QUESTION TIME, CHIARIMENTI SUI LIVELLI DI INQUINAMENTO DA PM10
L'assessore all'Ambiente, Patrizia Gabellini, ha risposto in Aula, in sede di Question time, alla domanda di attualità del consigliere comunali Danile Carella (Pdl) sui livelli di inquinamento da PM10.
La domanda d'attualità del consigliere Danie...
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L'assessore all'Ambiente, Patrizia Gabellini, ha risposto in Aula, in sede di Question time, alla domanda di attualità del consigliere comunali Danile Carella (Pdl) sui livelli di inquinamento da PM10.
La domanda d'attualità del consigliere Daniele Carella (Pdl):
"Preso atto di quanto riportato dalla stampa locale odierna in merito ai livelli di inquinamento da Pm10 registrati dalle centraline apposite in città, durante lo scorso fine settimana, si domanda alla Amministrazione cosa pensi dei dati di cui sopra, ovvero:
1) Come sia possibile che sia stata registrata una tale situazione nonostante la nevicata e il traffico veicolare di oltre il 60% inferiore all'usuale (come affermato dall'Assessore Colombo);
2) Pur escludendolo come ipotesi, dato quanto dichiarato dalla Amministrazione nel merito, si chiede se l'aumentato consumo per riscaldamento, qualitativamente e quantitativamente inteso, potrebbe aver influito sul dato delle Pm 10 registrato;
3) Si chiede come mai gli altri inverni l'utilizzo del sale non abbia influito sul dato,così come questa volta ipotizzato dalla amministrazione;
4) Rilevato che nell'ultimo fina settimana anche il dato del traffico sull'asse tangenziale/autostrada ha evidenziato un notevole calo,si domanda se alla luce di quanto accaduto l'amministrazione non ritenga utile e proficuo ricercare altre azioni che non siano il blocco del traffico, cosa evidentemente di alcuna o minima influenza positiva, a riduzione dell'inquinamento da Pm 10.
La risposta dell'assessore all'ambiente Patrizia Gabellini:
"E' vero che noi dobbiamo lavorare intensamente a capire come funziona l'inquinamento e come agiscono al suo interno le diverse componenti e quali possono essere gli interventi da mettere in atto posto che non c'è un'unica componente ma ce ne sono diverse. Io provo a rispondere al consigliere Carella che di solito è molto puntuale nelle sue richieste facendo una piccola premessa sulle caratteristiche degli inquinanti così come mi vengono riferite da chi studia queste cose. Gli inquinanti immessi direttamente nell'aria sono denominati primari e secondari. Tra i primari ci sono gli ossidi di azoto e gli ossidi di zolfo, il monossido di carbonio, il benzene e gli idrocarburi polichimici aromatici (IPA). Vi sono poi invece degli inquinanti, tipicamente l'ozono, che si forma, nella troposfera, a partire dagli ossidi di azoto in presenza di radiazioni solari nelle ore più calde e soleggiate della giornata, e sono una sintesi chimica che e' di derivazione.
Ce ne sono alcune come le PM10 che hanno natura ibrida, una parte primaria e una parte secondaria, cioé deriva da fenomeni chimici di sintesi tra due componenti per cui in parte viene emesso direttamente nell'aria dai processi di combustione, in parte si forma attraverso dei complessi meccanismi fisico-chimici a partire da altre sostanze, e quindi il PM10 di cui parliamo è tipicamente un inquinante ibrido, composito. La componente secondaria, che è quella che si forma per meccanismo chimico-fisico, è molto importante per le aree urbane ed incide per circa il 50-60%, nelle aree rurali, questa componete secondaria, può arrivare anche al 90%.
