CONSIGLIO COMUNALE, INTERVENTO DI INIZIO SEDUTA DEL CONSIGLIERE MARCO PIAZZA (M5S) SULLA QUESTIONE NO TAV
Si trasmette il testo dell'intervento di inizio seduta del consigliere Marco Piazza (M5S), sulla questione NO TAV.
"La questione TAV (ma non solo quella) sta ribadendo con forza un importante concetto: ovvero la democrazia e la partecipazione ...
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Si trasmette il testo dell'intervento di inizio seduta del consigliere Marco Piazza (M5S), sulla questione NO TAV.
"La questione TAV (ma non solo quella) sta ribadendo con forza un importante concetto: ovvero la democrazia e la partecipazione oggi deve essere reale e concreta! I cittadini vogliono essere davvero coinvolti nelle decisioni. Non ci si accontenta più di finti tavoli di confronto che in realtà sono solo delle “informative” che non possono in alcun modo influire nella sostanza delle decisioni, ma al massimo su qualche dettaglio.
La politica non dovrebbe ignorare questa grande necessità dei cittadini, anzi il mondo politico dovrebbe avviare un necessario rinnovamento. E invece la politica oggi che strumenti ha per rispondere a questa necessità? Come risponde?
Primo: una legge elettorale che non permette di scegliere i propri rappresentanti (la gente chiede sempre più democrazia diretta e invece noi non riusciamo a far funzionare al suo pieno nemmeno la democrazia rappresentativa). Ora parlano di mettere persino uno sbarramento che toglierebbe ogni rappresentanza a delle “rilevanti minoranze” che invece avrebbero un ruolo importantissimo nel dare voce a tensioni sociali che altrimenti si accumulano nella società civile.
Secondo: una sistematica violazione dei referendum popolari (vedi quello sui finanziamenti pubblici ai partiti aboliti ad aprile e reintrodotti a dicembre come rimborsi elettorali: 8 mesi. Oppure i referendum sull’acqua di giugno 2011: dopo 3 mesi c'erano già due leggi che andavano dalla parte opposta!)
Terzo: le leggi di iniziativa popolare sono ignorate spesso e volentieri, basterebbe citare il caso emblematico e scandaloso della legge Parlamento pulito per cui sono state raccolte centinaia di migliaia di firme in un tempo record in tutta Italia (350K). Giace dimenticata e indiscussa da anni.
Queste non risposte alla domanda di maggior partecipazione fa aumentare ancora di più la tensione.
In tutto il mondo oggi e non solo in Italia, in nome di una vera democrazia, la gente e’ disposta a rischiare molto, anche la vita stessa, lo vediamo in Egitto, in Siria, in Tunisia. E lo stesso spirito, anche se declinato alla situazione del nostro paese, e’ quello che porta tante persone a manifestare e ad opporsi a decisioni imposte dall’alto che non si accetta più di subire passivamente.
Qui in Italia come in Egitto, come in Spagna con il Movimento degli Indignados, come negli Stati Uniti con Occupy Wall street… ovunque uno spirito trasversale e comune si sta manifestando attraverso le specificità di ogni singolo paese.
Nel caso TAV stiamo parlando di una decisione ad altissimo impatto ambientale ed economico che ha forti criticità tutte puntualmente documentate e a moltissime delle quali il governo non e’ riuscito a rispondere con convincenti controdeduzioni. Un'opera che il governo cerca quindi di portare avanti con autorità per compensare la mancanza di autorevolezza che purtroppo ha perso negli scandali a partire da tangentopoli in poi.
I cittadini vogliono essere più coinvolti nelle decisioni e oggi la rete e’ un formidabile strumento che permetterebbe di rispondere a questa richiesta. La democrazia oggi può e deve fare un passo avanti.
Non va bene rispondere con delle informative travestite da tavoli di confronto che esasperano soltanto di più gli animi. I cittadini vogliono vere Istruttorie pubbliche al termine delle quali cittadini informati deliberano. La politica devono solo eseguire nel modo migliore la decisione popolare.
Proprio per rispondere a questa maggiore domanda di partecipazione il M5S sta proponendo l'introduzione dei referendum abrogativi e propositivi anche a Bologna che oggi ne e’ priva: strumenti principe della democrazia diretta.
Questo spirito trasversale di partecipazione si manifesta con sempre maggior forza ovunque si cerchi di imporre scelte strategiche deboli e non condivise. Anche qui da noi a Bologna abbiamo la nostra piccola TAV: si chiama People Mover. E nel nostro piccolo tutto è replicato:
un'opera di dubbia utilità e di ancor più dubbia opportunità;
una serie di controdeduzioni di tecnici contrari a cui mancano risposte convincenti (come quella dell'assetto societario che scaricano il rischio sul pubblico trasformando un project financing in un appalto);
l'assenza di un percorso veramente partecipato che permettesse ai cittadini di influire sulle decisioni. Non solo con l'istruttoria pubblica negata recentemente (una grande occasione persa) dicendo anche che “ormai si e’ fuori tempo massimo”, ma anche in passato non c’e’ mai stata adeguata informazione e coinvolgimento, nemmeno del consiglio comunale;
l'autorevolezza compromessa agli occhi dei Bolognesi a fronte dei recenti casi Civis e dimissioni Del Bono.
E non poteva mancare di conseguenza il movimento cittadino No People Mover che si oppone all'opera.
