IL CONSIGLIO COMUNALE RICORDA MAURIZIO CEVENINI, L'INTERVENTO DELLA PRESIDENTE SIMONA LEMBI
Di seguito l'intervento di apertura della seduta odierna della presidente del Consiglio Simona Lembi in ricordo di Maurizio Cevenini.
"Cara Federica, cara Rossella, cari familiari, gentile Sindaco, componenti della Giunta, signori e signore Co...
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Di seguito l'intervento di apertura della seduta odierna della presidente del Consiglio Simona Lembi in ricordo di Maurizio Cevenini.
"Cara Federica, cara Rossella, cari familiari, gentile Sindaco, componenti della Giunta, signori e signore Consigliere, Autorità civili e militari tutte, gentili ospiti, vedo molti tifosi,
quando ho capito di dover aprire il primo Consiglio comunale dopo la scomparsa di Maurizio Cevenini, il Consiglio comunale più difficile di questo mandato, mi sono sentita tremare le vene ai polsi.
Nei giorni scorsi abbiamo annullato impegni, incontri, Commissioni, Consiglio, abbiamo fermato la vita istituzionale del Comune di Bologna, così come si è fermata la città per un saluto a Maurizio. Oggi dobbiamo provare a ricominciare.
È difficile farlo. Anche per questa ragione desidero ringraziare il Sindaco, che nei giorni scorsi, ha richiamato tutti a riflettere, a darsi e a darci il tempo necessario per affrontare quello che è accaduto. Ogni risposta frettolosa a quanto accaduto può solo generare confusione in chi, invece, vuole capire, per cercare un senso in questo dolore.
Chi ha passato gravi lutti, lo sa: i primi giorni sono pieni di cose da fare, persone da incontrare, riti e incontri da organizzare, parole da trovare. Poi è nei gesti di tutti i giorni che capiamo che davvero qualcosa è cambiato per sempre.
Il Consiglio comunale di oggi ha scelto di cercare le parole tra mille difficoltà per ricordare Maurizio Cevenini.
Oggi, vediamo questa sala in un modo inconsueto: appese alla balaustra che divide lo spazio dedicato agli eletti da quello riservato alla stampa e al pubblico, ci sono decine di magliette di persone che hanno partecipato ad un’esperienza del tutto particolare: la squadra di calcio del Consiglio comunale, fortemente voluta da Maurizio Cevenini.
Insieme con Paolo Foschini, nel 1995, decisero, da Consiglieri responsabili, di fare qualcosa per attenuare il clima conflittuale tra le tifoserie delle squadre di calcio di Bologna e di Firenze. La squadra del Consiglio comunale nacque così.
Abbiamo scelto di caratterizzare l'apertura del Consiglio di oggi con questo gesto (ringrazio il consigliere Facci per averlo proposto), perché questa esperienza ha avuto (e spero abbia ancora) la forza di parlare anche al di fuori delle istituzioni, come poche altre esperienze hanno saputo fare.
La squadra del Consiglio comunale infatti, che ha visto la partecipazione di tanti comuni cittadini, è stata un modo di stare dentro ad un’esperienza popolare (lo sport, il calcio), in qualche modo attenuando la distanza tra quei comuni cittadini e gli amministratori della città .
Potrei trovare altri esempi come i matrimoni, le tombole, le sagre. La dinamica è sempre la stessa: trovare una pratica, per alcuni aspetti rassicurante, che avvicini le persone, che le renda parte della vita concreta della comunità.
Queste pratiche non negano che la politica sia anche conflitto, scontro, successo e delusione. Ma non vogliono che mai, in nessuna occasione, sia dimenticata l'umanità dei rapporti tra le persone.
Nei ruoli che ha ricoperto, Cevenini ha saputo unire un alto senso delle istituzioni che tutti gli hanno riconosciuto, a una forte vicinanza con le persone, una capacità straordinaria di includere e di unire.
I suoi gesti semplici, profondamente autentici, coglievano lo spirito del tempo in cui abbiamo vissuto negli ultimi decenni, e aiutavano anche noi a coglierlo, spesso con un acume maggiore di tanti studiosi.
Nella Bologna post ideologica, il Cev ha creato consenso in un modo molto più politico (di una politica che lui cercava di reinventare, più nuova più lieve) di quanto non si volesse ammettere, e cioè cercando di ricostruire una polis, ispirandosi agli aspetti migliori della nostra tradizione.
In altre parole, Maurizio Cevenini è riuscito, a parer mio, ad avviare la graduale sostituzione di una politica ideologica con la costruzione di reti di relazioni. Relazioni, però, non virtuali: le sue pratiche affermavano nei fatti che il rapporto diretto è ineliminabile, che il faccia a faccia è un'esigenza.
Non credo che nessuno oggi possa ripetere quell'esperienza tale e quale, essendo in essa fortemente presenti le qualità personali che lo caratterizzavano. E tuttavia, come persone, ancor prima che come consiglieri, dovremmo prestare più cura al coltivare i rapporti diretti con le persone, al sostenere e promuovere le reti di relazione.
Maurizio Cevenini è stato presidente del Consiglio comunale per 7 mesi. Presidente del Consiglio provinciale per cinque anni. Prima ancora era stato vice presidente del nostro Consiglio. È stato Consigliere comunale, Segretario d'aula in Assemblea regionale. In ognuna di queste cariche, amatissimo.
