Comunicati stampa

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SCOMPARSA MAURIZIO CEVENINI, LA COMMEMORAZIONE DEL SINDACO VIRGINIO MEROLA


Trasmettiamo intervento del Sindaco di Bologna, Virginio Merola, per la commemorazione di Maurizio Cevenini, avvenuta questa mattina in Sala d'Ercole a Palazzo d'Accursio.

"Cara Federica, cara Rossella, cari familiari, autorità civili, milit...

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Trasmettiamo intervento del Sindaco di Bologna, Virginio Merola, per la commemorazione di Maurizio Cevenini, avvenuta questa mattina in Sala d'Ercole a Palazzo d'Accursio.

"Cara Federica, cara Rossella, cari familiari, autorità civili, militari e religiose, care cittadine e cari cittadini.

La pesantezza che spesso, in questi tempi difficili, grava sulle nostre vite personali e sulla nostra vita collettiva si è fatta quasi insostenibile quando ci ha raggiunto la notizia della morte di Maurizio Cevenini.

Per tanti di noi Maurizio è l’esempio del fatto che si possono affrontare gli ostacoli e le fatiche dell’esistenza con una leggerezza intelligente, mai superficiale, cioè con la capacità di tenere a distanza e di saltare le volgarità, le esasperazioni, le faziosità e le dispute di parte.

Il sorriso di Maurizio, la sua ironia, la sua simpatia ci tornano in mente, in queste ore, con insistenza.

Maurizio sapeva ascoltare le persone, sapeva condividere le preoccupazioni e i problemi di chi incontrava, sapeva dare e ricevere simpatia, affetto, rispetto.

Tanti di noi che hanno incontrato il Cev nelle più diverse situazioni lo possono testimoniare.

A tanti lascia un ricordo di sé positivo, a tutti un sentimento di stima per la sua persona.

Se c’era un gruppo di cittadini che, a vario titolo si riuniva, lì il Cev c’era: una gara sportiva, una festa dell’Unità o una cerimonia, una tombola, la celebrazione di un partigiano, il 2 Agosto e le altre stragi, un incontro di lavoratori in una fabbrica o un convegno di industriali, una lezione all’Università. Alle sedute dei Consigli comunali, provinciali e regionali era sempre presente.

Il Cev c’era sempre nelle istituzioni democratiche e tra la gente. Ed era popolare non solo perché era spesso presente ma perché sapeva spontaneamente interpretare il sentimento collettivo.

La sua passione era l’impegno politico, fondato sui valori e gli ideali che non ha mai rinnegato: era un uomo di sinistra, ma soprattutto un democratico che credeva nel valore delle istituzioni elette dai cittadini, nella politica come impegno per il bene comune e nella necessità per le sorti della democrazia che la politica sappia essere popolare, radicata e partecipata.
Oggi, insieme a voi tutti, cercherò di dargli un primo saluto di commiato a nome di tutte le istituzioni di cui ha fatto parte.

Ho cercato le parole per farlo. Non è stato facile e chiedo la Vostra comprensione per questo.

Non mi è stato facile soprattutto perché la reazione spontanea di incredulità e di sconcerto e poi il pensiero più meditato sul suo gesto estremo mi portano a questa valutazione: c’è bisogno di tempo, c’è bisogno di lasciare posare dentro di noi il volto e le immagini di Maurizio, i personali ricordi che ciascuno di noi ha di lui, di non affrettarsi a cercare ragioni, a darsi spiegazioni.

Un sintomo della nostra fatica a tornare a sperare in qualcosa è che facciamo fatica ad attendere, a darci il tempo di aspettare per riflettere, per trovare i pensieri e le azioni più giuste.

Dobbiamo a Maurizio, io credo, prima di giudicare il suo gesto, la capacità di stare un po’ in silenzio e di ritrovare la necessità di rispettare le persone, a cominciare dalla loro memoria e dalla loro vita privata, intima, personale.

Tuttavia c’è altro di cui parlare oggi, di importante, nel rispetto di Maurizio e di qualche utilità per il nostro tempo presente e a venire.
Cosa ne facciamo di tutto questo dolore e di tutta questa sofferenza?

