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Consiglio comunale, intervento d'inizio seduta della consigliera Federica Mazzoni (Pd)

Si trasmette l'intervento d'inizio seduta della consigliera Federica Mazzoni sul Fertility day."Ritorno sulla questione legata al Fertility Day e al Piano nazionale per la fertilità promossa dal Ministero della Salute e prevista per il prossim...

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Si trasmette l'intervento d'inizio seduta della consigliera Federica Mazzoni sul Fertility day.

"Ritorno sulla questione legata al Fertility Day e al Piano nazionale per la fertilità promossa dal Ministero della Salute e prevista per il prossimo 22 settembre. Come già espresso in questa Aula, il lancio della campagna di comunicazione e l’intera operazione hanno mostrato criticità in termini di enunciazione dei contenuti espressi, in ordine a una mancata sensibilità nei confronti delle donne e delle coppie che non riescono o non possono avere figli, oppure che non li desiderano, veicolando messaggi che sono stati considerati da molte e molti irrispettosi, indelicati, che ricalcano un’idea del femminile necessariamente e indissolubilmente legate alla maternità. Madri non si nasce, lo si diventa per scelta; anzi dobbiamo auspicarlo sempre più e non solo per quanto riguarda le donne, ma anche per gli uomini, padri che la nostra società deve imparare a riconoscere e valorizzare nel loro ruolo di cura. Sono gli uomini stessi che lo chiedono.

Insomma, questa iniziativa del Ministero è stata un pasticcio. Tuttavia penso che a volte anche da situazioni critiche si possa raccogliere e costruire qualcosa di positivo:

-penso al ruolo che ha giocato la nostra città; il Comune di Bologna, attraverso L’Assessore Rizzo Nervo che ringrazio, ha da subito preso le distanze da quella campagna di comunicazione e ha cancellato e modificato il carattere di alcune iniziative proposte dal Ministero della salute, riportando su un piano strettamente informativo e sanitario il tenore del convegno che verrà ospitato a Bologna;

-inoltre la libera e consapevole scelta di avere figli rappresenta un essenziale elemento inerente la più profonda soggettività di ciascuno di noi, ma tale decisione non può dirsi condizionata solo e semplicemente da fattori individuali e sanitari, quanto da un contesto socio-economico e culturale che deve essere in grado di sostenere in maniera adeguata e incentivante le madri, i padri, i bambini e le bambine, le famiglie. Basti pensare che dati Istat ci informano di una preoccupante stima che registra la nascita nel 2015 di meno di 500.000 bambini, soglia psicologica che rafforza l’esistenza di un problema demografico. Anche a Bologna, pur davanti a una ripresa delle nascite negli ultimi anni, il trend è ascrivibile a quello nazionale, tanto che si è comunque al di sotto della soglia minima per garantire il ricambio generazionale.

Ancora l’Istat poi, nella ricerca del 2014, 'Avere figli in Italia negli anni 2000' riporta che i figli 'attesi', ovvero la somma dei bambini avuti e quelli che si vorrebbero sono pari a 2,3, dato emblematico se pensiamo che effettivamente si hanno 1,39 figli per donna.

Per questi motivi penso che affrontare il tema della salute sessuale e riproduttiva, della fertilità femminile e maschile sia importante, ma che lo si debba fare in maniera diversa e che questo sia solo un versante della molto più ampia questione della denatalità nel nostro paese. Penso al fatto che è ormai accertata la necessità di pianificare e realizzare azioni trasversali a tutte le politiche pubbliche, organiche e strutturali anche tra i diversi soggetti istituzionali, compreso quello locale, in merito al sostegno della maternità e della paternità, e al contrasto delle discriminazioni e degli stereotipi che ancora permangono tra donne e uomini. L’Italia ha fatto propria questa impostazione, detta di gender mainstreaming ratificando e rendendo esecutive la Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazioni contro le donne (CEDAW), la Convenzione di Istanbul contro la violenza di genere; nel nostro territorio poi si sta attuando nella presente Legislatura regionale la Legge quadro per la Parità e contro delle discriminazioni di genere, attraverso un piano di azioni di sistema e strumenti messi a disposizione delle Amministrazioni locali.

Per questo intendo presentare un ordine del giorno da iscrivere nei lavori di approfondimento delle Commissioni che invita Sindaco e Giunta a sottoscrivere il Protocollo di Intesa in attuazione della Legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere della Regione Emilia-Romagna, individuando, per quanto di propria competenza, le azioni più efficaci e cogenti agli obiettivi espressi".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:35
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