QUESTION TIME, CHIARIMENTI SULLE SOCIETA' PARTECIPATE
La vicesindaco Silvia Giannini ha risposto, nella seduta odierna di Question time, alla domanda d'attualità del consigliere Manes Bernardini (Lega Nord) sulla vendita delle quote di partecipazione in Società Collegate/controllate.
Domanda d'attu...
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La vicesindaco Silvia Giannini ha risposto, nella seduta odierna di Question time, alla domanda d'attualità del consigliere Manes Bernardini (Lega Nord) sulla vendita delle quote di partecipazione in Società Collegate/controllate.
Domanda d'attualità del consigliere Manes Bernardini
"Visto gli articoli di stampa relativi alla vendita delle azioni in aziende partecipate/controllate dal Comune di Bologna si chiede al signor Sindaco: se l'annuncio riportato dai quotidiani e dalle agenzie stampa relativamente ad un studio già avviato per la vendita delle quote di partecipazione in Società Collegate/controllate si può interpretare come una precisa volontà dell'amministrazione di vendere tali quote; quali saranno i criteri che verranno adottati per la vendita di tali quote; se è intenzione dell'amministrazione affidare incarichi professionali esterni per la valutazione di tutti gli aspetti connessi a tale vendita; se l'amministrazione ha già previsto un piano di investimento per gli introiti che ne deriveranno da tale vendite; quali siano i tempi di tale operazione e quali azioni saranno vendute in ordine di tempo".
Risposta della vicesindaco Silvia Giannini
"Non so sinceramente a quale ordine del giorno o quale altra documentazione o atto il consigliere Bernardini facesse riferimento prima e sembrava - diciamo - lasciar intendere che questa Amministrazione, in maniera, quindi, contraddittoria a quanto avrebbe poi dichiarato il Sindaco pochi giorni fa. Probabilmente però era congegnato in modo - lo dico per beneficio di informazione - da far intendere che c'era qualcos'altro e non era semplicemente, cosa su cui non si sera d'accordo, quello di intraprendere un iter di valutazione delle possibili dismissioni mobiliari.
Sinceramente ci tengo a precisare, e non credo che l'Amministrazione sia stata in questo senso contraddittoria, nel senso che abbiamo sempre detto che valutiamo molto attentamente le dismissioni sia mobiliari sia immobiliari alla luce tra l'altro anche di una normativa che va sempre più in questa direzione, cioè quella di incentivare gli enti a dismettere. C'è anche l'ultimissimo decreto di cui stiamo ancora esaminando la portata che prevede ad esempio l'istituzione di fondi sia mobiliari che immobiliari, ci sono comunque da tempo normative che sempre più, come ho già ricordato precedentemente, vanno nella direzione di una liberalizzazione nel mercato, di una riduzione cioè dell'intervento pubblico nel campo delle società e in ogni caso mi sembra che onestamente l'Amministrazione non sia mai stata contraddittoria e comunque quello che posso dire è che è stato dato mandato agli uffici competenti e gli uffici stanno lavorando per verificare modalità e vincoli (ivi compresi gli obblighi derivanti da eventuali patti di sindacato) connessi ad eventuali cessioni azionarie, parziali o totali, delle società partecipate. Quindi quello che gli uffici stanno facendo è un'istruttoria, società per società, dei singoli casi per vedere quali sono vincoli, problemi, legati all'eventuale possibile dismissione, e ovviamente anche per capire se c'è un interesse a dismettere e fare anche quel ragionamento strategico a cui lei faceva riferimento. Quello che è importante è ovviamente valutare caso per caso le singole situazioni, anche perché la normativa come sapete anche voi è molto diversa, quella per i rifiuti è diversa da quella per le farmacie che è diversa da alti settori del Tpl e quant'altro; quindi ogni settore, sia relativamente alla possibilità di liberalizzarlo completamente, sia relativamente alla possibilità di cessione di quote o dell'intera società merita un'attenzione caso per caso .
Quindi guardando la situazione di ogni società, come lei giustamente dice, anche i patti parasociali, lo statuto, insomma la normativa di riferimento e la rilevanza strategica della società stessa, poi l'eventuale decisione di procedere alla cessione sarà evidentemente oggetto di deliberazione anche consiliare e quindi questo comporterà anche la necessità di valutare la stima delle azioni o delle quote poste in vendita o determinare il valore da porre a base d'asta.
