Consiglio comunale, l'intervento di apertura del vicepresidente Marco Piazza sull'attentato nella cattedrale cristiana copta del Cairo
Al termine dell'intervento l'Aula ha osservato un minuto di silenzio.
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Si trasmette l'intervento di apertura del vicepresidente del Consiglio comunale Marco Piazza sull'attentato nella cattedrale cristiana copta del Cairo. Al termine dell'intervento l'Aula ha osservato un minuto di silenzio.
"Una nuova tragedia. L'ennesima persecuzione religiosa. Domenica, nella cattedrale cristiana copta del Cairo un attentato ha causato la morte di 25 fedeli radunati per le celebrazioni. Tra questi anche donne e bambini.
Una bomba che semina morte in un luogo che è dedicato alla pace e all’amore.
Professare la propria religione è una cosa che qui da noi diamo per scontato ma in molte parti del mondo a pregare o semplicemente riunirsi per celebrare il proprio credo, è un atto che richiede coraggio e la consapevolezza di un altissimo rischio della propria vita.
E’ inaccettabile per la nostra sensibilità che questa libertà basilare non sia garantita e scontata ovunque.
I numeri sono drammatici.
Il rapporto del World Wacth Monitor ha contato nel 2014 ben 4334 cristiani vittime di persecuzioni e 1062 chiese distrutte tutte in quell'anno. Le regioni più colpite sono la Nigeria, il Centro Africa e la Siria. E se allarghiamo questo conto a tutte le religioni, contando tutte le vittime di ogni credo, i numeri crescono di oltre un ordine di grandezza evidenziando un fenomeno globale più che drammatico.
Questa tragedia non viene da sola, altri efferati attacchi terroristici hanno insanguinato questi giorni di Avvento: la strage di Istanbul e ancora la Nigeria. In tutti domina una inumana violenza lontanissima da ogni valore civile e persino aliena al concetto stesso di umanità".
"Una nuova tragedia. L'ennesima persecuzione religiosa. Domenica, nella cattedrale cristiana copta del Cairo un attentato ha causato la morte di 25 fedeli radunati per le celebrazioni. Tra questi anche donne e bambini.
Una bomba che semina morte in un luogo che è dedicato alla pace e all’amore.
Professare la propria religione è una cosa che qui da noi diamo per scontato ma in molte parti del mondo a pregare o semplicemente riunirsi per celebrare il proprio credo, è un atto che richiede coraggio e la consapevolezza di un altissimo rischio della propria vita.
E’ inaccettabile per la nostra sensibilità che questa libertà basilare non sia garantita e scontata ovunque.
I numeri sono drammatici.
Il rapporto del World Wacth Monitor ha contato nel 2014 ben 4334 cristiani vittime di persecuzioni e 1062 chiese distrutte tutte in quell'anno. Le regioni più colpite sono la Nigeria, il Centro Africa e la Siria. E se allarghiamo questo conto a tutte le religioni, contando tutte le vittime di ogni credo, i numeri crescono di oltre un ordine di grandezza evidenziando un fenomeno globale più che drammatico.
Questa tragedia non viene da sola, altri efferati attacchi terroristici hanno insanguinato questi giorni di Avvento: la strage di Istanbul e ancora la Nigeria. In tutti domina una inumana violenza lontanissima da ogni valore civile e persino aliena al concetto stesso di umanità".