Succedergli è stato un onore, e lo è tuttora, malgrado il dolore per me ancora più forte.
Auguro a me e a tutti voi che quel dolore possa almeno divenire motore e spinta per fare meglio".
"Cara Federica, cara Rossella, cari familiari, gentile Sindaco, componenti della Giunta, signori e signore Consigliere, Autorità civili e militari tutte, gentili ospiti, vedo molti tifosi,
quando ho capito di dover aprire il primo Consiglio comunale dopo la scomparsa di Maurizio Cevenini, il Consiglio comunale più difficile di questo mandato, mi sono sentita tremare le vene ai polsi.
Nei giorni scorsi abbiamo annullato impegni, incontri, Commissioni, Consiglio, abbiamo fermato la vita istituzionale del Comune di Bologna, così come si è fermata la città per un saluto a Maurizio. Oggi dobbiamo provare a ricominciare.
È difficile farlo. Anche per questa ragione desidero ringraziare il Sindaco, che nei giorni scorsi, ha richiamato tutti a riflettere, a darsi e a darci il tempo necessario per affrontare quello che è accaduto. Ogni risposta frettolosa a quanto accaduto può solo generare confusione in chi, invece, vuole capire, per cercare un senso in questo dolore.
Chi ha passato gravi lutti, lo sa: i primi giorni sono pieni di cose da fare, persone da incontrare, riti e incontri da organizzare, parole da trovare. Poi è nei gesti di tutti i giorni che capiamo che davvero qualcosa è cambiato per sempre.
Il Consiglio comunale di oggi ha scelto di cercare le parole tra mille difficoltà per ricordare Maurizio Cevenini.
Oggi, vediamo questa sala in un modo inconsueto: appese alla balaustra che divide lo spazio dedicato agli eletti da quello riservato alla stampa e al pubblico, ci sono decine di magliette di persone che hanno partecipato ad un’esperienza del tutto particolare: la squadra di calcio del Consiglio comunale, fortemente voluta da Maurizio Cevenini.
Insieme con Paolo Foschini, nel 1995, decisero, da Consiglieri responsabili, di fare qualcosa per attenuare il clima conflittuale tra le tifoserie delle squadre di calcio di Bologna e di Firenze. La squadra del Consiglio comunale nacque così.
Abbiamo scelto di caratterizzare l'apertura del Consiglio di oggi con questo gesto (ringrazio il consigliere Facci per averlo proposto), perché questa esperienza ha avuto (e spero abbia ancora) la forza di parlare anche al di fuori delle istituzioni, come poche altre esperienze hanno saputo fare.
La squadra del Consiglio comunale infatti, che ha visto la partecipazione di tanti comuni cittadini, è stata un modo di stare dentro ad un’esperienza popolare (lo sport, il calcio), in qualche modo attenuando la distanza tra quei comuni cittadini e gli amministratori della città .
Potrei trovare altri esempi come i matrimoni, le tombole, le sagre. La dinamica è sempre la stessa: trovare una pratica, per alcuni aspetti rassicurante, che avvicini le persone, che le renda parte della vita concreta della comunità.
Queste pratiche non negano che la politica sia anche conflitto, scontro, successo e delusione. Ma non vogliono che mai, in nessuna occasione, sia dimenticata l'umanità dei rapporti tra le persone.
Nei ruoli che ha ricoperto, Cevenini ha saputo unire un alto senso delle istituzioni che tutti gli hanno riconosciuto, a una forte vicinanza con le persone, una capacità straordinaria di includere e di unire.
I suoi gesti semplici, profondamente autentici, coglievano lo spirito del tempo in cui abbiamo vissuto negli ultimi decenni, e aiutavano anche noi a coglierlo, spesso con un acume maggiore di tanti studiosi.
Nella Bologna post ideologica, il Cev ha creato consenso in un modo molto più politico (di una politica che lui cercava di reinventare, più nuova più lieve) di quanto non si volesse ammettere, e cioè cercando di ricostruire una polis, ispirandosi agli aspetti migliori della nostra tradizione.
In altre parole, Maurizio Cevenini è riuscito, a parer mio, ad avviare la graduale sostituzione di una politica ideologica con la costruzione di reti di relazioni. Relazioni, però, non virtuali: le sue pratiche affermavano nei fatti che il rapporto diretto è ineliminabile, che il faccia a faccia è un'esigenza.
Non credo che nessuno oggi possa ripetere quell'esperienza tale e quale, essendo in essa fortemente presenti le qualità personali che lo caratterizzavano. E tuttavia, come persone, ancor prima che come consiglieri, dovremmo prestare più cura al coltivare i rapporti diretti con le persone, al sostenere e promuovere le reti di relazione.
Maurizio Cevenini è stato presidente del Consiglio comunale per 7 mesi. Presidente del Consiglio provinciale per cinque anni. Prima ancora era stato vice presidente del nostro Consiglio. È stato Consigliere comunale, Segretario d'aula in Assemblea regionale. In ognuna di queste cariche, amatissimo.
Succedergli è stato un onore, e lo è tuttora, malgrado il dolore per me ancora più forte.
Auguro a me e a tutti voi che quel dolore possa almeno divenire motore e spinta per fare meglio".