Ci sono stati in passato periodi brutti, magari peggiori per la nostra città e per il nostro Paese.

Oggi sentiamo che un’epoca è finita e che stiamo passando ad un’altra, per strade diverse, che possiamo anche non prevedere o evitare o che possiamo provare a costruire insieme.

Noi abbiamo pianto poco tempo fa per Guido Fanti, per Lucio Dalla, ieri per Stefano Tassinari e oggi per te, Maurizio, soffriamo per voi.

Ma insieme soffriamo per quello che abbiamo paura di perdere con voi: quella Bologna che come voi e grazie anche a voi amiamo.

Anche a me, caro Maurizio è venuta questa paura e mi sono venute in mente quei versi di Pasolini che dicono “...Ma io, con il cuore cosciente di chi soltanto nella storia ha vita, potrò mai più con pura passione operare, se so che la nostra storia è finita?”

Ma mi è tornato in mente il tuo sorriso e mi sono detto e ci dobbiamo dire: non inseguiamo questa paura.

Il Cev ci richiama ad un impegno, il dolore è grande: noi siamo stati e possiamo continuare ad essere la città che insieme amiamo.

Lo dico ai volontari della festa di Savena dove il Cev faceva sempre il cassiere, come lo dico ai tifosi del Bologna e della Virtus, agli anziani dei centri sociali così come alle associazioni alle polisportive, ai club, ai consiglieri di maggioranza e di minoranza delle amministrazioni democratiche:

Cev amava questa città perché siamo una comunità speciale e lui sopra ogni cosa vuole da noi il coraggio e la capacità di continuare ad esserlo, affrontando il cambiamento necessario.

Cev amava la bonomia e l’ironia dei bolognesi, la capacità tutta nostra di tenere insieme la necessità di cambiare, di innovare e essere solidali e uniti, tolleranti e pragmatici.

Cev conosceva la forza che Bologna può esprimere con questa sua capacità si innovare la tradizione e di conservare la possibilità di un futuro.

Non riusciva a fare politica senza pensare alla politica come il suo modo di amare Bologna e la comunità che noi insieme tutti siamo.

Questo dobbiamo fare anche per il Cev: ripensare al valore della nostra comunità e al suo modo di essere, rafforzarla con la voglia di costruire e crescere insieme, con il coraggio di chi torna a sperare nella solidarietà e nell’impegno civico che ci ha reso forti come città.

E’ questa voglia di continuare ad essere una comunità che Maurizio ha testimoniato con la sua vita pubblica, che è stata larga parte della sua esistenza.

Questa è l'eredità alta, profondamente e autenticamente politica che lascia a tutti noi.

Pensiamoci, interroghiamoci su come non disperdere questa sua eredità.

Lo dico in particolare ai giovani della nostra città perché tocca a loro essere protagonisti in particolare, permettetemi, ai giovani consiglieri comunali e di Quartiere che oggi insieme, al di là delle appartenenze, sono sconcertati e affranti per la scomparsa del Cev.
Per te Maurizio è stato un grande dolore rinunciare a candidarti come Sindaco, come hai detto pubblicamente il giorno che lo hai deciso.

Oggi qui, tutti insieme, caro Maurizio diciamo con sincerità che ciò che volevi essere per noi lo sei stato e lo sei.

Questo era il tuo profondo e grande desiderio.

Voglio ringraziarti ancora per la generosità con cui hai accettato di fare il Presidente del mio comitato elettorale e per il tuo sostegno quando mi accompagnavi alle iniziative e ti presentavi con il tuo modo di fare schietto, semplice, autentico.

Cev eri un politico fine, capace di comunicare, colto non solo per formazione, ma perché profondamente popolare, capace di ascoltare e di parlare alle diverse parti della città.

Ma soprattutto cara Federica, cara Rossella, cari familiari, Cev aveva un’arma segreta che tutti abbiamo conosciuto: quando lanciava il suo sorriso attorno l’aria si puliva.

Arrivederci caro Maurizio, caro amico, caro compagno.

Non ti preoccupare, il Cev c’è e ci sarà sempre".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:14
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