Come vedete anche a Bologna abbiamo una replica perfetta in scala della situazione nazionale e sarebbe opportuno provare a gestire la situazione in modo diverso alla luce dei risultati che sta dando la linea dura applicata in Val di Susa con scontri, manifestazioni e blocchi in tutta Italia. Sarebbe opportuno evitare di arrivare a questo punto a Bologna: i tempi ci sono, non sprechiamoli!"
"La questione TAV (ma non solo quella) sta ribadendo con forza un importante concetto: ovvero la democrazia e la partecipazione oggi deve essere reale e concreta! I cittadini vogliono essere davvero coinvolti nelle decisioni. Non ci si accontenta più di finti tavoli di confronto che in realtà sono solo delle “informative” che non possono in alcun modo influire nella sostanza delle decisioni, ma al massimo su qualche dettaglio.
La politica non dovrebbe ignorare questa grande necessità dei cittadini, anzi il mondo politico dovrebbe avviare un necessario rinnovamento. E invece la politica oggi che strumenti ha per rispondere a questa necessità? Come risponde?
Primo: una legge elettorale che non permette di scegliere i propri rappresentanti (la gente chiede sempre più democrazia diretta e invece noi non riusciamo a far funzionare al suo pieno nemmeno la democrazia rappresentativa). Ora parlano di mettere persino uno sbarramento che toglierebbe ogni rappresentanza a delle “rilevanti minoranze” che invece avrebbero un ruolo importantissimo nel dare voce a tensioni sociali che altrimenti si accumulano nella società civile.
Secondo: una sistematica violazione dei referendum popolari (vedi quello sui finanziamenti pubblici ai partiti aboliti ad aprile e reintrodotti a dicembre come rimborsi elettorali: 8 mesi. Oppure i referendum sull’acqua di giugno 2011: dopo 3 mesi c'erano già due leggi che andavano dalla parte opposta!)
Terzo: le leggi di iniziativa popolare sono ignorate spesso e volentieri, basterebbe citare il caso emblematico e scandaloso della legge Parlamento pulito per cui sono state raccolte centinaia di migliaia di firme in un tempo record in tutta Italia (350K). Giace dimenticata e indiscussa da anni.
Queste non risposte alla domanda di maggior partecipazione fa aumentare ancora di più la tensione.
In tutto il mondo oggi e non solo in Italia, in nome di una vera democrazia, la gente e’ disposta a rischiare molto, anche la vita stessa, lo vediamo in Egitto, in Siria, in Tunisia. E lo stesso spirito, anche se declinato alla situazione del nostro paese, e’ quello che porta tante persone a manifestare e ad opporsi a decisioni imposte dall’alto che non si accetta più di subire passivamente.
Qui in Italia come in Egitto, come in Spagna con il Movimento degli Indignados, come negli Stati Uniti con Occupy Wall street… ovunque uno spirito trasversale e comune si sta manifestando attraverso le specificità di ogni singolo paese.
Nel caso TAV stiamo parlando di una decisione ad altissimo impatto ambientale ed economico che ha forti criticità tutte puntualmente documentate e a moltissime delle quali il governo non e’ riuscito a rispondere con convincenti controdeduzioni. Un'opera che il governo cerca quindi di portare avanti con autorità per compensare la mancanza di autorevolezza che purtroppo ha perso negli scandali a partire da tangentopoli in poi.
I cittadini vogliono essere più coinvolti nelle decisioni e oggi la rete e’ un formidabile strumento che permetterebbe di rispondere a questa richiesta. La democrazia oggi può e deve fare un passo avanti.
Non va bene rispondere con delle informative travestite da tavoli di confronto che esasperano soltanto di più gli animi. I cittadini vogliono vere Istruttorie pubbliche al termine delle quali cittadini informati deliberano. La politica devono solo eseguire nel modo migliore la decisione popolare.
Proprio per rispondere a questa maggiore domanda di partecipazione il M5S sta proponendo l'introduzione dei referendum abrogativi e propositivi anche a Bologna che oggi ne e’ priva: strumenti principe della democrazia diretta.
Questo spirito trasversale di partecipazione si manifesta con sempre maggior forza ovunque si cerchi di imporre scelte strategiche deboli e non condivise. Anche qui da noi a Bologna abbiamo la nostra piccola TAV: si chiama People Mover. E nel nostro piccolo tutto è replicato:
un'opera di dubbia utilità e di ancor più dubbia opportunità;
una serie di controdeduzioni di tecnici contrari a cui mancano risposte convincenti (come quella dell'assetto societario che scaricano il rischio sul pubblico trasformando un project financing in un appalto);
l'assenza di un percorso veramente partecipato che permettesse ai cittadini di influire sulle decisioni. Non solo con l'istruttoria pubblica negata recentemente (una grande occasione persa) dicendo anche che “ormai si e’ fuori tempo massimo”, ma anche in passato non c’e’ mai stata adeguata informazione e coinvolgimento, nemmeno del consiglio comunale;
l'autorevolezza compromessa agli occhi dei Bolognesi a fronte dei recenti casi Civis e dimissioni Del Bono.
E non poteva mancare di conseguenza il movimento cittadino No People Mover che si oppone all'opera.
Come vedete anche a Bologna abbiamo una replica perfetta in scala della situazione nazionale e sarebbe opportuno provare a gestire la situazione in modo diverso alla luce dei risultati che sta dando la linea dura applicata in Val di Susa con scontri, manifestazioni e blocchi in tutta Italia. Sarebbe opportuno evitare di arrivare a questo punto a Bologna: i tempi ci sono, non sprechiamoli!"