CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO DI APERTURA DELLA PRESIDENTE SIMONA LEMBI SULL'ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DELL'ISTITUTO SALVEMINI
Di seguito il testo dell'intervento di apertura della presidente del Consiglio comunale, Simona Lembi, sull'anniversario della strage dell'Istituto Salvemini.
"Si chiamava Dario, era residente a Bologna e aveva 14 anni nel 1990 ed era a scuola...
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Di seguito il testo dell'intervento di apertura della presidente del Consiglio comunale, Simona Lembi, sull'anniversario della strage dell'Istituto Salvemini.
"Si chiamava Dario, era residente a Bologna e aveva 14 anni nel 1990 ed era a scuola, seduto al suo posto il 6 dicembre del 1990 quando perse la vita assieme ad altre 11 studentesse 14enni della 2a A dell'Istituto Gaetano Salvemini di Casalecchio di Reno.
I fatti li conosciamo: il 6 dicembre 1990, in mattinata, un Aermacchi dell'Aereonautica decolla dall'aereoporto di Verona Villafranca per un'esercitazione militare. Tra Velezia e Bologna si verifica quella che in gergo si chiama "piantata motore". Il pilota decide di puntare sull'aeroporto di Bologna che non conosce, tenta un atterraggio, che non riesce; l'aereo riprende quota, poi non risponde più ai comandi. Bruno Viviani si lancia e il velivolo lasciato a sé stesso finisce nella 2aA. Muoiono undici ragazze, un ragazzo e rimangono ferite un'ottantina di persone con gradi di invalidità riconosciuta fino all'85%.
Parteciperò a nome del Consiglio comunale alla cerimonia di commemorazione che si svolgerà a Casalecchio nella mattina del 6 dicembre, parteciperò per dire che questa istituzione non dimentica quello che accadde più di venti anni fa: non dimentica gli studenti terrorizzati dall'Aermacchi impazzito; non dimentica gli studenti attoniti quando l'avvocatura dello Stato difese l'Aeronautica contro la scuola; non dimentica la sentenza finale "il fatto non costituisce reato" e cioè l'incapacità della giustizia di riconoscere una responsabilità per quei gravissimi fatti; non dimentica neppure il coraggio dei genitori, della scuola, di migliaia di cittadini, uomini e donne, che non si sono rinchiusi nel loro dolore ma che sono riusciti a trasformare un fatto privato in un gesto pubblico, perché non accadesse ad altri quello che è accaduto loro dopo l'incidente.
Così è stata ricostruita la scuola, la vecchia sede dell'Istituto Salvemini, che oggi ospita una Casa della solidarietà ed è sede di moltissime associazioni di Casalecchio e anche della Protezione civile; così ci si è adoperati per mettere a punto proposte di legge oltre a regolamentare fuori dai centri abitati le esercitazioni militari in tempo di pace; così si è dato vita a un Centro per le vittime di reati e calamità per restituire alla vittima non un ruolo di questuante di servizi, ma lo status di vero e proprio soggetto di diritti.
Con questo intento, a nome del Consiglio comunale di Bologna parteciperò alla cerimonia di Casalecchio di Reno del 6 dicembre".
"Si chiamava Dario, era residente a Bologna e aveva 14 anni nel 1990 ed era a scuola, seduto al suo posto il 6 dicembre del 1990 quando perse la vita assieme ad altre 11 studentesse 14enni della 2a A dell'Istituto Gaetano Salvemini di Casalecchio di Reno.
I fatti li conosciamo: il 6 dicembre 1990, in mattinata, un Aermacchi dell'Aereonautica decolla dall'aereoporto di Verona Villafranca per un'esercitazione militare. Tra Velezia e Bologna si verifica quella che in gergo si chiama "piantata motore". Il pilota decide di puntare sull'aeroporto di Bologna che non conosce, tenta un atterraggio, che non riesce; l'aereo riprende quota, poi non risponde più ai comandi. Bruno Viviani si lancia e il velivolo lasciato a sé stesso finisce nella 2aA. Muoiono undici ragazze, un ragazzo e rimangono ferite un'ottantina di persone con gradi di invalidità riconosciuta fino all'85%.
Parteciperò a nome del Consiglio comunale alla cerimonia di commemorazione che si svolgerà a Casalecchio nella mattina del 6 dicembre, parteciperò per dire che questa istituzione non dimentica quello che accadde più di venti anni fa: non dimentica gli studenti terrorizzati dall'Aermacchi impazzito; non dimentica gli studenti attoniti quando l'avvocatura dello Stato difese l'Aeronautica contro la scuola; non dimentica la sentenza finale "il fatto non costituisce reato" e cioè l'incapacità della giustizia di riconoscere una responsabilità per quei gravissimi fatti; non dimentica neppure il coraggio dei genitori, della scuola, di migliaia di cittadini, uomini e donne, che non si sono rinchiusi nel loro dolore ma che sono riusciti a trasformare un fatto privato in un gesto pubblico, perché non accadesse ad altri quello che è accaduto loro dopo l'incidente.
Così è stata ricostruita la scuola, la vecchia sede dell'Istituto Salvemini, che oggi ospita una Casa della solidarietà ed è sede di moltissime associazioni di Casalecchio e anche della Protezione civile; così ci si è adoperati per mettere a punto proposte di legge oltre a regolamentare fuori dai centri abitati le esercitazioni militari in tempo di pace; così si è dato vita a un Centro per le vittime di reati e calamità per restituire alla vittima non un ruolo di questuante di servizi, ma lo status di vero e proprio soggetto di diritti.
Con questo intento, a nome del Consiglio comunale di Bologna parteciperò alla cerimonia di Casalecchio di Reno del 6 dicembre".