Comunicati stampa

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GIORNO DELLA MEMORIA, INTERVENTO DI BEATRICE DRAGHETTI, PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA, IN OCCASIONE DEI CONSIGLI COMUNALE E PROVINCIALE CONGIUNTI


Si trasmette discorso di Beatrice Draghetti, presidente della Provincia di Bologna, tenuto oggi nel corso della seduta congiunta dei Consigli comunale e provinciale in occasione del "Giorno della Memoria".

" 'L'art. 2 della legge che...

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Si trasmette discorso di Beatrice Draghetti, presidente della Provincia di Bologna, tenuto oggi nel corso della seduta congiunta dei Consigli comunale e provinciale in occasione del "Giorno della Memoria".

" 'L'art. 2 della legge che nel 2000 ha istituito il giorno della memoria finisce cosi':"affinché simili eventi non possano mai più accadere'. Mi ha sempre un po' inquietato questa conclusione, perche' ipotizza una possibilità di reiterazione di qualcosa rispetto alla quale tendiamo a pensare di avere sufficienti anticorpi e che quindi tendiamo ad escludere come possibilità. La conclusione dell'articolo non è un semplice auspicio, ma l'esplicitazione di una volontà di evitare che ancora possano succedere fatti come quelli che ricordiamo oggi, perché l'irrepetibilità non è un dato. Noi dobbiamo fare i conti dunque con questa intenzionalità positiva dell'evitare: e' un compito che e' affidato ad ogni generazione, ai singoli e alle comunità. E' ampiamente condiviso che il dramma socio-politico del nazismo nel suo costruirsi non fu percepito immediatamente come tale dalla comunità: un susseguirsi di fatti , di comportamenti, di scelte quotidiane che solo ad un certo punto sono stati compresi come la trama e l'ordito di una storia e di un destino di orrore, ormai inevitabile. Io penso che non sia un segno di grande responsabilità, stare di fronte alla convinzione che è sempre possibile la distruzione di una comunità politica e della democrazia e quindi promuovere e custodire gli strumenti e le opportunità per evitare queste evenienze. E ci sono alcune situazioni ricorrenti nella storia che rappresentano una sorta di campanello di allarme per renderci più vigilanti e più acuti.

La depressione economica, la disoccupazione, una crescente insicurezza per il futuro, il discredito della politica rendono particolarmente vulnerabile la tenuta democratica di una comunità e la espongono ai tanti avversari della democrazia. Sono quelli che tendono a distribuire facile sicurezza, ad abbassare con le promesse il livello generale di ansia, ma sono anche i nemici che ciascuno ha dentro di se': le preoccupazioni che abbiamo, il bisogno di sicurezza, la fatica a scegliere, la tentazione di affidarsi a qualcuno che decida per noi... Hannah Arendt nella sua opera "La banalità del male" ha messo in evidenza il legame che esiste tra la capacita' di pensare, di distinguere tra ciò che e' giusto o sbagliato, di giudicare , di valutare le implicazioni di ogni agire e quindi di evitare il male. L'irriflessività è il pericolo estremo. Ogni passo, ogni scelta che facciamo, anche apparentemente insignificante e irrilevante in tempi particolarmente delicati può rappresentare un avvicinamento o un allontanamento rispetto a situazioni irreparabili per la convivenza giusta e la vita democratica. Addormentare la capacita' del discernimento, della coscienza politica può farci risvegliare in contesti e dimensioni che avremmo scommesso non ripetibili. Nel 45esimo Rapporto 2011 sulla situazione sociale del Paese, l'Italia è rappresentata all'inizio con tre aggettivi fragile, isolata, eterodirettà in una sorta di atrofia dei nostri più antichi punti di forza : fatichiamo ad interpretare, adottiamo logiche emergenziali, ci esprimiamo con concetti e termini che nulla hanno a che fare con le preoccupazioni della vita collettiva.

Io credo che agli amministratori, a chi ha responsabilità pubbliche in particolar modo, spetti oggi l'esercizio di una grande responsabilità' per il bene delle persone, per lo sviluppo giusto e coeso delle comunità e del Paese: e cioè che non si consolidi il patto scellerato tra chi cerca facile consenso, approfittando della vulnerabilità delle persone, e chi magari oppresso dal bisogno e desideroso di uscire a qualsiasi costo dalle situazioni di fatica non vuole sentire la verità delle cose e acconsente con leggerezza a scorciatoie assolutamente perdenti. Io penso con particolare speranza alla funzione della scuola, per il compito insostituibile di allenamento e costruzione del pensiero, che rende i giovani forti , attrezzati nella conoscenza, nella capacità di valutare e di giudicare, nella conseguente assunzione di responsabilità, che sa trasformarsi in iniziativa operosa nella società di cui loro sono il patrimonio più prezioso. Sono 12 anni che si celebra questo giorno della Memoria: 12 anni sono all'incirca il percorso scolastico di un giovane che si diploma. Ecco se abbiamo seminato bene in questo percorso, loro possono e debbono essere la garanzia che quegli eventi non possano mai più accadere".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:15
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