QUESTION TIME, CHIARIMENTI SULLE PRESTAZIONI SANITARIE
E' facoltà del medico costruirsi un sito web per promuovere la propria attività in libera professione anche attraverso internet, ampliando lo spazio di comunicazione con i cittadini, ma non può invece collegarsi a un sito che abbia come fine dich...
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E' facoltà del medico costruirsi un sito web per promuovere la propria attività in libera professione anche attraverso internet, ampliando lo spazio di comunicazione con i cittadini, ma non può invece collegarsi a un sito che abbia come fine dichiarato la commercializzazione di prodotti. Il problema della promozione via web di singole prestazioni è di carattere deontologico, e l'ambito naturale di discussione è l'ordine dei medici, che si è attivato sia per stigmatizzare la presenza di molti operatori sanitari su questi siti, sia per porre delle contromisure, come l'idea di costruire un proprio sito web, in cui la promozione delle prestazioni sanitarie sia certificata dall'ordine stesso.
Questa amministrazione, come le aziende del settore della nostra città e la maggioranza dei professionisti sanitari, anziché assecondare la tendenza alla commercializzazione della sanità e al consumismo sanitario, stanno cercando di uscire dalla dimensione della singola prestazione sanitaria, andando verso una concezione della sanità fatta di percorsi di cura e presa in carico complessiva della persona.
Così, Luca Rizzo Nervo, assessore comunale con delega alla Sanità, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord), sulla commercializzazione delle prestazioni sanitarie via web.
La domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord):
"Visto l'articolo di stampa relativo alla possibilità di acquistare prestazioni sanitarie a prezzo vantaggioso attraverso un noto venditore on line, "Groupon", chiedo al signor Sindaco e alla Giunta se non ritenga opportuno intervenire nel merito della questione poiché, come si evince dall'articolo, diversi medici continuano ad offrire prestazioni sanitarie su tale sito web, prestazioni che non sono opportunamente controllate e con scarse garanzie sanitarie; se non ritenga importante informare la cittadinanza del fatto che acquistare prestazioni sanitarie sul web, per quanto appetibili dal punto di vista economico, non è la stessa cosa che acquistare una cena per due in una trattoria della città; se si è a conoscenza del percorso che l'ordine dei medici ha intrapreso per tutelare la cittadinanza da un punto di vista sanitario e se vi è un coinvolgimento dell'amministrazione in questo percorso".
La risposta dell'assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo:
"Il tema da lei posto riguarda la deontologia professionale dei medici, che vieta la pubblicizzazione di carattere commerciale di qualunque natura, perché appunto il codice deontologico vieta questo di di pubblicità. Tanto per intenderci, un medico, e avviene ormai credo anche per fortuna in molti casi, può costruirsi un proprio sito web, per promuovere la propria attività medica in libera professione anche attraverso internet, e questo amplia lo spazio di comunicazione con i cittadini e quindi non può che essere visto in maniera corretta, non può invece collegarsi a un sito che ha come fine dichiarato quello della commercializzazione di prodotti. E' evidente che è un problema, quello di cui stiamo parlando, come dicevo, di carattere deontologico, e quindi l'ambito naturale di discussione per questa vicenda è appunto l'ordine dei medici. Ordine dei medici che si è attivato, sia per stigmatizzare la presenza di molti operatori sanitari su questi siti, sia anche per porre delle contromisure, ad esempio l'idea che penso possa essere interessante, di costruire un proprio sito, una propria iniziativa sul web, da parte degli ordini dei medici, in cui un meccanismo di promozione delle prestazioni sanitarie sia però certificato dall'ordine dei medici stesso. C'è quindi un problema deontologico e certamente c'è anche un tema di qualità del servizio, non per dire che tutte le prestazioni che sono lì presenti siano di scarsa qualità, perché di questo non c'è evidenza, ma è evidente che un sistema di commercializzazione toglie al cittadino gli elementi di verifica della qualità che, sia nei servizi offerti intra moenia, ma anche nei servizi offerti extra moenia ma dentro a strutture sanitarie o in ambulatori medici, vengono garantiti. Ciò che possiamo dire noi, queste iniziative ripeto si svolgono all'interno di una discussione dell'ordine dei medici e quindi non coinvolgono direttamente l'amministrazione comunale. Ciò che posso dire io con forza è che sicuramente qualunque idea di commercializzazione della sanità va verso un'idea di sanità che non è la nostra, verso un'idea che certo non persegue l'appropriatezza: più le singole prestazioni sono offerte sul web, più la tendenza sarà quella di un consumismo sanitario, faccio un esame in più piuttosto che uno in meno, spinge verso quella che si chiama in materia "sanità difensiva", cioè appunto, nel dubbio, faccio tutti gli esami possibili. Ecco, questa non è la strada verso la quale questa amministrazione, ma anche le aziende della nostra città e la stragrande maggioranza dei professionisti sanitari vogliono andare e in questi anni hanno costruito prospettive certamente diverse e alternative. C'è un tema ripeto, a fianco a questo, che è una valutazione più generale sulla valutazione della commercializzazione della prestazione sanitaria. Noi abbiamo detto più volte, anche in quest'aula, stiamo cercando di uscire dalla dimensione della singola prestazione, andando verso percorsi di cura e presa in carico complessiva delle persone e dei cittadini. Quindi sicuramente tutto questo non va in quella direzione. C'è invece un tema più di carattere deontologico che ovviamente riguarda strettamente l'ordine dei medici che in quell'ambito deve trovare le risposte e le soluzioni."