Cosa vuol dire componente secondario? Sul primario si può intervenire, immediatamente perchè è locale, sul secondario invece abbiamo a che fare con un composto di fattori sistemiche non solo comportano un allargamento del territorio, ma anche vanno aggrediti da diversi punti di vista. Credo sia questo il succo fondamentale di questa disamina tecnica, se poi vorrà le fornirò alcuni elementi specifici perché non vorrei tediare il Consiglio e cerco di andare avanti. Il monitoraggio svolto in questi anni da ARPA mostra come soltanto gli inquinanti primari benzene, IPA, biossido di azoto, biossido di sodio, manifestano evidenti riduzioni nelle concentrazioni correlate ai flussi veicolari. Solamente alcuni di questi, nel caso del benzene in presenza di sezioni stradali strette come quelle del centro storico, la relazione tra flussi veicolari e concentrazioni appare fortemente proporzionale. Con ARPA è in corso di approfondimento la possibilità di individuare inquinanti che potrebbero essere maggiormente correlati alle emissioni locali e quindi alle cause dell'inquinamento oltre che agli effetti dell'inquinamento vale a dire l'impatto sulla salute.
Da questo punto di vista si sta osservando la sperimentazione in corso a Milano per il rilievo del "black carbon" ovvero "nero fumo" che è una frazione del PM10 di natura esclusivamente primaria che è influenzata dai flussi veicolari locali ed è particolarmente impattante sulla salute, sembra essere quello che fa scattare una propensione alla formazione di cancro.
La possibilità di caratterizzare questo inquinante che e' appunto il "black carbon", per quanto non normato, potrebbe costituire una risposta alle esigenze di correlare i provvedimenti sulla mobilità a benefici in termini di salute pubblica. Mi sembra di dover sottolineare ancora che quello che chiamiamo inquinamento atmosferico è un insieme di polveri e di componenti di diversa natura alcune di formazione locale e riconducibili all'inquinamento locale tipicamente ai combustibili e al traffico altri invece che sono l'esito di una reazione chimico-fisico e quindi viene aggredito in maniera limitata da iniziative locali e poi il fatto che si è aperto un approfondimento da parte del centro di Milano che ha iniziato a fare degli approfondimenti sul nero fumo che ha iniziato a darci dei risultati che non sono ancora di dominio pubblico. E allora vengo alle sue domande: come sia possibile che si sia stata registrata una tale situazione di scarsa riduzione addirittura con alcune anomalie di picco posto che ha nevicato e che l'opinione comune dovesse risolverci gran parte dei problemi. Adesso a seguito delle premesse, posso dire che l'inquinante PM10 per la sua stessa natura chimico-fisico non è legato ai flussi veicolari in maniera univoca, per una parte la sua natura è di origine secondaria, e inoltre è estremamente ubiquitario, investe territori di diverso tipo. Va considerato che prima degli eventi nevosi, che peraltro hanno un potere di abbattimento delle polveri sottili molto più basso dell'acqua, i livelli di PM10 erano molto più bassi registrando picchi come 80 milligrammi/mcubo, il 18, 19 e 22 gennaio, 105 milligrammi/mcubo il 23 gennaio e 75 milligrammi/mcubo il 24 gennaio.
Quindi un abbattimento c'è stato e lo vediamo dai dati. 7 febbraio 2012: a Bologna San Felice si è registrato 56 milligrammi/mcubo, a San Marino di Bentivoglio 57 milligrammi/mcubo, a San Pietro Capofiume 65 milligrammi/mcubo. Facendo un confronto prima e dopo la grande nevicata , dal 6 al 7 febbraio, si vede che a San Felice, il PM10 passa da 65 a 56; a San Marino di Bentivoglio passa da 68 a 57 e a San Pietro Capofiume passa da 60 a 65 e questa è una delle anomalie che lei osservava. Quindi cosa se ne evince? che a causa delle condizioni meteo degli ultimi due mesi che sono quelli sui quali ho restituito i dati dei diversi monitoraggi hanno favorito l'accumulo degli inquinanti in tutta la pianura Padana e questo costituendo un valore di fondo che è quello dal quale poi emergono i picchi non legato alle emissioni locali. E questo non solo per il PM10 ma anche per gli altri inquinanti importanti. Vanno quindi ricercati, ed è quello che stiamo facendo, in sede di aggiornamento sull'"Accordo di programma sulla qualità dell'aria", per la quale abbiamo una riunione la settimana prossima, misure di più diretta efficacia da concordare con gli altri comuni della regione per poter affrontare questo problema".
