Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, l'intervento di Valeria D’Onofrio
La vicepresidente della Casa delle Donne per non subire violenza al Consiglio comunale in seduta solenne
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Si trasmette l'intervento di Valeria D’Onofrio, vicepresidente di Casa delle Donne per non subire violenza in occasione della seduta solenne del Consiglio comunale dedicata alla Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.
"Per la Casa delle donne è importante essere qui in questo giorno così simbolico perché questo invito rappresenta per noi un ulteriore riconoscimento del nostro operato, una testimonianza di fiducia e di condivisione. Sappiamo però di rappresentare uno dei soggetti che devono fare parte di una rete, integrata e sinergica, che lavora a vantaggio delle donne che subiscono violenza. Rete operativa che non può prescindere dalle istituzioni e dalle agenzie impegnate sul tema così come dal contributo di tutte le associazioni di donne che se ne occupano. Infatti come ci dicono le buone prassi europee sul tema, così come la donna che subisce violenza deve ricoprire un ruolo centrale nell’attività di rete tra i vari soggetti che entrano in contatto con lei, così il Centro antiviolenza – che rappresenta tutte le donne che subiscono violenza – dovrebbe avere un ruolo centrale nell’attività di rete tra soggetti che collaborano per sconfiggere la violenza. Anche per questo siamo molto felici di essere qui anche per auspicare la creazione di un protocollo che tenga conto delle buone prassi europee e che dia priorità all’operatività della lotta contro la violenza sulle donne.
Dal nostro piccolo ma privilegiato osservatorio, in 26 anni di accoglienza a donne che hanno subito violenza abbiamo visto e abbiamo partecipato al cambiamento su diversi aspetti legati al fenomeno della violenza contro le donne. Pur consapevoli che molto lavoro resta da fare e che molti di questi cambiamenti sono ancora in germe e necessitano ancora di energie, informazione, supervisione e condivisione vogliamo oggi accennare ad alcune di queste piccole ma significative evoluzioni:
1. è cresciuta l’informazione e la consapevolezza circa le dimensioni e la trasversalità del fenomeno, per esempio. Quando le attività di accoglienza e ospitalità del Centro antiviolenza presero avvio nel 1990 era molto diffuso l’idea che in questo territorio, se esistevano, fossero davvero poche le donne vittime di violenza nella relazioni di intimità perché si credeva che questo fenomeno fosse legato ad altri contesti, ad altre culture, ad altri livelli di sviluppo socio-economico. In quel primo anno di attività a rivolgersi a Casa delle donne furono 324 donne e 24 le donne ospitate insieme a 20 minori nell’allora unica Casa rifugio.
Ad oggi, anzi al 31 ottobre scorso, sono state 10951 le donne che hanno chiesto aiuto a Casa delle donne a causa della violenza subita: 505 a partire dal 1 gennaio 2016. Le Case rifugio, che nel frattempo sono diventate 3 per un totale di 21 posti letto, hanno ospitato circa 700 donne e i loro bambini e bambine. Sappiamo, per esperienza che verifichiamo ogni giorno e che i nostri dati aggregati raccontano palesemente, che le buone azioni di comunicazione e sensibilizzazione contro la violenza di genere producono davvero un aumento delle richieste di aiuto, una crescita della consapevolezza comune sul fenomeno e possono rendere i Centri antiviolenza più visibili e più vicini alle donne.
2.È cresciuta l’attenzione e l’impegno delle istituzioni: pur se ancora lontani da un discorso che possa valere per tutta la nazione, sono sempre di più e a più livelli le istituzioni che si occupano di violenza contro donne e minori facendone una priorità politica sostenendo azioni di contrasto sempre più adeguate a capillari:
per quanto riguarda il nostro territorio di riferimento, basti pensare ai recenti bandi promossi dalla Regione Emilia-Romagna, dal Dipartimento delle Pari Opportunità ma anche alle azioni poste in essere dai singoli Comuni e dai Quartieri.
Queste azioni di sostegno istituzionali si rivelano fondamentali per la Casa delle donne e per tutti i Centri antiviolenza perché ci danno la possibilità di implementare la nostra progettualità che deve essere costante, trasversale, sempre aggiornata e rispondente ai bisogni delle donne che accogliamo. Infatti è grazie ad un progetto proposto e finanziato per 2 anni dal Dipartimento Pari Opportunità che Casa delle donne ha potuto creare Casa SAVE – Sicurezza e Accoglienza per Vittime in Emergenza: ad oggi è al suo quarto anno di attività, non più soggetto a scadenza ma integrato nel sistema di accoglienza cittadino, lavora in rete con il Pronto Intervento Sociale ed accoglie vittime ad alto rischio insieme ai loro figli e figlie 7 giorni su 7, 24h su 24. Da dicembre 2012 al 31 ottobre scorso sono state 125 le donne e 135 i minori ospiti in Casa Save.
È di questi ultimi giorni l’esito del progetto presentato al Dipartimento PPOO che per due anni ci darà la possibilità di: ampliare la presenza di Casa delle donne sul territorio metropolitano partendo da 1 distretto; sostenere azioni di orientamento lavorativo e percorsi formativi e professionalizzanti nonché strumenti per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per tutte le donne che lo richiedono ed infine dare avvio alle attività, a cura dell’associazione Senza Violenza, di un Centro per uomini maltrattanti sul nostro territorio.
