Comunicati stampa

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Il Consiglio comunale ricorda il professor Giovanni Sedioli con un minuto di silenzio e gli interventi della Presidente e del Vice Presidente dell'Assemblea

Il Consiglio comunale di Bologna, riunito oggi a Palazzo d'Accursio, ha osservato in apertura di seduta un minuto di silenzio in memoria del professor Giovanni Sedioli, recentemente scomparso. Il professore è stato poi ricordato negli interven...

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Il Consiglio comunale di Bologna, riunito oggi a Palazzo d'Accursio, ha osservato in apertura di seduta un minuto di silenzio in memoria del professor Giovanni Sedioli, recentemente scomparso. Il professore è stato poi ricordato negli interventi della Presidente del Consiglio comunale, Luisa Guidone, e del Vice Presidente, Marco Piazza, che riportiamo qui sotto.

Intervento della Presidente del Consiglio comunale, Luisa Guidone

“Nella scorsa settimana è scomparso il professor Giovanni Sedioli e venerdì 22 luglio Palazzo d'Accursio ha visto l'ultimo saluto a lui rivolto, con l'intervento della vicesindaco Marilena Pillati e di Vasco Errani, già presidente della Regione Emilia-Romagna.

La lunga malattia aveva abituato i tanti suoi amici e colleghi, chi lo conosceva e stimava, al pensiero di perderlo, tuttavia grande è stato il cordoglio in città, e non soltanto.

Fino agli ultimi giorni ha lavorato, come studioso, proseguendo la propria appassionata ricerca tesa a realizzare una scuola moderna e democratica. Forlivese, nato nel 1946, aveva svolto poi l'intera sua vita e lavoro a Bologna, città che ha molto amato.

Laureato in Fisica, disciplina a lungo da lui insegnata, uomo di profonda conoscenza, aveva messo sempre le sue capacità al servizio degli studenti.

E' fondamentale il contributo che ha dato come dirigente degli Istituti Aldini e Sirani di Bologna che, anno dopo anno, nella sua figura autorevole si erano come identificati.

Terminata l'era della gestione diretta di questi istituti da parte del Comune, aveva fornito un contributo essenziale nel rafforzare il “sistema Aldini”, ed in particolare nel Museo del Patrimonio indistriale, una nuova funzione della città, al servizio degli studi e di tutta la cittadinanza.

Fu, in seguito, assessore della Regione Emilia-Romagna dove portò, nell'azione di governo, il punto di vista delle scuole e dei loro problemi e bisogni reali. Fece parte di numerose commissioni ministeriali e universitarie, di realtà di ricerca sulla scuola e la formazione, fra le più prestigiose in campo nazionale.

In queste sedi il professor Sedioli vi rappresentò l'esperienza migliore della storia e del presente di Bologna, nell'istruzione e nelle politiche attive per il lavoro.

Negli scritti che ci lascia, come nell'operare concreto della sua attività di insegnante, dirigente scolastico, funzionario del Comune di Bologna e assessore, sono molti i temi ricorrenti e approfonditi. Fra tutti, il rapporto tra sapere umanistico e sapere scientifico, fra scuola e impresa, la riflessione su quali siano le vie migliori per sperimentare e radicare l'alternanza fra studio e lavoro per tutte le ragazze e i ragazzi e anche per coloro che, adulti, devono affrontare il problema di una continua riqualificazione.

Per Sedioli i luoghi del lavoro erano fondamentali per completare il curriculum formativo, le imprese avevano moltissimo da insegnare, nei loro principi organizzativi, nella ricerca della qualità delle produzioni, nella responsabilità sociale.

Al contempo, nella sua visione, la scuola non era uno strumento dell'impresa. Si trattava di unire le esperienze, le logiche, i valori in una visione integrata dove prioritario era l'interesse a formare nuovi cittadini, prioritario era il punto di vista del diritto e del dovere dello studente di crescere, di imparare, di raggiungere competenze e consapevolezza necessarie alla propria libertà e pluralità di opportunità, non solo alla, oggi così problematica, occupazione.

Giovanni Sedioli – è stato ricordato – era un uomo della comunità e il Comune di Bologna e il sindaco Virginio Merola avevano nell'ottobre del 2012 riconosciuto il suo lavoro conferendogli il Nettuno d'Oro.

La città di Bologna, il suo Comune, perdono un cittadino esemplare che ha lasciato una profonda impronta.

Alla moglie, professoressa Laura Leoni, alla figlia Olga, al fratello onorevole Sauro Sedioli, già sindaco di Forlì, a tutta la famiglia e a quanti lo conobbero e lo rimpiangono va il cordoglio della nostra Assemblea”.