Quindi c'e' anche tutto un iter che non rende semplice le dismissioni, proprio perché occorre fare delle valutazioni e così via, diciamo che l'unica dismissione semplice ed immediata potrebbe essere quella della società quotata a cui partecipiamo che è quella di Hera ma, giustamente, come lei stesso ha sottolineato, qui non bisogna svendere quindi va fatto un ragionamento strategico che deve anche però ovviamente basarsi sull'esigenza di non svendere; e infatti non a caso lo stesso Sindaco non ha mai parlato, anzi, ha detto espressamente che Hera è al di fuori di questo ragionamento che stiamo facendo però tutte le altre società stiamo facendo una ricognizione. Per quanto riguarda la possibilità degli uffici di portare avanti in tempi rapidi questo lavoro, sicuramente stanno lavorando ma ci sono solo, ci tengo a precisare, nel Settore tre persone tra cui il direttore, quindi potrà anche rendersi necessaria l'assistenza di advisor al fine soprattutto di organizzare i data room informativi per la specifica competenza tecnica di ogni società e così via, quindi, insomma, ci sono anche degli atti che oltre a comportare tempo possono prevedere delle procedure o delle valutazioni che vanno fatte che oltre a comportare tempo possono anche comportare determinate spese, perché occorrerà fare perizie, valutazioni e non è escluso che in alcuni casi occorrerà un advisor.
Quindi: al momento non esiste un piano operativo preciso delle dismissioni, né una precisa previsione degli introiti che potranno comportare, ma c'è un ragionamento che mi sembra vada proprio nella stessa direzione che lei richiedeva, di fare attente valutazioni caso per caso e di fare un ragionamento strategico per avviare comunque un percorso che mi sembra che l'Amministrazione ha sempre delineato senza contraddittorietà.
Vorrei però dire un'ultima cosa perché nel suo testo orale il consigliere Bernardini ha detto "non possiamo più aumentare le tasse, non possiamo ridurre i servizi ma dobbiamo dismettere", verissimo però stiamo attenti ad una questione che non possiamo pensare che gli introiti delle dismissioni mobiliari o immobiliari che siano, non vanno mai confrontate con gli introiti delle imposte oppure con riduzioni di spesa, perché mentre le imposte danno entrate continuative o riduzione dei servizi , darebbero riduzioni continuative di spesa nel caso di entrate che dipendono da dismissioni immobiliari o mobiliari siamo di fronte ad entrate una tantum che vanno bene per finanziare degli investimenti ma stiamo attenti non vanno bene - e guai farlo! - perché sarebbe la violazione di norme basilari contabili, per finanziare della spesa corrente. Quindi non possiamo mettere sullo stresso piano ciò che è una dismissione mobiliare che, vi ripeto, persegue finalità di liberalizzazione, di seguire gli adempimenti normativi che, a mio avviso giustamente, vanno nella direzione di una sempre maggiore liberalizzazione, ma è importante dismettere per avere finaziamenti per gli investimenti di cui abbiamo un gran bisogno, sapete quanto questo comune si stai impegnano negli investimenti nelle strade e nelle scuole e cosi' via però non serve certo per finanziare servizi. Volevo specificare questo perché sono aspetti contabili molto ma molto importanti su cui non dobbiamo fare confusione altrimenti lasciaremmo intendere che possiamo abbassare le imposte permanentemente con entrate una tantum che proprio non è assolutamente il modo in cui si fanno i bilanci".
Domanda d'attualità del consigliere Manes Bernardini
"Visto gli articoli di stampa relativi alla vendita delle azioni in aziende partecipate/controllate dal Comune di Bologna si chiede al signor Sindaco: se l'annuncio riportato dai quotidiani e dalle agenzie stampa relativamente ad un studio già avviato per la vendita delle quote di partecipazione in Società Collegate/controllate si può interpretare come una precisa volontà dell'amministrazione di vendere tali quote; quali saranno i criteri che verranno adottati per la vendita di tali quote; se è intenzione dell'amministrazione affidare incarichi professionali esterni per la valutazione di tutti gli aspetti connessi a tale vendita; se l'amministrazione ha già previsto un piano di investimento per gli introiti che ne deriveranno da tale vendite; quali siano i tempi di tale operazione e quali azioni saranno vendute in ordine di tempo".
Risposta della vicesindaco Silvia Giannini
"Non so sinceramente a quale ordine del giorno o quale altra documentazione o atto il consigliere Bernardini facesse riferimento prima e sembrava - diciamo - lasciar intendere che questa Amministrazione, in maniera, quindi, contraddittoria a quanto avrebbe poi dichiarato il Sindaco pochi giorni fa. Probabilmente però era congegnato in modo - lo dico per beneficio di informazione - da far intendere che c'era qualcos'altro e non era semplicemente, cosa su cui non si sera d'accordo, quello di intraprendere un iter di valutazione delle possibili dismissioni mobiliari.
