SPORT, RIZZO NERVO: AL PALADOZZA GIOCHI QUELLO PROFESSIONISTICO. INTANTO AVANTI CON IL RECUPERO DEL CREDITO
Riportare al Paladozza lo sport professionistico, così come certificato dalla convenzione col gestore, ed ottenere il pagamento dei 6,4 milioni di euro oggetto della fideiussione. Questi gli obiettivi primari del Comune di Bologna in merito alla ge...
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Riportare al Paladozza lo sport professionistico, così come certificato dalla convenzione col gestore, ed ottenere il pagamento dei 6,4 milioni di euro oggetto della fideiussione. Questi gli obiettivi primari del Comune di Bologna in merito alla gestione del Palazzo dello sport di piazza Azzarita. A fare chiarezza sulla vicenda sono l’assessore comunale allo Sport, Luca Rizzo Nervo, e Roberto Diolaiti, direttore del Settore Ambiente e Sport del Comune di Bologna, oggi in conferenza stampa. “Vogliamo riportare il Paladozza all’utilizzo che gli è proprio per natura, e recuperare il credito di 6,4 milioni di euro, soldi dei cittadini bolognesi, al quale si aggiungono altri 400.000 euro di altri pagamenti inevasi, cifra rilevante per qualsiasi bilancio, valgono quanto 2 asili nido o quanto la manutenzione degli impianti sportivi cittadini per 6 anni”, spiega l’assessore. “E’ anche una questione di rispetto per le tante società sportive bolognesi che ogni giorno faticano per ottemperare a quanto chiesto dal Comune”, aggiunge Rizzo Nervo. Per fare questo il Comune ha presentato una azione riconvenzionale in sede Tar nei confronti dell’Associazione temporanea d’impresa (Ati) formata da Gilberto Sacrati, e dalle imprese edili Ragni e Melegari.
L’assessore specifica inoltre che “Sacrati non decade dalla convenzione per il mancato pagamento, ma per il mancato rispetto dell’articolo 3 della convenzione, che specifica i termini di utilizzo della struttura”. Il Paladozza deve infatti ospitare partite di campionati professionistici, e le iniziative non sportive non possono superare il 40% del totale delle manifestazioni aperte al pubblico. “Su questo c’era inadempienza- aggiunge Rizzo Nervo- e da atto costitutivo dell’Ati, fatta salva la responsabilità solidale dei tre soggetti, era la Fortitudo ad avere in capo in via autonoma la gestione del Paladozza. La decisione che ha coinvolto Sacrati non è stata quindi una scelta arbitraria”.
Secondo aspetto centrale nella vicenda è la modalità del subentro di Giulio Romagnoli in relazione alla convenzione in essere. “Non si tratta di una nuova convenzione. Romagnoli subentra nella figura di cessionario pro parte della posizione sportiva avendo ricevuto la subconcessione del marchio Fortitudo da parte di Sacrati, sottoscritto un accordo di collaborazione tra le due società sportive, e ricevuto dalla casamadre Fortitudo il riconoscimento per la continuità sportiva della SG Fortitudo”, aggiunge l’assessore. Inoltre, il subentro di Romagnoli “non è a costo zero, e consente di mantenere in essere la convenzione, cosa fondamentale per il recupero del credito- spiega ancora Rizzo Nervo- Romagnoli si deve fare carico, in solido con gli altri soggetti e possibili altri che vorranno intervenire, di parte del debito. Nel canone di concessione si prevederà infatti il recupero pro quota dei 9/20 del credito. Per noi è un primo elemento di garanzia del recupero parziale del credito. Rispetto a questo impegno, anche in virtù delle esperienze passate, chiederemo ai gestori puntuali garanzie”.
“Il Comune di Bologna ha fatto questa operazione per non rimetterci un euro. Il 31 luglio è la data ultima della proroga per verificare l’ammissione al campionato di Romagnoli, condizione a cui abbiamo subordinato il subentro- conclude l’assessore- Se non troverà l’accordo con gli altri due concessionari, o non saranno fornite sufficienti garanzie, il Paladozza tornerà al Comune e si andrà a bando, fermo restando le azioni per il recupero del credito”.
L’assessore specifica inoltre che “Sacrati non decade dalla convenzione per il mancato pagamento, ma per il mancato rispetto dell’articolo 3 della convenzione, che specifica i termini di utilizzo della struttura”. Il Paladozza deve infatti ospitare partite di campionati professionistici, e le iniziative non sportive non possono superare il 40% del totale delle manifestazioni aperte al pubblico. “Su questo c’era inadempienza- aggiunge Rizzo Nervo- e da atto costitutivo dell’Ati, fatta salva la responsabilità solidale dei tre soggetti, era la Fortitudo ad avere in capo in via autonoma la gestione del Paladozza. La decisione che ha coinvolto Sacrati non è stata quindi una scelta arbitraria”.
Secondo aspetto centrale nella vicenda è la modalità del subentro di Giulio Romagnoli in relazione alla convenzione in essere. “Non si tratta di una nuova convenzione. Romagnoli subentra nella figura di cessionario pro parte della posizione sportiva avendo ricevuto la subconcessione del marchio Fortitudo da parte di Sacrati, sottoscritto un accordo di collaborazione tra le due società sportive, e ricevuto dalla casamadre Fortitudo il riconoscimento per la continuità sportiva della SG Fortitudo”, aggiunge l’assessore. Inoltre, il subentro di Romagnoli “non è a costo zero, e consente di mantenere in essere la convenzione, cosa fondamentale per il recupero del credito- spiega ancora Rizzo Nervo- Romagnoli si deve fare carico, in solido con gli altri soggetti e possibili altri che vorranno intervenire, di parte del debito. Nel canone di concessione si prevederà infatti il recupero pro quota dei 9/20 del credito. Per noi è un primo elemento di garanzia del recupero parziale del credito. Rispetto a questo impegno, anche in virtù delle esperienze passate, chiederemo ai gestori puntuali garanzie”.
“Il Comune di Bologna ha fatto questa operazione per non rimetterci un euro. Il 31 luglio è la data ultima della proroga per verificare l’ammissione al campionato di Romagnoli, condizione a cui abbiamo subordinato il subentro- conclude l’assessore- Se non troverà l’accordo con gli altri due concessionari, o non saranno fornite sufficienti garanzie, il Paladozza tornerà al Comune e si andrà a bando, fermo restando le azioni per il recupero del credito”.