ben più efficaci del rilascio di un marchio, che non produce di fatto né una sanzione, né un benefit economico. Ci sono stati tra queste, per esempio, l'istituzione del numero verde che approfitto per ricordare, 800 033 033, visto che è un numero verde su cui abbiamo impostato una campagna comunicativa molto forte, che viene messo a disposizione delle persone che sono affette da ludopatia e assieme alla Asl abbiamo pensato ad azioni di informazioni, è stato istituito un Osservatorio, sono stati previsti dei percorsi di formazione obbligatori per gli esercenti dei locali con all'interno slot-vlt, oltre a punti di informazione e iniziative di sensibilizzazione.
Perché sono sempre stata molto critica? Perché non prevede né sanzioni né premialità per l'esercizio ed è un rilascio che avviene su richiesta totalmente volontaria. Il comune non può imporre questo marchio e dall'altra parte abbiamo sempre rilevato anche una sorta di disparità per quegli esercenti che ben prima dell'entrata in vigore della legge e del rilascio di questo marchio avessero già deciso di non installare delle apparecchiature, per una loro scelta etica. Tra l'altro abbiamo avuto modo di confrontarci su questo punto nella commissione di cui lei è presidente, rispetto alla possibilità da parte del comune di Bologna di prevedere degli incentivi, posto che secondo me su una scelta etica di questo tipo non si dovrebbe parlare di incentivi, è un po' come anche il paradosso del pagare una sanzione, una multa con riduzione se pagata entro cinque giorni.
Se l'errore viene commesso e la scelta etica non è condivisa, sarebbero più utili, invece, delle maggiorazioni.

Tutte queste problematiche sono state poste all'attenzione della Regione sottolineando la difficoltà da parte del Comune di verificare la differenza tra chi ha intrapreso questa scelta del marchio e chi fin da prima avesse deciso di aderire liberamente a questo valore etico.
Tuttavia, noi ad ogni iniziativa che abbiamo organizzato - consideri che ci sono state iniziative di vie intere, come via Belvedere che si è dichiarata interamente slot free - abbiamo fatto una campagna di sensibilizzazioni in cui ogni locale ha organizzato un momento di approfondimento con l'Osservatorio epidemiologico dell'Asl e con i referenti dei Sert per raccontare e spiegare quelli che sono i rischi di questa patologia; quindi, le iniziative di sensibilizzazione sono state fatte - in quella occasione, dicevo, sono state ribadite tutte le possibilità che questa legge offre, tra le quali anche quella di dotarsi del marchio slot free. Chiaro che è un'adesione libera e volontaria dell'esercente che non può essere imposta da un Comune, proprio perché non c'è la possibilità di prevedere delle forme di compensazione economica concedendo degli sgravi fiscali. Anche di questo abbiamo discusso ampiamente. Chiaro che, se in futuro la Regione accogliesse una proposta che facemmo all'epoca di prevedere dei supporti anche economici per garantire una eventuale premialità agli esercenti che decideranno di aderire, probabilmente sarebbe più incentivante.

So, per aver fatto le verifiche puntuali e annuali, come peraltro richiede la stessa regione, che ad oggi la Regione ha consegnato 1.900 marchi. Considerando che solo a Bologna sono 600 i punti scommesse e che tra l'altro nel 2014 sono stati 1.277 i soggetti affetti da patologie legate al gioco d'azzardo, quindi il 15% in più dell'anno precedente e che solo a Bologna città si stimano 350 persone affette da GAP (Gioco d'Azzardo Patologico), secondo i dati dell'Osservatorio epidemiologico - numeri su cui occorre intervenire seriamente, rafforzando anche la formazione dei Sert e degli operatori -, ritengo che questo risultato, come ho affermato anche in sede pubblica in Regione, non può ritenersi questo lo strumento per risolvere il problema. Al tempo stesso i dati sono sopra le aspettative e i Comuni si sono mossi evidentemente anche in assenza di una normativa adeguata sul tema, a macchia di leopardo.

Nel frattempo, come lei sa e il Consiglio è stato coinvolto perché ha approvato diversi atti di indirizzo di Giunta su questo tema, ciò che di buono, rilevante e veramente efficace della legge, noi l'abbiamo veramente promosso con azioni concrete: innanzi tutto tutti gli interventi di cui noi come Comune possiamo dotarci. Nel 2014, su nostra iniziativa, come amministratori del coordinamento Mettiamoci in gioco, istituito dal terzo settore con le amministrazioni comunali, abbiamo suggerito di introdurre una modifica sul rilascio del titolo edilizio al momento della richiesta di autorizzazione per l'inserimento di apparecchiature, cosa che è stata accolta dalla Regione e che ci ha consentito di bloccare le autorizzazioni di alcuni esercizi commerciali che non avevano appunto un titolo edilizio, perché in fase di ristrutturazione o per una nuova concessione. Per essere più efficaci abbiamo applicato una serie di normative, tra cui l'ordinanza orari, su cui la Polizia municipale interviene controllando. Nel 2015 sono state oltre 150 le sale controllate anche più volte, con 95 verbali di accertata violazione proprio per la non ottemperanza sindacale che abbiamo emesso nel 2014, che impone un limite di orario ben preciso, perché la liberalizzazione degli orari anche per questo tipo di attività commerciali, in un contesto in cui i giocatori perdono completamente cognizione del tempo che passa, con aperture 24 ore su 24, induce il giocatore a rimanere ancora più tempo nelle sale e a giocare di più. L'ordinanza, come confermato anche da una recente sentenza della Corte di Cassazione, è uno strumento che rende possibile e non è messo in discussione per le pubbliche amministrazioni di poter controllare e limitare il proliferare delle sale. Regolamenti per imporre le distanze minime dai cosiddetti luoghi sensibili; enti di promozione sociale, le cooperative taxi e le aziende di trasporto locale per diffondere le locandine del numero verde regionale e delle iniziative che stiamo portando avanti, con l'impegno di non apporre alcuna pubblicità sulle sale giochi. Tutto questo insieme di iniziative, tra cui appunto l'obbligo di imporre il rilascio della certificazione all'autorizzazione edilizia, ritengo che siano molto più efficaci di un semplice rilascio di un marchio, che peraltro è anche difficilmente controllabile. Questo non vuol dire che non sia un elemento che meriti attenzione, ma in maniera molto franca, poiché sono io abituata a ragionare su fatti concreti e a vedere quello che produce realmente una politica che l'amministrazione porta avanti, questo è uno dei temi su cui come amministrazione comunale, ma non solo la nostra anche altre, abbiamo posto alla Regione dei dubbi.
Detto ciò, tutto quello che di buono c'è della legge regionale 5/2013 è stato portato avanti in maniera documentabile".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:33
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