La consigliera Cocconcelli si è dichiarata soddisfatta.
Questa amministrazione, come le aziende del settore della nostra città e la maggioranza dei professionisti sanitari, anziché assecondare la tendenza alla commercializzazione della sanità e al consumismo sanitario, stanno cercando di uscire dalla dimensione della singola prestazione sanitaria, andando verso una concezione della sanità fatta di percorsi di cura e presa in carico complessiva della persona.
Così, Luca Rizzo Nervo, assessore comunale con delega alla Sanità, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord), sulla commercializzazione delle prestazioni sanitarie via web.
La domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord):
"Visto l'articolo di stampa relativo alla possibilità di acquistare prestazioni sanitarie a prezzo vantaggioso attraverso un noto venditore on line, "Groupon", chiedo al signor Sindaco e alla Giunta se non ritenga opportuno intervenire nel merito della questione poiché, come si evince dall'articolo, diversi medici continuano ad offrire prestazioni sanitarie su tale sito web, prestazioni che non sono opportunamente controllate e con scarse garanzie sanitarie; se non ritenga importante informare la cittadinanza del fatto che acquistare prestazioni sanitarie sul web, per quanto appetibili dal punto di vista economico, non è la stessa cosa che acquistare una cena per due in una trattoria della città; se si è a conoscenza del percorso che l'ordine dei medici ha intrapreso per tutelare la cittadinanza da un punto di vista sanitario e se vi è un coinvolgimento dell'amministrazione in questo percorso".
La risposta dell'assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo:
"Il tema da lei posto riguarda la deontologia professionale dei medici, che vieta la pubblicizzazione di carattere commerciale di qualunque natura, perché appunto il codice deontologico vieta questo di di pubblicità. Tanto per intenderci, un medico, e avviene ormai credo anche per fortuna in molti casi, può costruirsi un proprio sito web, per promuovere la propria attività medica in libera professione anche attraverso internet, e questo amplia lo spazio di comunicazione con i cittadini e quindi non può che essere visto in maniera corretta, non può invece collegarsi a un sito che ha come fine dichiarato quello della commercializzazione di prodotti. E' evidente che è un problema, quello di cui stiamo parlando, come dicevo, di carattere deontologico, e quindi l'ambito naturale di discussione per questa vicenda è appunto l'ordine dei medici. Ordine dei medici che si è attivato, sia per stigmatizzare la presenza di molti operatori sanitari su questi siti, sia anche per porre delle contromisure, ad esempio l'idea che penso possa essere interessante, di costruire un proprio sito, una propria iniziativa sul web, da parte degli ordini dei medici, in cui un meccanismo di promozione delle prestazioni sanitarie sia però certificato dall'ordine dei medici stesso. C'è quindi un problema deontologico e certamente c'è anche un tema di qualità del servizio, non per dire che tutte le prestazioni che sono lì presenti siano di scarsa qualità, perché di questo non c'è evidenza, ma è evidente che un sistema di commercializzazione toglie al cittadino gli elementi di verifica della qualità che, sia nei servizi offerti intra moenia, ma anche nei servizi offerti extra moenia ma dentro a strutture sanitarie o in ambulatori medici, vengono garantiti. Ciò che possiamo dire noi, queste iniziative ripeto si svolgono all'interno di una discussione dell'ordine dei medici e quindi non coinvolgono direttamente l'amministrazione comunale. Ciò che posso dire io con forza è che sicuramente qualunque idea di commercializzazione della sanità va verso un'idea di sanità che non è la nostra, verso un'idea che certo non persegue l'appropriatezza: più le singole prestazioni sono offerte sul web, più la tendenza sarà quella di un consumismo sanitario, faccio un esame in più piuttosto che uno in meno, spinge verso quella che si chiama in materia "sanità difensiva", cioè appunto, nel dubbio, faccio tutti gli esami possibili. Ecco, questa non è la strada verso la quale questa amministrazione, ma anche le aziende della nostra città e la stragrande maggioranza dei professionisti sanitari vogliono andare e in questi anni hanno costruito prospettive certamente diverse e alternative. C'è un tema ripeto, a fianco a questo, che è una valutazione più generale sulla valutazione della commercializzazione della prestazione sanitaria. Noi abbiamo detto più volte, anche in quest'aula, stiamo cercando di uscire dalla dimensione della singola prestazione, andando verso percorsi di cura e presa in carico complessiva delle persone e dei cittadini. Quindi sicuramente tutto questo non va in quella direzione. C'è invece un tema più di carattere deontologico che ovviamente riguarda strettamente l'ordine dei medici che in quell'ambito deve trovare le risposte e le soluzioni."
La consigliera Cocconcelli si è dichiarata soddisfatta.