La progettualità di Casa delle donne, come visto, prende spunto dalle richieste delle donne e dalle difficoltà che affrontano . Le soluzioni abitative autonome e l’autosufficienza lavorativa ed economica sono due pilastri chiave per i percorsi di uscita dalla violenza e per la loro sostenibilità: la dipendenza economica, la precarietà lavorativa sono troppo spesso fattori di recidiva, di rientro nel contesto violento – come illustrato dalla ricerca “Uscire dalla violenza in tempo di crisi” presentata negli scorsi giorni in Regione. Servono dunque strumenti concreti da fornire alle donne che vogliono avere autonomia sulla propria vita e serve soprattutto migliorare quelli esistenti, come per esempio il congedo lavorativo per violenza: strumento preziosissimo che viene utilizzato sempre più spesso ma che non è utilizzabile per tutte quelle donne che, la maggioranza, hanno contratti di lavoro precari e determinati nel tempo.
Sappiamo inoltre che i servizi per le donne vittime di violenza sono una risposta parziale alla problematica della violenza contro le donne che invece va decostruita e combattuta attraverso la formazione costante (di docenti, forze dell’ordine, avvocati, assistenti sociali, personale sanitario); attraverso i percorsi di educazione sentimentale e al genere nelle scuole di ogni ordine e grado; attraverso la cultura e le iniziative di sensibilizzazione che sanno veicolare, attraverso linguaggi trasversali, informazioni e consapevolezza.
Per questo la Casa delle donne ha deciso, sin dall’inizio, di occuparsi di queste tematiche spendendo le proprie professionalità nella rete, facendo e ricevendo formazione da e per quest’ultima, promuovendo percorsi di sensibilizzazione all’interno degli Istituti educativi del territorio e partecipando attivamente alla rete di associazioni locali che se ne occupa (la rete Attraverso lo specchio) così come attraverso la promozione decine di iniziative culturali nel corso dell’anno e, da 11 anni, il Festival La violenza illustrata in occasione del 25 novembre che raccoglie la collaborazione, l’attenzione e l’impegno di decine di associazioni, istituzioni, luoghi di interesse per dare vita ad eventi che spaziano dai convegni agli spettacoli teatrali, dalle proiezione di film alle iniziative nei nidi d’infanzia e che ogni anno ottengono la partecipazione di diverse centinaia di cittadini e cittadine.
Perché, come dirà anche il nostro striscione domani alla manifestazione di Roma Non Una di Meno, la violenza contro le donne è una questione che riguarda tutti".
"Per la Casa delle donne è importante essere qui in questo giorno così simbolico perché questo invito rappresenta per noi un ulteriore riconoscimento del nostro operato, una testimonianza di fiducia e di condivisione. Sappiamo però di rappresentare uno dei soggetti che devono fare parte di una rete, integrata e sinergica, che lavora a vantaggio delle donne che subiscono violenza. Rete operativa che non può prescindere dalle istituzioni e dalle agenzie impegnate sul tema così come dal contributo di tutte le associazioni di donne che se ne occupano. Infatti come ci dicono le buone prassi europee sul tema, così come la donna che subisce violenza deve ricoprire un ruolo centrale nell’attività di rete tra i vari soggetti che entrano in contatto con lei, così il Centro antiviolenza – che rappresenta tutte le donne che subiscono violenza – dovrebbe avere un ruolo centrale nell’attività di rete tra soggetti che collaborano per sconfiggere la violenza. Anche per questo siamo molto felici di essere qui anche per auspicare la creazione di un protocollo che tenga conto delle buone prassi europee e che dia priorità all’operatività della lotta contro la violenza sulle donne.
Dal nostro piccolo ma privilegiato osservatorio, in 26 anni di accoglienza a donne che hanno subito violenza abbiamo visto e abbiamo partecipato al cambiamento su diversi aspetti legati al fenomeno della violenza contro le donne. Pur consapevoli che molto lavoro resta da fare e che molti di questi cambiamenti sono ancora in germe e necessitano ancora di energie, informazione, supervisione e condivisione vogliamo oggi accennare ad alcune di queste piccole ma significative evoluzioni:
1. è cresciuta l’informazione e la consapevolezza circa le dimensioni e la trasversalità del fenomeno, per esempio. Quando le attività di accoglienza e ospitalità del Centro antiviolenza presero avvio nel 1990 era molto diffuso l’idea che in questo territorio, se esistevano, fossero davvero poche le donne vittime di violenza nella relazioni di intimità perché si credeva che questo fenomeno fosse legato ad altri contesti, ad altre culture, ad altri livelli di sviluppo socio-economico. In quel primo anno di attività a rivolgersi a Casa delle donne furono 324 donne e 24 le donne ospitate insieme a 20 minori nell’allora unica Casa rifugio.
