Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Simona Lembi
“Nei giorni scorsi è stata i...
Di seguito l'intervento d'inizio seduta della consigliera simona Lembi (Partito Democratico) sull'atto vandalico ai danni della lapide di via Broccaindosso dedicata al partigiano Giancarlo Romagnoli.
“Nei giorni scorsi è stata incendiata la corona che si trovava sulla lapide di via Broccaindosso, posta in memoria di Giancarlo Romagnoli. Desidero ringraziare i mezzi di comunicazione che ne hanno dato notizia.
L'incendio della corona d'alloro ha avuto come conseguenza il danneggiamento del muro e della lapide stessa. Abbiamo apprezzato come la Giunta abbia immediatamente dato disposizione affinché lapide e muro fossero rapidamente ripristinati nella loro condizione originale.
E tuttavia questo gesto non si cancella, un gesto vile e grave che non vogliamo lasciar sotto silenzio, derubricandola ad una bravata.
Al contrario invece, in un'epoca in cui la memoria storica sembra affievolirsi, in cui l'impegno alla partecipazione in prima persona alla crescita di una comunità e alla difesa dei valori che la uniscono sembra venire meno, vogliamo ricordare quella generazione di antifascisti e di resistenti che pago' anche a prezzo della propria vita, come nel caso di Romagnoli, il battersi contro una dittatura e lo spendersi in prima persona per valori come libertà, giustizia, democrazia, parità, che tanto hanno segnato questo paese negli ultimi 70 anni a partire dalla scrittura della nostra Costituzione.
Occorre quindi continuare a vigilare democraticamente su quei luoghi e valorizzarli. Per questo presento un Ordine del Giorno di cui chiedo l'ammissibilità ai lavori odierni e la trattazione urgente. Attraverso una piccola ricerca online ho potuto amaramente constatare come questi episodi siamo tutt'altro che isolati, anche a Bologna:
'l'imbrattamento della lapide che ricorda la battaglia della Bolognina, per tre volte nel 2013, l'incendio di alcune delle corone poste ad alcune lapidi che ricordano la resistenza nel quartiere Lame nel 2012, l'imbavagliamento delle statue del Partigiano e della Partigiana di porta Lame nel 2010, l'atto vandalico contro la lapide che ricorda due partigiani uccisi dai fascisti all'angolo di via De Vincenzi e via Ribaldi nel 2010 e ancora le scritte ingiuriose che inneggiavano al Duce e alla Loggia P2 sul Sacrario di piazza Nettuno nel 2009'.
Per queste ragioni non possiamo sottovalutare l'atto vandalico arrecato alla lapide posta in memoria a Giancarlo Romagnoli che qui voglio ricordare.
Era nato a Pianoro nel 1924. Faceva il meccanico.
Cominciò presto il suo impegno contro tedeschi e fascisti occupandosi della ricerca delle basi necessarie all’organizzazione partigiana, nei dintorni di Lizzano in Belvedere.
Un ricordo di Romagnoli ci giunge da Cisiana Castelli, giovane staffetta e - come lei si definì – 'cuoca' del piccolo gruppo che si era creato a Poggiolforato.
Romagnoli era nella base in cui l’8 dicembre 1943 giunsero i tedeschi 'demolendo la porta con dei calci'. Lì era raccolto un gruppo di una decina di partigiani.
Romagnoli chiese a Cisiana di avvertire i genitori a Bologna, consapevole che la sua sorte era già decisa.
Il 3 gennaio venne fucilato al Poligono di tiro, insieme a Lini Formilli e Adriano Brunelli.
Dell’esecuzione diede notizia un manifesto bilingue affisso sui muri della nostra città in cui si rendeva noto:
'il Tribunale di guerra tedesco in data 31-12-1943 ha pronunciato sentenza di morte contro Formilli Lino, Brunelli Adriano, Romagnoli Giancarlo per aver preso parte a bande di partigiani e per detenzione abusiva di armi. La sentenza è stata eseguita il 3-1-1944'.
Giancarlo Romagnoli fu vittima di una delle prime fra le 270 fucilazioni avvenute al Poligono di tiro.
È stato riconosciuto partigiano nella Brigata Stella Rossa.
Bologna, medaglia d'oro alla Resistenza, deve moltissimo a quella generazione cui sarà sempre grata e riconoscente".