Comunicati stampa

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CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO D'INIZIO SEDUTA DEL CONSIGLIERE MIRCO PIERALISI (AMELIA PER BO) SULLE SCUOLE DELL'INFANZIA


Di seguito il testo dell'intervento di inizio seduta del consigliere Mirco Pieralisi (Amelia per Bo) sulle scuole dell'infanzia:

"Sul destino della scuola dell’infanzia, uno dei momenti più qualificanti dell’attività da quando qu...

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Di seguito il testo dell'intervento di inizio seduta del consigliere Mirco Pieralisi (Amelia per Bo) sulle scuole dell'infanzia:

"Sul destino della scuola dell’infanzia, uno dei momenti più qualificanti dell’attività da quando questo Comune è nato, credo che sia opportuno fare alcune precisazioni a partire da quello che è certo: ed è certo che centinaia di bambine e bambini non trovano posto nella scuola dell’infanzia. Bologna oggi non è in grado di soddisfare la domanda di scuola dell’infanzia. A questo si aggiunge un altro elemento di drammaticità pedagogica e sociale rappresentata dall’impossibilità di nominare o rinnovare l’incarico a 114 insegnanti e centinaia di “dade”.
Una complessa ed iniqua rete di norme finanziarie fanno sì che gli enti locali non riescano più ad operare investimenti, assunzioni a tempo indeterminato e perfino a tempo determinato; è un vero e proprio strangolamento che si riflette sulla scuola materna e anche sui servizi educativi. Quando si parla di politica succube della finanza non c'è bisogno di essere esperti per fare e vivere qualche esempio.
Terzo: in questo quadro malgrado una legge che data dal 1968, malgrado nella stragrande maggioranza dei Comuni italiani ci siano scuole dell’infanzia statali, lo Stato non opera assolutamente in direzione delle richieste dei Comuni e delle famiglie e quindi non adotta l’unica soluzione che può dare stabilmente scuola dell’infanzia di qualità: aprire scuole materne statali.
Quarto punto: in una situazione così drammatica a Bologna si sono rincorse voci e ipotesi di ogni tipo compresa quella della esternalizzazione dei servizi e all’ingresso di cooperative nel settore istruzione. Ebbene su questo punto, ricordando che le materne fanno parte del sistema nazionale di istruzione e non a caso le insegnanti statali siedono con potere deliberante nei collegi dei docenti con colleghe delle medie ed elementari, bisogna essere chiari: da parte nostra non ci sarebbe stato alcun consenso all’esternalizzazione dell’insegnamento nella scuola materna. Si tratta di un punto imprescindibile che sta all’interno di un percorso di mandato. Per fortuna questa ipotesi non è all’ordine del giorno.
Altre dichiarazioni che vengono riportate questi giorni fanno riferimento ad un’ altra ipotesi che permetterebbe, in un quadro legislativo come quello attuale, l’assunzione delle insegnanti attraverso il meccanismo delineato dalle norme delle fondazioni. Va chiarito bene questo un punto. Se si fa riferimento all’esperienza del comune di Modena, che dopo aver abbozzato un percorso di esternalizzazioni si è trovata di fronte a una rivolta di genitori e insegnanti e alla raccolta di migliaia e migliaia di firme, e quindi di conseguenza è tornato sui suoi passi e ha adottato una delibera in direzione della Fondazione, va chiarito che c’è un elemento chiave in quella delibera che promuove la Fondazione che incorpora alcune sezioni di scuola materna che non era possibile istituire: “il Fondatore originario dovrà essere il Comune di Modena; in un momento successivo potranno eventualmente aderire, in qualità di Fondatori Aderenti, altri soggetti, purché esclusivamente pubblici, fermo restando che il governo delle Fondazione dovrà rimanere in capo al Comune di Modena”.
Sulla proposta di costituire un contenitore esclusivamente composto di soggetti pubblici, qualunque forma o nome esso abbia, si può eventualmente aprire un libro intero, lo si può sfogliare, controllarne le righe, le lettere, perfino l’ombra delle virgole, tenendo conto dell’interesse comune dei bambini, che sono il presente e il futuro per cui lavoriamo. A partire da questo principio generale il cambiamento va condiviso anche con i protagonisti adulti, che sono le insegnanti, le operatrici e operatori delle scuole, gli stessi genitori, da sempre molto sensibili alla richiesta di una scuola pubblica di qualità per tutti.
In questo momento però il "popolo della scuola" registra, oltre all’attesa e preoccupazione per la doverosa ricerca della miglior strada possibile da parte dell'amministrazione, anche una serie di notizie parziali, a volte contraddittorie e a volte preoccupanti. Massima attenzione quindi. Noi siamo il comune di Francesco Zanardi e Pietro Longhena, siamo il comune che istituì decine di scuole dell'infanzia negli anni della prima guerra mondiale, quello che anticipò il tempo pieno. Noi non siamo un governo tecnico, noi siamo vivi e abbiamo una ragione sociale, morale e pedagogica forte".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:14
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