Comunicati stampa

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Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Simona Lembi

Di seguito l'intervento d'inizio seduta della consigliera Simona Lembi (Partito Democratico) sulla sentenza di Torino che riconosce il diritto a consumare a scuola il pasto preparato a casa.“Sta facendo molto discutere una sentenza del tri...

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Di seguito l'intervento d'inizio seduta della consigliera Simona Lembi (Partito Democratico) sulla sentenza di Torino che riconosce il diritto a consumare a scuola il pasto preparato a casa.

“Sta facendo molto discutere una sentenza del tribunale di Torino che ha riconosciuto il diritto dei genitori a far consumare a scuola un pasto preparato e portato da casa.

Orizzontescuola ha riassunto in modo puntuale il percorso che ha portato a questa sentenza che voglio qui brevemente riprendere: nel 2013 un gruppo di famiglie crea il comitato 'caro mensa'. Per la precisione 58 famiglie fanno ricorso al TAR per l'aumento delle tariffe intentando insieme una causa contro il Comune di Torino e il Ministero dell'Istruzione (MIUR) per vedersi riconosciuto il diritto di nutrire i propri figli a scuola con il pasto preparato da casa. Nel giugno di quest'anno la Corte d'appello riconosce questo diritto. Il Ministero ricorre ed è proprio delle ultime settimane il mancato accoglimento di questo ricorso. La sentenza quindi è valida, su tutto il territorio nazionale.

Non entrerò nel merito dei provvedimenti già attuati in alcune città d'Italia o ancora da definire come nel caso dell'Emilia Romagna e di Bologna.

Anticipo al Consiglio di avere rivolto richiesta di una udienza conoscitiva alla commissione competente che mi auguro venga presto accolta, un incontro che possa favorire lo sbrogliarsi di una questione profonda che nessuno può pensare di affrontare alzando le braccia oppure limitandosi a sole soluzioni organizzative.

Una domanda su tutte segna questo mio profondo convincimento: il panino libero risponde davvero ai diritti dei bambini? Quali diritti? Quelli all'uguaglianza al rispetto e ad una alimentazione sana.

Per anni siamo stati ossessionati dal 'migliorare la qualità e la sicurezza degli alimenti e delle bevande somministrate a scuola', studiare il miglior bilanciamento per una dieta equilibrata evitando un problema reale dei nostri tempi, l'obesità, e favorendo una buona crescita. Ci sono voluti decenni per definire quello del pasto tempo scolastico e quindi educativo.
Sono state messe a punto più di 10 diete speciali, Comitati mensa con la partecipazione dei genitori alle scelte alimentari della mensa scolastica, individuato rette diverse per le condizioni economiche di provenienza delle famiglie dei bambini ma non diverse nell'esperienza educativa che la mensa scolastica rappresenta.

E allora mi chiedo: ha ancora valore tutto questo o è, per stare in tema, aria fritta? E ancora, se queste, che sono indicazioni che arrivano dagli organismi internazionali fino al più piccolo Comune d'Italia, come è possibile garantirle con il pasto preparato da casa?
Aggiungo a questo che per molti bambini il pasto a scuola rimane l'unico pasto completo fatto nella giornata.

Save the Children, che da diversi anni realizza un monitoraggio sul servizio di refezione scolastica intitolato '(non) tutti a mensa', sostiene che almeno un bambino su dieci è nella condizione appena descritta e aggiunge che meno mensa significa più dispersione scolastica.
Nel rapporto che ho appena citato, ha messo in evidenza un nesso tra assenza di mensa, assenza di tempo pieno e dispersione scolastica e sostiene che 'al crescere dell'offerta formativa (mensa e tempo pieno) decresce visibilmente la percentuale di dispersione scolastica'.

Terza questione: quale idea di scuola eguale abbiamo se cominciano ad affermarsi le soluzioni fai da te? Oggi il panino portato da casa, omani ognuno sceglierà il libri su cui studiare? Successivamente sceglieremo anche gli insegnanti da casa?

Ho seguito passo passo quanto accaduto in questo territorio: l'assessore del Comune di Bologna ha salutato questa novità come una sconfitta e ha riunito attorno ad un tavolo i dirigenti scolastici.

La Regione Emilia-Romagna ha anticipato l'intenzione di individuare linee guida igenico sanitarie condivise sulle modalità di somministrazione e consumo di quello che è stato definito di volta in volta il panino libero, lo tsunami mensa, la 'schiscetta' da casa e molto altro ancora.

Saremo molto attenti alle soluzioni di problemi igenico sanitari, organizzativi e di responsabilità che le conseguenze di questa sentenza comportano nelle scuole pubbliche, senza dimenticare la questione sostanziale e cioè di garantire a tutti i bambini, a prescindere dalle condizioni di nascita e quindi dalle risorse delle loro famiglie, un buon pasto a scuola che non significa solo un pasto gustoso ma un momento di educazione e quindi di crescita”.

 

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:35
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