Ad oggi, anzi al 31 ottobre scorso, sono state 10951 le donne che hanno chiesto aiuto a Casa delle donne a causa della violenza subita: 505 a partire dal 1 gennaio 2016. Le Case rifugio, che nel frattempo sono diventate 3 per un totale di 21 posti letto, hanno ospitato circa 700 donne e i loro bambini e bambine. Sappiamo, per esperienza che verifichiamo ogni giorno e che i nostri dati aggregati raccontano palesemente, che le buone azioni di comunicazione e sensibilizzazione contro la violenza di genere producono davvero un aumento delle richieste di aiuto, una crescita della consapevolezza comune sul fenomeno e possono rendere i Centri antiviolenza più visibili e più vicini alle donne.
2.È cresciuta l’attenzione e l’impegno delle istituzioni: pur se ancora lontani da un discorso che possa valere per tutta la nazione, sono sempre di più e a più livelli le istituzioni che si occupano di violenza contro donne e minori facendone una priorità politica sostenendo azioni di contrasto sempre più adeguate a capillari:
per quanto riguarda il nostro territorio di riferimento, basti pensare ai recenti bandi promossi dalla Regione Emilia-Romagna, dal Dipartimento delle Pari Opportunità ma anche alle azioni poste in essere dai singoli Comuni e dai Quartieri.
Queste azioni di sostegno istituzionali si rivelano fondamentali per la Casa delle donne e per tutti i Centri antiviolenza perché ci danno la possibilità di implementare la nostra progettualità che deve essere costante, trasversale, sempre aggiornata e rispondente ai bisogni delle donne che accogliamo. Infatti è grazie ad un progetto proposto e finanziato per 2 anni dal Dipartimento Pari Opportunità che Casa delle donne ha potuto creare Casa SAVE – Sicurezza e Accoglienza per Vittime in Emergenza: ad oggi è al suo quarto anno di attività, non più soggetto a scadenza ma integrato nel sistema di accoglienza cittadino, lavora in rete con il Pronto Intervento Sociale ed accoglie vittime ad alto rischio insieme ai loro figli e figlie 7 giorni su 7, 24h su 24. Da dicembre 2012 al 31 ottobre scorso sono state 125 le donne e 135 i minori ospiti in Casa Save.
È di questi ultimi giorni l’esito del progetto presentato al Dipartimento PPOO che per due anni ci darà la possibilità di: ampliare la presenza di Casa delle donne sul territorio metropolitano partendo da 1 distretto; sostenere azioni di orientamento lavorativo e percorsi formativi e professionalizzanti nonché strumenti per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per tutte le donne che lo richiedono ed infine dare avvio alle attività, a cura dell’associazione Senza Violenza, di un Centro per uomini maltrattanti sul nostro territorio.
La progettualità di Casa delle donne, come visto, prende spunto dalle richieste delle donne e dalle difficoltà che affrontano . Le soluzioni abitative autonome e l’autosufficienza lavorativa ed economica sono due pilastri chiave per i percorsi di uscita dalla violenza e per la loro sostenibilità: la dipendenza economica, la precarietà lavorativa sono troppo spesso fattori di recidiva, di rientro nel contesto violento – come illustrato dalla ricerca “Uscire dalla violenza in tempo di crisi” presentata negli scorsi giorni in Regione. Servono dunque strumenti concreti da fornire alle donne che vogliono avere autonomia sulla propria vita e serve soprattutto migliorare quelli esistenti, come per esempio il congedo lavorativo per violenza: strumento preziosissimo che viene utilizzato sempre più spesso ma che non è utilizzabile per tutte quelle donne che, la maggioranza, hanno contratti di lavoro precari e determinati nel tempo.
Sappiamo inoltre che i servizi per le donne vittime di violenza sono una risposta parziale alla problematica della violenza contro le donne che invece va decostruita e combattuta attraverso la formazione costante (di docenti, forze dell’ordine, avvocati, assistenti sociali, personale sanitario); attraverso i percorsi di educazione sentimentale e al genere nelle scuole di ogni ordine e grado; attraverso la cultura e le iniziative di sensibilizzazione che sanno veicolare, attraverso linguaggi trasversali, informazioni e consapevolezza.
Per questo la Casa delle donne ha deciso, sin dall’inizio, di occuparsi di queste tematiche spendendo le proprie professionalità nella rete, facendo e ricevendo formazione da e per quest’ultima, promuovendo percorsi di sensibilizzazione all’interno degli Istituti educativi del territorio e partecipando attivamente alla rete di associazioni locali che se ne occupa (la rete Attraverso lo specchio) così come attraverso la promozione decine di iniziative culturali nel corso dell’anno e, da 11 anni, il Festival La violenza illustrata in occasione del 25 novembre che raccoglie la collaborazione, l’attenzione e l’impegno di decine di associazioni, istituzioni, luoghi di interesse per dare vita ad eventi che spaziano dai convegni agli spettacoli teatrali, dalle proiezione di film alle iniziative nei nidi d’infanzia e che ogni anno ottengono la partecipazione di diverse centinaia di cittadini e cittadine.
Perché, come dirà anche il nostro striscione domani alla manifestazione di Roma Non Una di Meno, la violenza contro le donne è una questione che riguarda tutti".