QUESTION TIME, CHIARIMENTI SUI DEFIBRILLATORI NELLE STRUTTURE COMUNALI
L'assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo, ha risposto oggi, in sede di Question Time, all'interpellanza del consigliere Daniele Carella (Pdl), sulla presenza di defibrillatori nelle strutture comunali.
L'interpellanza del consigliere Daniele Carel...
Data:
:
L'assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo, ha risposto oggi, in sede di Question Time, all'interpellanza del consigliere Daniele Carella (Pdl), sulla presenza di defibrillatori nelle strutture comunali.
L'interpellanza del consigliere Daniele Carella, (Pdl):
"A seguito della segnalazione di alcuni operatori, chiedo all'Amministrazione:
1) se è a conoscenza di quanti defibrillatori sono presenti e pronti all'uso nelle strutture comunali;
2) quali sono le loro effettive condizioni di esercizio, e quante sono le persone abilitate e autorizzate a usarli in caso di emergenza,
ovvero, che tipo di formazione hanno e che qualifica posseggono;
3) come è segnalata la loro collocazione nelle varie strutture, e quali sono le modalità per poterli utilizzare, ovvero, una persona presente e competente, pur non facendo parte della struttura, potrebbe usarli in caso di emergenza?
4) sul tema "defribrillatori", si chiede all'Amministrazione, cosa sappia in senso generale della situazione in città, ergo anche delle strutture private e/o pubbliche, ma non di propria diretta competenza.
5) Sempre su questo argomento, si chiede infine se è in itinere una qualche iniziativa al fine di far si che questi strumenti salvavita siano il più efficacemente possibile diffusi e utilizzabili sul territorio di Bologna."
La risposta dell'assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo:
"Rispondo volentieri alla domanda del consigliere Carella perché le sollecitazioni del mondo dell'associazionismo che si occupa dell'emergenza ovviamente sono giunte anche a me da tempo e quindi una strategia rispetto a questo tema è oggetto di attenzione da parte dell'Amministrazione.
Alcuni dati che lei mi chiedeva. Il Comune di Bologna attualmente ha in dotazione 11 defibrillatori, di cui: 9 donati dal Rotary Club nel 2005, marca Mortara Rangoni modello lifeline AED, collocati nelle 9 sedi di quartiere e 2 LAERDAL collocati presso i cerimonieri di Palazzo Comunale e l'URP di Piazza Maggiore.
Inoltre nel periodo 2001 - 2005 sono stati formati per l'utilizzo dei defibrillatori dall'AUSL di Bologna circa 87 dipendenti tra personale dei quartieri e di Palazzo d'Accursio. Si tratta in ogni caso di defibrillatori già di qualche anno fa, per fortuna la tecnologia è evoluta in tempi molto rapidi, dispositivi che hanno assolutamente la necessità di un personale formato per essere utilizzati.
Il problema sorge nel momento in cui da una recente ricognizione sulla verifica della collocazione e dello stato di efficienza dei defibrillatori si evidenzia che in generale i defibrillatori presenti nelle strutture comunali hanno necessità di interventi per ripristinare le condizioni standard di efficienza funzionale e di manutenzione periodica. Inoltre dei circa 87 dipendenti allora formati alcuni sono andati in pensione, altri hanno cambiato sede e comunque e non risultano più disponibili per questo presidio. Sulla base di ciò, che dovrà essere anche oggetto di una valutazione dei costi e della programmazione per il recupero di questi defibrillatori, ho avuto modo con il settore Sicurezza dei luoghi di lavoro del Comune, con il dipartimento Emergenza dell'AUSL di Bologna, il dottor Cordini, il dottor Liberti, che si sono resi disponibili a supportare l'Amministrazione comunale al fine di aderire al progetto regionale "Pronto blu", che è un progetto per la realizzazione di un programma di sviluppo della defibrillazione precoce dei cittadini colpiti da arresto cardiaco e promuove la diffusione dei defibrillatori e la formazione degli operatori per utilizzarli.
Per raggiungere tale obiettivo risulta necessario provvedere ad interventi di manutenzione dei defibrillatori attualmente in dotazione per ripristinare le condizioni di efficienza e individuare le sedi da dotare di defibrillatori e uniformare le modalità inerenti la collocazione e gestione di tali dispositivi. Inoltre è necessario individuare il personale disponibile alla formazione e all'aggiornamento, in quanto risulta vincolante e necessaria, per l'utilizzo dei dispositivi, lo ricordavo prima, garantire obbligatoriamente la presenza, durante l'orario di apertura dei servizi, di personale adeguatamente formato.
Successivamente occorre aderire al progetto "Pronto blu" mediante sottoscrizione dell'apposita convenzione con l'impegno per la necessaria formazione al personale da parte dell'Azienda USL.
Questa procedura ha dei costi che ovviamente nel corso della programmazione di bilancio dovranno essere valutati per scegliere due possibili soluzioni: o ripristinare i defibrillatori se vi sono le condizioni perché sia una presenza realmente utilizzabile, o di contro di regalare queste dotazioni in altri contesti urbani pubblici, poliambulatori, centri sportivi ad esempio, chiedendo ovviamente ai soggetti gestori di rimetterli nelle condizioni ottimali.
E' necessario che questi defibrillatori vengano rimessi in funzione o per utilizzarli nelle sedi comunali o per donarli.
Questa verifica verrà fatta puntualmente, non abbiamo una ricognizione e un censimento dei defibrillatori in città, c'è una presenza molto variegata anche nell'ambito degli impianti sportivi. In quella sede, in sede di bandi , ho chiesto ai quartieri che venga posta l'attenzione sulla presenza dei defibrillatori e sull'adeguata formazione degli operatori all'interno delle strutture sportive.
