VISITA PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, DISCORSO DEL SINDACO DI BOLOGNA VIRGINIO MEROLA
A seguito della visita del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in Comune a Bologna, si trasmette il discorso del sindaco di Bologna, Virginio Merola, tenuto questa mattina in Sala d'Ercole a Palazzo d'Accursio.
"Signor Presidente,...
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A seguito della visita del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in Comune a Bologna, si trasmette il discorso del sindaco di Bologna, Virginio Merola, tenuto questa mattina in Sala d'Ercole a Palazzo d'Accursio.
"Signor Presidente,
grazie alla nostra Università e al magnifico Rettore Ivano Dionigi Lei ritorna a Bologna cinque anni dopo la Sua visita ufficiale .
Le Sue parole di apprezzamento per Bologna e la sua Università ci confortano e ci spronano ad essere all'altezza del cambiamento e delle riforme necessarie.
Amministrare, oggi, è una responsabilità assai severa. La nostra Costituzione ci prescrive di farlo con disciplina e onore e non possiamo essere noi, generazioni a cui la libertà, la democrazia e l’unità delle nazioni sono state donate a sottrarci a questo compito.
Anche per questo riteniamo che la strada da percorrere sia quella di rafforzare un progetto di Bologna come città delle persone, una comunità aperta, dove la cura degli altri e del bene comune sia fondato sul desiderio di lavorare insieme per un maggiore benessere e una maggiore eguaglianza.
La nostra tradizione educativa e pedagogica che ha visto e vede direttamente impegnato il comune, a cominciare dai nidi e dalle scuole dell'infanzia, ci conferma che la scuola esprime la società che la genera, ma insieme che la scuola è capace di generare una nuova società.
Così come una scuola e una Università degradate esprimono una società degradata, una scuola che prende cura genera un reciproco senso di cura. Perché un bambino che riceve fiducia darà fiducia ed esprimerà senso di appartenenza e convivenza prendendosi cura delle persone e del bene comune.
Le Sue ferme parole sulla necessità di riconoscere la cittadinanza ai giovani che sono nati e si sono formati nel nostro Paese sono, in questo senso, un'alta testimonianza e una precisa indicazione di lavoro per tutti noi.
Una città di persone è uno spazio di possibilità per la condivisione di progetti individuali e collettivi. E la fatica di una quotidiana condivisione è in fondo l'essenza della politica. Bologna ha la storia e la possibilità per crescere i propri figli in un ambiente culturale dove l'altro non è un nemico, un problema, un imprevisto, ma piuttosto un'opportunità, una ricchezza, un compagno desiderato in un viaggio che dobbiamo fare insieme.
Stiamo affrontando con gli altri Comuni italiani la prova di un bilancio di previsione difficile. E’ necessario che ogni città faccia la propria parte di sacrifici per contribuire al rigore necessario a mantenere a testa alta nel nostro Paese nel comparto europeo. E anche Bologna, come sempre, farà la propria parte. Ma occorre affrontare queste mesi non solo in difesa, ma con una prospettiva di futuro e di crescita che abbia come obiettivo l'uguaglianza e il lavoro. Per questo chiediamo al Parlamento e al Governo che affrettino le misure per gli investimenti infrastrutturali, per la scuola e la ricerca e che coinvolgano i Comuni come protagonisti e motori della ricostruzione su basi nuove del nostro Paese. Questo è il tempo in cui i partiti si assumano le proprie responsabilità nella definizione di un progetto generale per il Paese, invertendo il processo di progressiva marginalizzazione della politica stessa quale veicolo della rappresentanza dei cittadini.
Ieri Sig. Presidente con la Sua lezione magistrale all'Università di Bologna Lei ha di nuovo dimostrato che questo è possibile. Le esprimo per questo tutta la nostra riconoscenza e gratitudine e la nostra profonda stima".
"Signor Presidente,
grazie alla nostra Università e al magnifico Rettore Ivano Dionigi Lei ritorna a Bologna cinque anni dopo la Sua visita ufficiale .
Le Sue parole di apprezzamento per Bologna e la sua Università ci confortano e ci spronano ad essere all'altezza del cambiamento e delle riforme necessarie.
Amministrare, oggi, è una responsabilità assai severa. La nostra Costituzione ci prescrive di farlo con disciplina e onore e non possiamo essere noi, generazioni a cui la libertà, la democrazia e l’unità delle nazioni sono state donate a sottrarci a questo compito.
Anche per questo riteniamo che la strada da percorrere sia quella di rafforzare un progetto di Bologna come città delle persone, una comunità aperta, dove la cura degli altri e del bene comune sia fondato sul desiderio di lavorare insieme per un maggiore benessere e una maggiore eguaglianza.
La nostra tradizione educativa e pedagogica che ha visto e vede direttamente impegnato il comune, a cominciare dai nidi e dalle scuole dell'infanzia, ci conferma che la scuola esprime la società che la genera, ma insieme che la scuola è capace di generare una nuova società.
Così come una scuola e una Università degradate esprimono una società degradata, una scuola che prende cura genera un reciproco senso di cura. Perché un bambino che riceve fiducia darà fiducia ed esprimerà senso di appartenenza e convivenza prendendosi cura delle persone e del bene comune.
Le Sue ferme parole sulla necessità di riconoscere la cittadinanza ai giovani che sono nati e si sono formati nel nostro Paese sono, in questo senso, un'alta testimonianza e una precisa indicazione di lavoro per tutti noi.
Una città di persone è uno spazio di possibilità per la condivisione di progetti individuali e collettivi. E la fatica di una quotidiana condivisione è in fondo l'essenza della politica. Bologna ha la storia e la possibilità per crescere i propri figli in un ambiente culturale dove l'altro non è un nemico, un problema, un imprevisto, ma piuttosto un'opportunità, una ricchezza, un compagno desiderato in un viaggio che dobbiamo fare insieme.
Stiamo affrontando con gli altri Comuni italiani la prova di un bilancio di previsione difficile. E’ necessario che ogni città faccia la propria parte di sacrifici per contribuire al rigore necessario a mantenere a testa alta nel nostro Paese nel comparto europeo. E anche Bologna, come sempre, farà la propria parte. Ma occorre affrontare queste mesi non solo in difesa, ma con una prospettiva di futuro e di crescita che abbia come obiettivo l'uguaglianza e il lavoro. Per questo chiediamo al Parlamento e al Governo che affrettino le misure per gli investimenti infrastrutturali, per la scuola e la ricerca e che coinvolgano i Comuni come protagonisti e motori della ricostruzione su basi nuove del nostro Paese. Questo è il tempo in cui i partiti si assumano le proprie responsabilità nella definizione di un progetto generale per il Paese, invertendo il processo di progressiva marginalizzazione della politica stessa quale veicolo della rappresentanza dei cittadini.
Ieri Sig. Presidente con la Sua lezione magistrale all'Università di Bologna Lei ha di nuovo dimostrato che questo è possibile. Le esprimo per questo tutta la nostra riconoscenza e gratitudine e la nostra profonda stima".