Comunicati stampa

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CONSIGLIO COMUNALE IN OCCASIONE DEL "GIORNO DEL RICORDO", INTERVENTO DEL PRESIDENTE PROVINCIALE DELL'ANVGD MARINO SEGNAN


Si trasmette il discorso di Marino Segnan, presidente provinciale dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, tenuto oggi nel corso della seduta del Consiglio comunale dedicata al "Giorno del Ricordo".

"Saluto le autorità...

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Si trasmette il discorso di Marino Segnan, presidente provinciale dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, tenuto oggi nel corso della seduta del Consiglio comunale dedicata al "Giorno del Ricordo".

"Saluto le autorità civili e militari, i rappresentanti della Regione Emilia-Romagna, della Provincia di Bologna, la Presidente del Consigli comunale, la vicesindaco, e voi consiglieri. Non dimentico i miei associati, quelli che mi supportano in questo impegno di ricordo. Come è stato citato la legge numero 92 del 30 marzo 2004 ci ha dato visibilità, quello che noi chiediamo e che questa visibilità continui, che questo momento non sia solo un giorno sul calendario o un momento per trovarci, una festa, ma sia veramente un ricordo, soprattutto per le nuove generazioni, per tutti coloro che non hanno ancora saputo nulla di questa storia. Parlo di tutti quei giovani che sanno forse del fascismo, forse poco dei romani, poco dei greci, a sanno ancor ameno degli istriani, dei fiumani, dei dalmati. Questo fa ancora più amarezza perché i protagonisti di questa storia erano italiani, eravamo italiani, siamo italiani e abbiamo voluto rimanere italiani.
Il mio impegno, di tutta la mia gente, con tutte le iniziative che in questo periodo stiamo facendo, è finalizzato al ricordo di questa data, perché come ho già detto non rimanga solo un punto nel calendario, ma serva soprattutto alle nuove generazioni, ma anche a noi, per farci promotori, per non dimenticare certi momenti.
Devo ringraziare questo Comune che nonostante quell’avvenimento del 1947, che non è stato molto eclatante, ci ha accolto, come dice anche la lapide. Abbiamo avuto dei dirigenti comunali, pubblici, che ci hanno aiutato, che hanno capito, che hanno trovato dentro al nostro movimento dei punti molto importanti, soprattutto nel considerare che noi rimasti a Bologna siamo entrati nel tessuto sia pubblico che sociale e abbiamo dato un grande apporto alla realizzazione alla democrazia di questa città.
Siamo arrivati in quasi 4.000 dal ’47, non è un numero piccolo, considerate quante famiglie, quanti di noi hanno lavorato nell’ambito dei quartieri, dello sport, anche della politica. Credo che abbiamo dato un segno molto eloquente. Abbiamo degli imprenditori che hanno tenuto alto il nome della città di Bologna di questo andiamo fieri.
A seguito di questo e su sollecitazione di certi rappresentanti istituzioni siamo riusciti a fare avere tramite il Consiglio regionale a tutte le scuole superiori un dvd che racconta la storia del nostro esilio. Il dvd non parla soltanto di chi ha fatto la valigia, ma fa un racconto storico, da quando inizia purtroppo la nostra storia, il nostro esodo, la nostra tragedia. In questo giorno parlare di foibe credo sia la cosa più semplice ed emotiva, ma credo anche che sia molto più emotivo parlare dell’esodo. Se noi siamo qua a parlare, io a parlare della mia gente, è perché abbiamo creduto in questo esodo, i miei genitori ci hanno creduto, si sono fermati in questa città ed insieme a voi abbiamo cercato di costruire una memoria e una verità.
In questo momento voglio ricordare dunque i 350.000 esodati, di cui circa 80.000 hanno preso un altro esilio. Noi abbiamo avuto 80.000 persone che hanno fatto un esilio successivo, approdando in tutti continenti, dall’Australia, a Nord America, Sud America, anche Sud Africa. Questo un momento ci deve far pensare, Molti di questi pur di ritornare alla madrepatria e sentirsi italiani sono rientrati, e li abbiamo tuttora in mezzo a noi. Questo è uno dei passaggi che pochi si ricordano, però queste persone hanno subito un doppio esodo, e questo credo che sia una cosa molto importante, molto emotiva, pensare che questa gente ha dovuto ricostruire due volte la propria esistenza.
Raccomando a tutti che questo sia veramente il ricordo, che ci deve tenere legati sia per amicizia e rapporti sociali, ma soprattutto perché abbiamo voluto rimanere italiani. E qui c’è una piccola mancanza. Nello scorso hanno abbiamo festeggiato il 150° dell’Unità d’Italia, ma si è parlato poco di noi, questa è una piccola lacuna che è stata fatta nei nostri confronti. Ma noi comunque andiamo avanti, cerchiamo che la nostra storia venga scritta, venga proclamata ai giovani, e a tutti quelli che in questo momento non hanno ancora capito veramente il nostro sentimento. Concludo ringraziando tutti i presenti, le autorità, e il Comune di Bologna. Un ringraziamento lo devo fare allo staff del Cerimoniale, perché con l’assistenza e la collaborazione che ho sempre ricevuto, sono riuscito a mettere insieme delle cerimonie che per me sono sempre state molto importanti e molto significative. Grazie".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:15
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