Comunicati stampa

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CITTADINANZA ONORARIA PINO MASCIARI, L'INTERVENTO DEL SINDACO DI BOLOGNA VIRGINIO MEROLA


Si trasmette l'intervento del Sindaco di Bologna, Virginio Merola, in occasione della consegna della Cittadinanza Onoraria a Pino Masciari, avvenuta oggi in Consiglio comunale.


"Pino Masciari si è ribellato a un sistema di criminalità organ...

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Si trasmette l'intervento del Sindaco di Bologna, Virginio Merola, in occasione della consegna della Cittadinanza Onoraria a Pino Masciari, avvenuta oggi in Consiglio comunale.


"Pino Masciari si è ribellato a un sistema di criminalità organizzata, ha deciso di non abbassare la testa di fronte a estorsioni, minacce e – pur nella consapevolezza che la sua non sarebbe stata una scelta facile – ha denunciato gli abusi che aveva subìto. Ha avuto il coraggio di fare nomi e cognomi. Ha puntato l’indice contro quelle persone che l’avevano stretto, così come l’ha definita lo stesso Masciari, in “una morsa che giorno dopo giorno si stringe fino a strozzarti”. Richieste, pretese, minacce, attentati.

Fare dunque nomi e cognomi non è facile. Sapere che quel gesto, unito a racconti dettagliati su avvenimenti, luoghi e date, avrebbe portato ad arresti di decine di malavitosi, a lunghi processi e condanne, a incomprensioni con le stesse istituzioni, da un lato offre a chi abita terre vessate dalla criminalità la speranza di un futuro migliore, dall’altro espone a una vita di privazioni, in particolare nei riguardi della propria famiglia.

Attraverso Pino Masciari vogliamo ricordare e ringraziare i tanti altri cittadini del nostro Paese che hanno spezzato il giogo imposto dalle mafie e hanno condotto una battaglia da “testimoni di giustizia”. Un ruolo difficile, che il nostro legislatore ha voluto riconoscere con la legge 13 febbraio 2001 n. 45, per differenziare queste persone rispetto ai “collaboratori di giustizia”. I testimoni di giustizia sono infatti “coloro che senza aver fatto parte di organizzazioni criminali hanno sentito il dovere di testimoniare per ‘senso civico’ o ‘sensibilità istituzionale’ esponendo se stessi e le loro famiglie alle ‘reazioni’ degli accusati e alle possibili rappresaglie o vendette”, sottolinea il legislatore. Quindi non siamo di fronte ad un “pentito di mafia”, ma persone offese dalla criminalità organizzata.

Chi si ribella e inizia a denunciare tutto quello che ha dovuto subire, sa bene che mette a repentaglio se stesso e i suoi familiari. Il testimone di giustizia deve lasciare la propria terra d'origine, quei luoghi che attraverso la sua scelta vuole liberare dalla malavita. Masciari, in un capitolo del suo libro scritto a quattro mani assieme alla moglie Marisa, dal titolo: “Organizzare il coraggio, la nostra vita contro la ’ndrangheta”, descrive quella che lui stesso considera “la fuga” dalla sua terra: “Gli ultimi giorni a Serra e le ore che precedettero la partenza trascorsero in un clima surreale, quasi in un incubo. I preparativi furono quelli di una partenza frettolosa, una partenza che ti toglie il fiato […] Tutta una vita deve essere presa e trasportata altrove, raccogliendo il necessario e lasciando altro, scegliendo tra oggetti, vestiti, affetti”. Non si potrebbe dire meglio.

Noi sappiamo, e insieme dobbiamo dimostrarlo, che Masciari ha fatto la scelta giusta, e di questo ne dobbiamo essere tutti consapevoli. Ma proprio per questo voglio ripetere ciò che dissi in questa Aula il 21 marzo scorso, nel corso del Consiglio comunale straordinario in ricordo delle vittime delle mafie: "Non dobbiamo abbassare la guardia". Le infiltrazioni della criminalità organizzata sono presenti anche nelle nostre terre. Le combattiamo, abbiamo gli strumenti per farlo, anche grazie alle misure legislative della nostra Regione.

Le mafie, come è noto, non guardano in faccia a nessuno, là dove c’è la possibilità si insinuano. Soprattutto dove c'è la possibilità di profitti illegittimi. Il nostro compito è combatterle, proteggere chi ha avuto il coraggio di denunciare i soprusi e ricordare chi ha dato la vita per assicurare la legalità al nostro Paese. Fra due giorni ricorderemo il ventesimo anniversario della strage di Capaci, dove persero la vita il magistrato Giovani Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta.

Ma non dimentichiamoci le parole di Don Ciotti su quella “zona grigia” che favorisce il rischio di infiltrazioni mafiose: quella serie di atteggiamenti che permettono alla criminalità organizzata di vivere e prosperare anche nelle nostra realtà: l’omertà, la delega, l’indifferenza, e anche la rassegnazione.

A questa "zona grigia" dobbiamo sapere reagire, dobbiamo continuare in iniziative come questa contando sul fatto che in questa città è forte anche la reazione dei giovani. Ragazzi che rappresentano il nostro futuro e che ci chiedono, nel presente, di essere coerenti con questo atteggiamento, a cominciare dalla politica, dalla sua capacità di tornare a dare l'esempio rispetto agli atteggiamenti giusti da tenere nei confronti della criminalità.

Pino Masciari, insieme a tutti i testimoni di giustizia, ha deciso di lottare contro la “zona grigia”, facendo il proprio dovere. Bologna è orgogliosa di avere Masciari tra i suoi cittadini onorari".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:14
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