La domanda d'attualità del consigliere Daniele Carella (Pdl):
"Preso atto di quanto riportato dalla stampa locale odierna in merito ai livelli di inquinamento da Pm10 registrati dalle centraline apposite in città, durante lo scorso fine settimana, si domanda alla Amministrazione cosa pensi dei dati di cui sopra, ovvero:
1) Come sia possibile che sia stata registrata una tale situazione nonostante la nevicata e il traffico veicolare di oltre il 60% inferiore all'usuale (come affermato dall'Assessore Colombo);
2) Pur escludendolo come ipotesi, dato quanto dichiarato dalla Amministrazione nel merito, si chiede se l'aumentato consumo per riscaldamento, qualitativamente e quantitativamente inteso, potrebbe aver influito sul dato delle Pm 10 registrato;
3) Si chiede come mai gli altri inverni l'utilizzo del sale non abbia influito sul dato,così come questa volta ipotizzato dalla amministrazione;
4) Rilevato che nell'ultimo fina settimana anche il dato del traffico sull'asse tangenziale/autostrada ha evidenziato un notevole calo,si domanda se alla luce di quanto accaduto l'amministrazione non ritenga utile e proficuo ricercare altre azioni che non siano il blocco del traffico, cosa evidentemente di alcuna o minima influenza positiva, a riduzione dell'inquinamento da Pm 10.
La risposta dell'assessore all'ambiente Patrizia Gabellini:
"E' vero che noi dobbiamo lavorare intensamente a capire come funziona l'inquinamento e come agiscono al suo interno le diverse componenti e quali possono essere gli interventi da mettere in atto posto che non c'è un'unica componente ma ce ne sono diverse. Io provo a rispondere al consigliere Carella che di solito è molto puntuale nelle sue richieste facendo una piccola premessa sulle caratteristiche degli inquinanti così come mi vengono riferite da chi studia queste cose. Gli inquinanti immessi direttamente nell'aria sono denominati primari e secondari. Tra i primari ci sono gli ossidi di azoto e gli ossidi di zolfo, il monossido di carbonio, il benzene e gli idrocarburi polichimici aromatici (IPA). Vi sono poi invece degli inquinanti, tipicamente l'ozono, che si forma, nella troposfera, a partire dagli ossidi di azoto in presenza di radiazioni solari nelle ore più calde e soleggiate della giornata, e sono una sintesi chimica che e' di derivazione.
Ce ne sono alcune come le PM10 che hanno natura ibrida, una parte primaria e una parte secondaria, cioé deriva da fenomeni chimici di sintesi tra due componenti per cui in parte viene emesso direttamente nell'aria dai processi di combustione, in parte si forma attraverso dei complessi meccanismi fisico-chimici a partire da altre sostanze, e quindi il PM10 di cui parliamo è tipicamente un inquinante ibrido, composito. La componente secondaria, che è quella che si forma per meccanismo chimico-fisico, è molto importante per le aree urbane ed incide per circa il 50-60%, nelle aree rurali, questa componete secondaria, può arrivare anche al 90%.
Cosa vuol dire componente secondario? Sul primario si può intervenire, immediatamente perchè è locale, sul secondario invece abbiamo a che fare con un composto di fattori sistemiche non solo comportano un allargamento del territorio, ma anche vanno aggrediti da diversi punti di vista. Credo sia questo il succo fondamentale di questa disamina tecnica, se poi vorrà le fornirò alcuni elementi specifici perché non vorrei tediare il Consiglio e cerco di andare avanti. Il monitoraggio svolto in questi anni da ARPA mostra come soltanto gli inquinanti primari benzene, IPA, biossido di azoto, biossido di sodio, manifestano evidenti riduzioni nelle concentrazioni correlate ai flussi veicolari. Solamente alcuni di questi, nel caso del benzene in presenza di sezioni stradali strette come quelle del centro storico, la relazione tra flussi veicolari e concentrazioni appare fortemente proporzionale. Con ARPA è in corso di approfondimento la possibilità di individuare inquinanti che potrebbero essere maggiormente correlati alle emissioni locali e quindi alle cause dell'inquinamento oltre che agli effetti dell'inquinamento vale a dire l'impatto sulla salute.