In generale, la questione è presa in carico pienamente e nei prossimi mesi speriamo di dare risposte che consentano di sviluppare una presenza in città sia di strumentazione, sia di persone che sono in grado di utilizzarla al meglio, ivi compresa la possibile dotazione di nuova strumentazione che necessità meno di particolare formazione specifica".
L'interpellanza del consigliere Daniele Carella, (Pdl):
"A seguito della segnalazione di alcuni operatori, chiedo all'Amministrazione:
1) se è a conoscenza di quanti defibrillatori sono presenti e pronti all'uso nelle strutture comunali;
2) quali sono le loro effettive condizioni di esercizio, e quante sono le persone abilitate e autorizzate a usarli in caso di emergenza,
ovvero, che tipo di formazione hanno e che qualifica posseggono;
3) come è segnalata la loro collocazione nelle varie strutture, e quali sono le modalità per poterli utilizzare, ovvero, una persona presente e competente, pur non facendo parte della struttura, potrebbe usarli in caso di emergenza?
4) sul tema "defribrillatori", si chiede all'Amministrazione, cosa sappia in senso generale della situazione in città, ergo anche delle strutture private e/o pubbliche, ma non di propria diretta competenza.
5) Sempre su questo argomento, si chiede infine se è in itinere una qualche iniziativa al fine di far si che questi strumenti salvavita siano il più efficacemente possibile diffusi e utilizzabili sul territorio di Bologna."
La risposta dell'assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo:
"Rispondo volentieri alla domanda del consigliere Carella perché le sollecitazioni del mondo dell'associazionismo che si occupa dell'emergenza ovviamente sono giunte anche a me da tempo e quindi una strategia rispetto a questo tema è oggetto di attenzione da parte dell'Amministrazione.
Alcuni dati che lei mi chiedeva. Il Comune di Bologna attualmente ha in dotazione 11 defibrillatori, di cui: 9 donati dal Rotary Club nel 2005, marca Mortara Rangoni modello lifeline AED, collocati nelle 9 sedi di quartiere e 2 LAERDAL collocati presso i cerimonieri di Palazzo Comunale e l'URP di Piazza Maggiore.
Inoltre nel periodo 2001 - 2005 sono stati formati per l'utilizzo dei defibrillatori dall'AUSL di Bologna circa 87 dipendenti tra personale dei quartieri e di Palazzo d'Accursio. Si tratta in ogni caso di defibrillatori già di qualche anno fa, per fortuna la tecnologia è evoluta in tempi molto rapidi, dispositivi che hanno assolutamente la necessità di un personale formato per essere utilizzati.
Il problema sorge nel momento in cui da una recente ricognizione sulla verifica della collocazione e dello stato di efficienza dei defibrillatori si evidenzia che in generale i defibrillatori presenti nelle strutture comunali hanno necessità di interventi per ripristinare le condizioni standard di efficienza funzionale e di manutenzione periodica. Inoltre dei circa 87 dipendenti allora formati alcuni sono andati in pensione, altri hanno cambiato sede e comunque e non risultano più disponibili per questo presidio. Sulla base di ciò, che dovrà essere anche oggetto di una valutazione dei costi e della programmazione per il recupero di questi defibrillatori, ho avuto modo con il settore Sicurezza dei luoghi di lavoro del Comune, con il dipartimento Emergenza dell'AUSL di Bologna, il dottor Cordini, il dottor Liberti, che si sono resi disponibili a supportare l'Amministrazione comunale al fine di aderire al progetto regionale "Pronto blu", che è un progetto per la realizzazione di un programma di sviluppo della defibrillazione precoce dei cittadini colpiti da arresto cardiaco e promuove la diffusione dei defibrillatori e la formazione degli operatori per utilizzarli.
Per raggiungere tale obiettivo risulta necessario provvedere ad interventi di manutenzione dei defibrillatori attualmente in dotazione per ripristinare le condizioni di efficienza e individuare le sedi da dotare di defibrillatori e uniformare le modalità inerenti la collocazione e gestione di tali dispositivi. Inoltre è necessario individuare il personale disponibile alla formazione e all'aggiornamento, in quanto risulta vincolante e necessaria, per l'utilizzo dei dispositivi, lo ricordavo prima, garantire obbligatoriamente la presenza, durante l'orario di apertura dei servizi, di personale adeguatamente formato.
Successivamente occorre aderire al progetto "Pronto blu" mediante sottoscrizione dell'apposita convenzione con l'impegno per la necessaria formazione al personale da parte dell'Azienda USL.
Questa procedura ha dei costi che ovviamente nel corso della programmazione di bilancio dovranno essere valutati per scegliere due possibili soluzioni: o ripristinare i defibrillatori se vi sono le condizioni perché sia una presenza realmente utilizzabile, o di contro di regalare queste dotazioni in altri contesti urbani pubblici, poliambulatori, centri sportivi ad esempio, chiedendo ovviamente ai soggetti gestori di rimetterli nelle condizioni ottimali.
E' necessario che questi defibrillatori vengano rimessi in funzione o per utilizzarli nelle sedi comunali o per donarli.
Questa verifica verrà fatta puntualmente, non abbiamo una ricognizione e un censimento dei defibrillatori in città, c'è una presenza molto variegata anche nell'ambito degli impianti sportivi. In quella sede, in sede di bandi , ho chiesto ai quartieri che venga posta l'attenzione sulla presenza dei defibrillatori e sull'adeguata formazione degli operatori all'interno delle strutture sportive.
In generale, la questione è presa in carico pienamente e nei prossimi mesi speriamo di dare risposte che consentano di sviluppare una presenza in città sia di strumentazione, sia di persone che sono in grado di utilizzarla al meglio, ivi compresa la possibile dotazione di nuova strumentazione che necessità meno di particolare formazione specifica".