CONSIGLIO COMUNALE: INTERVENTO DI INIZIO SEDUTA DELLA CONSIGLIERA MIRKA COCCONCELLI (LEGA NORD) SUL TEMA DELLA PROSTITUZIONE
Si trasmette il testo integrale dell'intervento di inizio seduta della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega Nord) sul tema della prostituzione.
"Il dibattito sulla tolleranza o meno coinvolge tutti i Paesi dell’Unione Europea , i quali in ...
"Il dibattito sulla tolleranza o meno coinvolge tutti i Paesi dell’Unione Europea , i quali in assenza di direttive comunitarie ben definite, hanno sviluppato approcci differenti al fenomeno, ora proibendolo, ora abolendolo, ora regolamentandolo come in Germania,Austria,Svizzera, Paesi Bassi dove la prostituzione viene esercitata come qualsiasi attività commerciale.
In Italia chiuse le case di tolleranza, la outdoor è l’unica tollerata dallo Stato e le lucciole svolgono la propria attività prive di ogni controllo sanitario e legislativo,alla luce di gravi carenze nell’ordinamento giuridico nazionale che costringono le amministrazione comunali ad una sorta di fai da te.
L’eliminazione della prostituzione dalle strade dovrebbe essere un obiettivo condiviso per diversi motivi di ordine pratico:
- Crea allarme sociale,degrado e la criminalità organizzata ne ha fatto un business da sfruttare
- Controllo identificativo e sanitario delle prostitute al fine di ridurre la clandestinità, ma soprattutto contrastare la diffusione di malattie sessualmente trasmissibili
- Controllo fiscale sulle entrate che devono essere assoggettate a tassazione, per evitare introiti illeciti ed esentasse,anche le prostitute devono pagare le tasse per i servizi di cui anch’esse usufruiscono e che attualmente non pagano
- Prevenzione della tratta di persone utilizzate per il meretricio
La sottoscritta non è, né un prete, né un filosofo, ma un sanitario ed un politico che dovrebbe risolvere i problemi, quindi al di là di falsi moralismi il fine ultimo a cui si deve tendere è la lotta allo sfruttamento,favoreggiamento od induzione che deve essere perseguito attraverso l’introduzione di misure legislative ad hoc ed interventi di carattere sociale, volti al sostegno ed al recupero delle prostitute(ovviamente quando queste vogliano essere recuperate!!),ma è soprattutto improcrastinabile contrastare la trasmissione di malattie sessualmente trasmissibili, tramite l’istituzione di controlli igienico-sanitari delle categorie a rischio,tra cui rientrano anche le prostitute.
Acclarato che il sesso a rischio zero non esiste,a meno che non si pratichi l’astinenza,già la consapevolezza del rischio è il primo strumento per limitarlo.
La prostituta od il prostituto infetti rappresentano un problema sanitario di rilevanza sociale, in quanto probabile bomba biologica,in grado di trasmettere una tra le tante malattie sessualmente trasmissibili tra cui la sifilide, gonorrea, HIV, epatiti B e C, linfogranuloma venereo, condilomi, herpes genitale,ulcera molle, uretriti e vaginiti batteriche e micotiche e via andare e si parla di infezioni proprio al fine di enfatizzare il problema della loro contagiosità e della trasmissibilità a terzi.
Nel mondo sono 340 milioni i casi all’anno di malattie sessualmente trasmissibili, la maggior parte si verifica nell’Asia meridionale e sud-orientale, nell’Africa sahariana, sub-sahariana e nell’America latina e caraibica.
In Italia sta aumentando la diffusione di queste malattie e, lungi da me voler criminalizzare una categoria di persone, ma spetta a noi medici avvertire del probabile rischio infettivo a cui ci si espone.
In Italia, dal 2000 a oggi, i casi di sifilide sono aumentati da 20 a circa 3.500 l’anno,ravvisando la necessità di rieducare i medici a riconoscere questa patologia,evitando diagnosi tardive e difficili da gestire successivamente;quelli di gonorrea da 10-12 a 300 l’anno,ma a preoccupare gli esperti è soprattutto il diffondersi di una forma nuova e sconosciuta di linfogranuloma venereo (proctite linfogranulomatosa) ascrivibile a rapporti sessuali passivi non protetti,specialmente in soggetti già colpiti da HIV.
(SOLE 24 ORE SANITA’ DEL 27/01/’09).
La dr.ssa Barbara Suligoi, responsabile dell’Unità di Epidemiologia e Unità MST dell’ISS, ha sottolineato la vasta diffusione di queste malattie nei paesi africani ,oltre 25 milioni di infetti nell’Africa Sub-Sahariana e dal 1989 è aumentata anche nei paesi dell’ex blocco sovietico: 120-170 casi per 100.000 abitanti. Inoltre i giovani under 25 sono particolarmente esposti :1/3 dei nuovi casi di IST li riguarda.
Già 4 anni fa, nel settembre 2008, a Milano,al XXIV congresso europeo dello IUSTI (International union against sexually transmitted infections) ovvero la più antica società scientifica che si occupa di malattie sessualmente trasmissibili, che è anche organo di consulenza dell’OMS, gli esperti provenienti da più di 50 paesi, lanciarono l’allarme sulle MST.
Come si evince anche dalla pubblicazione del 2008:”La nuova epidemia di Sifilide”scritta dalla Dott.ssa D’Antuono del dipartimento di scienze dermatologiche dell’Alma Mater, la diffusione è legata soprattutto alle migrazioni incontrollate, al turismo sessuale ed ai nuovi determinanti comportamentali. Tra l’altro nella stessa tesi a pag.52 e 62 si attesta che a Bologna è in corso una recrudescenza di sifilide iniziata nel 2003 e la sifilide latente interessa prevalentemente le donne straniere soprattutto provenienti dall’Europa dell’Est,Sud America e Nord Africa (considerate “categorie a rischio”) ed è significativo ed allarmante il fatto che questi casi vengano diagnosticati casualmente in seguito a test ematici che queste pazienti eseguono in corso di gravidanza o screening pre-operatori .
Il fenomeno della prostituzione andrebbe monitorato e regolamentato, soprattutto per tutelare la salute dei cittadini e delle prostitute stesse,affrontando il problema in maniera pragmatica e concreta
sensibilizzando le istituzioni, affinchè eseguano screening adeguati delle categorie a rischio,come si evince dalle linee guida del CDC(Centers of Desase Control) di Atlanta. Quindi per evitare possibili epidemie sul territorio italiano,è necessario anche un adeguato monitoraggio degli immigrati nei centri di riferimento (come si evince a pag 62, V comma della tesi della Dott.ssa D’Antuono)".