Da questo punto di vista si sta osservando la sperimentazione in corso a Milano per il rilievo del "black carbon" ovvero "nero fumo" che è una frazione del PM10 di natura esclusivamente primaria che è influenzata dai flussi veicolari locali ed è particolarmente impattante sulla salute, sembra essere quello che fa scattare una propensione alla formazione di cancro.
La possibilità di caratterizzare questo inquinante che e' appunto il "black carbon", per quanto non normato, potrebbe costituire una risposta alle esigenze di correlare i provvedimenti sulla mobilità a benefici in termini di salute pubblica. Mi sembra di dover sottolineare ancora che quello che chiamiamo inquinamento atmosferico è un insieme di polveri e di componenti di diversa natura alcune di formazione locale e riconducibili all'inquinamento locale tipicamente ai combustibili e al traffico altri invece che sono l'esito di una reazione chimico-fisico e quindi viene aggredito in maniera limitata da iniziative locali e poi il fatto che si è aperto un approfondimento da parte del centro di Milano che ha iniziato a fare degli approfondimenti sul nero fumo che ha iniziato a darci dei risultati che non sono ancora di dominio pubblico. E allora vengo alle sue domande: come sia possibile che si sia stata registrata una tale situazione di scarsa riduzione addirittura con alcune anomalie di picco posto che ha nevicato e che l'opinione comune dovesse risolverci gran parte dei problemi. Adesso a seguito delle premesse, posso dire che l'inquinante PM10 per la sua stessa natura chimico-fisico non è legato ai flussi veicolari in maniera univoca, per una parte la sua natura è di origine secondaria, e inoltre è estremamente ubiquitario, investe territori di diverso tipo. Va considerato che prima degli eventi nevosi, che peraltro hanno un potere di abbattimento delle polveri sottili molto più basso dell'acqua, i livelli di PM10 erano molto più bassi registrando picchi come 80 milligrammi/mcubo, il 18, 19 e 22 gennaio, 105 milligrammi/mcubo il 23 gennaio e 75 milligrammi/mcubo il 24 gennaio.
Quindi un abbattimento c'è stato e lo vediamo dai dati. 7 febbraio 2012: a Bologna San Felice si è registrato 56 milligrammi/mcubo, a San Marino di Bentivoglio 57 milligrammi/mcubo, a San Pietro Capofiume 65 milligrammi/mcubo. Facendo un confronto prima e dopo la grande nevicata , dal 6 al 7 febbraio, si vede che a San Felice, il PM10 passa da 65 a 56; a San Marino di Bentivoglio passa da 68 a 57 e a San Pietro Capofiume passa da 60 a 65 e questa è una delle anomalie che lei osservava. Quindi cosa se ne evince? che a causa delle condizioni meteo degli ultimi due mesi che sono quelli sui quali ho restituito i dati dei diversi monitoraggi hanno favorito l'accumulo degli inquinanti in tutta la pianura Padana e questo costituendo un valore di fondo che è quello dal quale poi emergono i picchi non legato alle emissioni locali. E questo non solo per il PM10 ma anche per gli altri inquinanti importanti. Vanno quindi ricercati, ed è quello che stiamo facendo, in sede di aggiornamento sull'"Accordo di programma sulla qualità dell'aria", per la quale abbiamo una riunione la settimana prossima, misure di più diretta efficacia da concordare con gli altri comuni della regione per poter affrontare questo problema".