Sinceramente ci tengo a precisare, e non credo che l'Amministrazione sia stata in questo senso contraddittoria, nel senso che abbiamo sempre detto che valutiamo molto attentamente le dismissioni sia mobiliari sia immobiliari alla luce tra l'altro anche di una normativa che va sempre più in questa direzione, cioè quella di incentivare gli enti a dismettere. C'è anche l'ultimissimo decreto di cui stiamo ancora esaminando la portata che prevede ad esempio l'istituzione di fondi sia mobiliari che immobiliari, ci sono comunque da tempo normative che sempre più, come ho già ricordato precedentemente, vanno nella direzione di una liberalizzazione nel mercato, di una riduzione cioè dell'intervento pubblico nel campo delle società e in ogni caso mi sembra che onestamente l'Amministrazione non sia mai stata contraddittoria e comunque quello che posso dire è che è stato dato mandato agli uffici competenti e gli uffici stanno lavorando per verificare modalità e vincoli (ivi compresi gli obblighi derivanti da eventuali patti di sindacato) connessi ad eventuali cessioni azionarie, parziali o totali, delle società partecipate. Quindi quello che gli uffici stanno facendo è un'istruttoria, società per società, dei singoli casi per vedere quali sono vincoli, problemi, legati all'eventuale possibile dismissione, e ovviamente anche per capire se c'è un interesse a dismettere e fare anche quel ragionamento strategico a cui lei faceva riferimento. Quello che è importante è ovviamente valutare caso per caso le singole situazioni, anche perché la normativa come sapete anche voi è molto diversa, quella per i rifiuti è diversa da quella per le farmacie che è diversa da alti settori del Tpl e quant'altro; quindi ogni settore, sia relativamente alla possibilità di liberalizzarlo completamente, sia relativamente alla possibilità di cessione di quote o dell'intera società merita un'attenzione caso per caso .
Quindi guardando la situazione di ogni società, come lei giustamente dice, anche i patti parasociali, lo statuto, insomma la normativa di riferimento e la rilevanza strategica della società stessa, poi l'eventuale decisione di procedere alla cessione sarà evidentemente oggetto di deliberazione anche consiliare e quindi questo comporterà anche la necessità di valutare la stima delle azioni o delle quote poste in vendita o determinare il valore da porre a base d'asta.
Quindi c'e' anche tutto un iter che non rende semplice le dismissioni, proprio perché occorre fare delle valutazioni e così via, diciamo che l'unica dismissione semplice ed immediata potrebbe essere quella della società quotata a cui partecipiamo che è quella di Hera ma, giustamente, come lei stesso ha sottolineato, qui non bisogna svendere quindi va fatto un ragionamento strategico che deve anche però ovviamente basarsi sull'esigenza di non svendere; e infatti non a caso lo stesso Sindaco non ha mai parlato, anzi, ha detto espressamente che Hera è al di fuori di questo ragionamento che stiamo facendo però tutte le altre società stiamo facendo una ricognizione. Per quanto riguarda la possibilità degli uffici di portare avanti in tempi rapidi questo lavoro, sicuramente stanno lavorando ma ci sono solo, ci tengo a precisare, nel Settore tre persone tra cui il direttore, quindi potrà anche rendersi necessaria l'assistenza di advisor al fine soprattutto di organizzare i data room informativi per la specifica competenza tecnica di ogni società e così via, quindi, insomma, ci sono anche degli atti che oltre a comportare tempo possono prevedere delle procedure o delle valutazioni che vanno fatte che oltre a comportare tempo possono anche comportare determinate spese, perché occorrerà fare perizie, valutazioni e non è escluso che in alcuni casi occorrerà un advisor.
Quindi: al momento non esiste un piano operativo preciso delle dismissioni, né una precisa previsione degli introiti che potranno comportare, ma c'è un ragionamento che mi sembra vada proprio nella stessa direzione che lei richiedeva, di fare attente valutazioni caso per caso e di fare un ragionamento strategico per avviare comunque un percorso che mi sembra che l'Amministrazione ha sempre delineato senza contraddittorietà.
Vorrei però dire un'ultima cosa perché nel suo testo orale il consigliere Bernardini ha detto "non possiamo più aumentare le tasse, non possiamo ridurre i servizi ma dobbiamo dismettere", verissimo però stiamo attenti ad una questione che non possiamo pensare che gli introiti delle dismissioni mobiliari o immobiliari che siano, non vanno mai confrontate con gli introiti delle imposte oppure con riduzioni di spesa, perché mentre le imposte danno entrate continuative o riduzione dei servizi , darebbero riduzioni continuative di spesa nel caso di entrate che dipendono da dismissioni immobiliari o mobiliari siamo di fronte ad entrate una tantum che vanno bene per finanziare degli investimenti ma stiamo attenti non vanno bene - e guai farlo! - perché sarebbe la violazione di norme basilari contabili, per finanziare della spesa corrente. Quindi non possiamo mettere sullo stresso piano ciò che è una dismissione mobiliare che, vi ripeto, persegue finalità di liberalizzazione, di seguire gli adempimenti normativi che, a mio avviso giustamente, vanno nella direzione di una sempre maggiore liberalizzazione, ma è importante dismettere per avere finaziamenti per gli investimenti di cui abbiamo un gran bisogno, sapete quanto questo comune si stai impegnano negli investimenti nelle strade e nelle scuole e cosi' via però non serve certo per finanziare servizi. Volevo specificare questo perché sono aspetti contabili molto ma molto importanti su cui non dobbiamo fare confusione altrimenti lasciaremmo intendere che possiamo abbassare le imposte permanentemente con entrate una tantum che proprio non è assolutamente il modo in cui si fanno i bilanci".