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Consiglio comunale, gli interventi d'inizio seduta del consigliere Francesco Errani

Di seguito gli interventi di inizio seduta del consigliere Francesco Errani (Partito Democratico) sulla richiesta di cittadinanza per bambini stranieri nati in Italia e sulla Giornata mondiale contro la povertà.
Cittadinanza per bambini stran...

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Di seguito gli interventi di inizio seduta del consigliere Francesco Errani (Partito Democratico) sulla richiesta di cittadinanza per bambini stranieri nati in Italia e sulla Giornata mondiale contro la povertà.

Cittadinanza per bambini stranieri nati in Italia.
“Gentile Presidente, a Bologna e in diverse città italiane, i ragazzi stranieri di seconda generazione sono scesi in piazza per chiedere l'approvazione della legge sulla cittadinanza ferma da un anno in Parlamento. Hanno consegnato a cittadini e politici le cartoline con le loro immagini, le loro storie di 'cittadini italiani fantasma'.
La necessità di una nuova legislazione in materia di cittadinanza per i cittadini stranieri che risiedono in Italia è oggetto di discussione in Parlamento da troppo tempo e il Presidente del Senato Grasso si è impegnato perché il DdL venga discusso e approvato presto.

Il tema dell’integrazione dei cittadini stranieri in Italia e in Europa è una delle sfide più impegnative da affrontare per gli Stati Europei ed è un impegno sul quale si gioca il futuro stesso del nostro Paese.
Nella Convenzione Europea sulla Nazionalità tra gli Stati membri del Consiglio di Europa conclusa il 6/11/1997, è previsto che ciascuno Stato faciliti, nell’ambito del diritto domestico, l’acquisizione della cittadinanza per 'le persone nate sul suo territorio e ivi domiciliate legalmente e abitualmente'. L’articolo 3 della Costituzione Italiana garantisce inoltre che “tutti i Cittadini hanno parità dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.

Dobbiamo riconoscere, ai giovani stranieri nati in Italia, il contributo e la partecipazione alla vita economica, sociale e culturale della nostra città e del nostro Paese.
Questi ragazzi vivono nello stesso contesto scolastico dei nostri giovani, parlano l’italiano, studiano la storia d’Italia, sono figli di cittadini stranieri regolari che lavorano e pagano le tasse in Italia.
Il riconoscimento a questi giovani della cittadinanza può agevolare un percorso di integrazione reale dove veder affermata l’idea di una comunità al contempo unica e plurale, in cui le diversità siano una ricchezza e non un problema, in cui il dialogo, il confronto, il rispetto dei diritti e dei doveri della Costituzione siano capisaldi.
Abbiamo bisogno della legge per riconoscere i diritti a persone che devono poter far parte a pieno titolo del paese e della città in cui sono nati. E dobbiamo dire che per noi non ci sono differenze.

 

Giornata mondiale contro la povertà
“Oggi si tiene la Giornata mondiale contro la povertà, celebrata per la prima volta il 17 ottobre 1987 a Parigi e poi riconosciuta ufficialmente dalle Nazioni Unite nel dicembre 1992. Lo ha ricordato anche Papa Francesco chiedendo di 'lottare insieme contro la povertà che degrada, offende e uccide'.

La situazione è drammatica. La povertà è in forte aumento, anche in Italia. L’Istat nel 2015 stima che le famiglie residenti in condizione di povertà assoluta siano pari a 1 milione e 582 mila e gli individui a 4 milioni e 598 mila (il numero più alto dal 2005 a oggi).
Aumento della povertà e degrado dell’ambiente, due conseguenze di un modello di sviluppo sbagliato.
Accanto all’area dell’esclusione sociale tradizionale si presenta oggi una nuova esclusione che riguarda le persone che hanno perso il lavoro, le donne sole con figli, i giovani precari. Il confine tra inclusione ed esclusione si è fatto più sottile e, per ritrovarsi al di là della linea, basta a volte un evento critico. Un ulteriore aspetto della situazione attuale è costituito dalla difficoltà di progettarsi una vita adulta da parte di una quantità crescente di giovani, aspetto quest'ultimo che alimenta il rischio di un conflitto fra generazioni.

Il lavoro è centrale se vogliamo davvero ridurre le disuguaglianze. Oltre che garantire un reddito indispensabile per la sopravvivenza, conferisce anche dignità, identità e appartenenza. Nel periodo di grave crisi economica che stiamo attraversando, la perdita del lavoro evidenzia quanto sia labile il confine che separa la normalità di chi è in salute ed è socialmente integrato da chi si trova con problemi di riconoscimento occupazionale ed esposto ai rischi di isolamento ed emarginazione.

I rischi di un aggravarsi delle ingiustizie, delle disuguaglianze e dell'involuzione della democrazia impone l'urgenza di ricercare una logica e delle strategie che permettano di mettere tutti e ciascuno su un piano di uguaglianza delle opportunità e di progettare un modello di società che abbia come obiettivo quello di consentire ai propri cittadini di soddisfare i propri bisogni secondo le proprie capacità. Compito delle politiche pubbliche non è solo quello di fornire le necessarie risorse aggiuntive, ma di rimuovere gli ostacoli, soprattutto quando è la collocazione sociale e familiare delle persone che vincola lo sviluppo delle loro capacità.

Dobbiamo ripensare un nuovo modello di welfare per tendere a una città e a contesti di vita più inclusivi e quindi educare a una società umanizzante, che sappia valorizzare le persone e le risorse della comunità.
La sfida che abbiamo di fronte è di individuare le strategie per ricostruire dal basso un modello di sviluppo che sia sostenibile e rispettoso della dignità della persona, in grado di accogliere le differenze e farsi carico delle difficoltà che ognuno può incontrare in alcune parti della propria esistenza.

Ci sono a Bologna alcune esperienze attive, progetti ideati e realizzati nel territorio della città:
- clausole sociali negli appalti pubblici, clausole finalizzate alla promozione della realizzazione professionale delle persone in situazione di svantaggio per ragioni sociali o di disabilità;
- la promozione della responsabilità sociale delle imprese, realizzata attraverso l'esperienza di Azienda Solidale. Per l'inclusione delle diversità. Si tratta di esperienze imprenditoriali di inclusione lavorativa di persone a rischio di emarginazione sociale attuate da numerose aziende del territorio cittadino e metropolitano.
Si tratta di esperienze ancora limitate e locali, ma sono esperienze che possono costituire un riferimento culturale e operativo di un modello di sviluppo possibile che conviene a tutti, uno sviluppo compatibile con i limiti ambientali e umanizzante.
Un modello di società e di sviluppo che ha come riferimento la legalità, la responsabilità sociale, la riduzione della povertà e dell'esclusione attraverso la valorizzazione delle risorse umane”.

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:35
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