 

Intervento del Vice Presidente del Consiglio comunale Marco Piazza

“Ho avuto l'onore di studiare e diplomarmi al glorioso istituto tecnico Aldini Valeriani dove ho passato cinque indimenticabili e intensi anni alla fine degli storici anni 80. Il professor Giovanni Sedioli era preside della scuola.

Ricordo ancora le parole di benvenuto che inaugurarono la mia avventura e quella di altre centinaia di quattordicenni in quel settembre '86: 'Non fatevi ingannare. Questa non è una scuola facile come qualcuno di voi potrebbe pensare e come la presenza di un bar interno potrebbe far credere. Avanzare richiederà molto impegno'.

Era vero! Le Aldini guidate dal professor Sedioli erano un'esperienza di vita, di socialità, di cultura, di grande studio e professionalità. Ma tutt'altro che semplici come molti in città erroneamente ritenevano, soprattutto in confronto ai più blasonati licei.

Dopo il benvenuto, il Preside fu una presenza costante. Oltre che costruire relazioni con l'esterno e tenere alto il prestigio della scuola, il professor Sedioli aveva una grande attenzione anche per gli studenti. La porta del suo ufficio era spesso aperta.

Per testimoniarvi questa attenzione vi riporto una mia esperienza diretta. Alle Aldini c'era la tradizione di premiare i migliori 10 studenti di tutta la scuola. Il premio allora comprendeva anche un assegno in denaro di 800.000 lire che per dei ragazzi appena teenager negli anni 80 erano una cifra notevolissima. Tra le migliaia di studenti, chi sapeva di avere delle possibilità di rientrare in quei 10 si impegnava a fondo.

Un anno mi classificai 11mo… Pensate la delusione!

Soprattutto perché la differenza con il decimo era davvero un remoto decimale trascurabile in qualunque arrotondamento sensato.

A sorpresa il professor Sedioli mi chiamò nel suo ufficio, senza che io avessi detto nulla. Insieme a me c'era anche il 12mo nella mia stessa situazione di effettivo parimerito con il decimo.

Il Preside ci disse che aveva visto le classifiche e considerata la situazione davvero particolare, si sarebbe adoperato per istituire due premi speciali.

Quell'anno i premiati furono 12.

Questo era il professor Giovanni Sedioli. Questa l'attenzione e la sensibilità che aveva per i suoi studenti. E per questo voglio dirgli 'grazie' una volta di più.

L'attenzione verso l'interno della scuola si manifestava anche nella didattica con professori e assistenti di alto livello, e con geniali sperimentazioni didattiche. Come il progetto AMBRA che puntava a mixare la formazione liceale con la formazione tecnica. Il risultato era un temibile, ma straordinariamente efficace, corso da 40 ore settimanali che agevolò non poco quelli che, come me scelsero di proseguire gli studi all'università dopo il diploma. E anche di questo io e tanti altri ex studenti delle Aldini, oggi laureati, dobbiamo dire 'grazie' al professor Sedioli. Se ce l’abbiamo fatta è anche merito della preparazione che i corsi che ha costruito ci hanno saputo dare.

Il suo grande lavoro nei rapporti con il mondo esterno ci fu chiaro solo negli ultimi anni quando ci rendemmo conto del prestigio di cui godevamo mentre frequentavamo il quinto anno. Le aziende più importanti ci invitavano, volevano conoscerci.

Chi decideva di non proseguire gli studi, dopo il diploma aveva l'imbarazzo della scelta. Saranno anche stati altri tempi, ma per tutte quelle opportunità lavorative, noi studenti dobbiamo un altro 'grazie' a Giovanni Sedioli.

Era così attento nelle relazioni con il mondo esterno e al prestigio della scuola, che non si lasciò sfuggire nemmeno i mondiali di calcio del 1990. Era un evento importante per Bologna e quindi le sue Aldini dovevano esserci.

E riuscì davvero a coinvolgerci.

Si avvicinava l'estate del 1990 quando il professor Sedioli mi chiamò di nuovo nel suo ufficio. Mi disse che alcuni studenti del quarto anno (quelli del quinto anno erano impegnati con l’esame di diploma) avrebbero avuto un incarico tecnico alla sala stampa allestita allo stadio Dall'Ara e ovviamente accesso alla tribuna vip durante le partite.

Accettai di far parte del gruppo. Fu un'esperienza straordinaria. Un'estate vivendo i mondiali di calcio da protagonisti. E anche per questo io e altri studenti dobbiamo dire 'grazie' al professor Sedioli.

Ho avuto altre occasioni di sentire il professor Sedioli, una persona sempre sorridente e sempre dedita alla gloriose e storiche Aldini Valeriani che contribuì a rendere ancora più apprezzate e parte importante di un sistema cittadino vivo e pulsante.

E forse questo è il grazie più grande che oggi tutti noi come bolognesi dobbiamo al professor Giovanni Sedioli.

 

 

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:34
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