QUESTION TIME, CHIARIMENTI SULLE POLITICHE DI WELFARE
Nella nostra città, e in generale nella nostra regione, il privato sociale è da tempo coinvolto nelle politiche di welfare sia nella fase di gestione che in quella di programmazione. Il Comune da anni opera per la definizione di un sistema integr...
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Nella nostra città, e in generale nella nostra regione, il privato sociale è da tempo coinvolto nelle politiche di welfare sia nella fase di gestione che in quella di programmazione. Il Comune da anni opera per la definizione di un sistema integrato locale, nel quale la collaborazione con i soggetti privati del territorio costituisce un punto di riferimento importante. La collaborazione è più che decennale, al punto che oggi si può parlare di un sistema davvero integrato. E' a partire da questa situazione, che vede una forte collaborazione tra pubblico e privato e forti elementi di sussidiarietà nell'offerta dei servizi sociali e scolastici, che faremo una riflessione anche in sede di Consiglio, per potenziarla e arricchirla, in modo da rispondere in maniera sempre più adeguata ai bisogni dei cittadini.
Questa, in sintesi la risposta dell'assessore Giannini alla domanda d'attualità del consigliere Bernardini (Lega Nord).
La domanda d'attualità del consigliere Manes Bernardini (Lega Nord):
"Premesso che: dalla stampa apprendiamo che uno dei cavalli di battaglia del Partito Democratico e del Sindaco Merola è il coinvolgimento dei privati nel sistema del welfare; il Gruppo consigliare Lega Nord ha chiesto una udienza conoscitiva per il prossimo martedì sulla situazione dei servizi sociali a tre anni dalla delega ai Quartieri dei servizi di welfare, a consuntivo del decentramento totale dei servizi assistenziali;
Chiede alla Giunta:
se vi sia una politica di integrazione con le forze del privato sociale (aziende, associazioni ed altri soggetti privati) da coinvolgere nella partecipazione attiva alle politiche di welfare o se si tratti solo di proposte ancora allo stato embrionale; se sia stata fatta una progettazione a largo raggio, che preveda la possibilità di stimolare la nascita di nuove aziende di servizi, in questo periodo di conclamata crisi per le aziende bolognesi, cui conferire la gestione dei servizi ora in mano pubblica, che si sono rivelati insufficienti; se via sia una programmazione, concreta, per la conservazione del controllo della qualità desiderata nei servizi e l'affidamento ad aziende esterne (di qualsiasi tipologia) dei servizi, per esempio, all’infanzia con una implementazione degli stessi che permetta, al contempo, di aiutare la creazione di nuove aziende e di impiegare i giovani e di sostenere le famiglie che non trovano aiuto nel servizio pubblico direttamente gestito e nella rete familiare; se vi sia una pianificazione territoriale che consenta alle famiglie di trovare spazi limitrofi ai posti di lavoro per i bambini, agevolando, così, il lavoro femminile e la famiglia stessa."
La risposta della Vicesindaco Silvia Giannini:
"La domanda che lei pone è molto vasta, su questi temi avete un'udienza conoscitiva martedì alla quale sarà presente l'assessore al welfare Frascaroli e quindi risulta difficile rispondere adeguatamente a tutte le domande, che saranno oggetto in quella sede di un dibattito approfondito.
La nostra Città, e in generale nella nostra Regione, il privato sociale da tempo è coinvolto e partecipa alle politiche di welfare sin dalla fase della programmazione. Questa è la base di partenza il quadro esistente per ragionare sugli sviluppi futuri e i cambiamenti necessari per consolidare questa collaborazione tra pubblico e privato che già ha però esperienze importanti nella nostra città e i Regione.
Per quanto riguarda la fase di programmazione, la Legge Regionale 2/2003 “Norme per la promozione della cittadinanza sociale e per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” evidenzia già nel titolo l'importanza della sussidiarietà e, in particolare all’art. 2 nel quale si enunciano i principi della legge, descrive il sistema integrato di interventi e servizi sociali come un sistema costruito dalla Regione e dagli Enti Locali “con il concorso dei soggetti della cooperazione sociale, dell'associazionismo di promozione sociale e del volontariato, delle ASP, etc.”; ancora, all’art. 7, parlando del Piano di zona, lo descrive come lo strumento di programmazione locale volto “a favorire la formazione di sistemi locali d'intervento fondati su servizi e prestazioni tra loro complementari e flessibili, anche attraverso il coinvolgimento delle risorse locali di solidarietà e di auto-aiuto, nonché a responsabilizzare i cittadini nella verifica dei servizi, al fine di una loro migliore programmazione”.
In concreto, già da anni, il percorso di programmazione del Piano di Zona per la Salute e il Benessere Sociale (relativo ai servizi sociali, socio-sanitari ed educativi) prevede un percorso bottom up, partendo dai Quartieri, che assicurano la consultazione della cittadinanza (Consiglio di quartiere aperto) e delle organizzazioni del terzo settore (Consulte del Welfare) e, a livello cittadino, il coinvolgimento delle rappresentanze del Terzo Settore e delle Consulte nel “Tavolo Welfare”. Queste esperienze brevemente citate dimostrano la collaborazione attiva del privato sociale fin dalla fase di programmazione.
Se si passa dal coinvolgimento dei soggetti privati nella programmazione delle politiche di welfare al loro coinvolgimento diretto nella gestione dei servizi, si può senz'altro affermare che, per quanto riguarda i servizi sociali e socio-sanitari, ad eccezione di alcuni servizi per anziani gestiti direttamente dalle ASP cittadine, la gestione è totalmente affidata, mediante appalti o attraverso l'istituto dell'accreditamento, a soggetti privati profit e non profit.
Nell'ambito dei servizi scolastici si sottolinea l'affidamento ai privati dei servizi integrativi scolastici, anche con alcune recenti sperimentazioni come quella di co-progettazione con alcune associazioni dei Centri Estivi, sperimentazione pienamente rispondente al principio della sussidiarietà.
Nell'ambito dei servizi educativi per l'infanzia la progettazione di un sistema integrato tra pubblico e privato da parte del Comune di Bologna si inserisce a pieno titolo nel quadro normativo regionale, in particolare della legge 1/2000 per quello che riguarda i servizi per la prima infanzia (0-3 anni) e le norme di indirizzo per la qualificazione dell'offerta formativa nella scuola dell'infanzia (3-5 anni).
In questo quadro di riferimento il Comune di Bologna da anni opera per la definizione di un sistema integrato locale, nel quale la collaborazione con i soggetti privati del territorio costituisce un punto di riferimento importante. La collaborazione è più che decennale al punto che oggi si può parlare di un sistema davvero integrato.
La collaborazione assume quale elemento imprescindibile la qualità dei servizi offerti. I nidi privati sono autorizzati al funzionamento dal Comune stesso sulla base dei parametri che la legge regionale e le successive direttive hanno definito, relative agli spazi e al personale, due elementi essenziali in questa tipologia di servizio, parametri che sono gli stessi che si applicano anche ai nidi pubblici. Affinché tali parametri siano rispettati, il Comune di Bologna effettua periodicamente dei controlli che risultano non solo particolarmente articolati ma anche maggiormente improntati ad una collaborazione positiva quando con gli stessi nidi sono in essere delle convenzioni, per cui una parte dei posti risultano offerti direttamente dal Comune attraverso il proprio bando di iscrizione al servizio.
Se pure con modalità e strumenti diversi, forme di collaborazione e di integrazione risultano attive anche su altre tipologie di servizi: scuole dell’infanzia, sezioni primavera, etc. Anche in questi casi sono in essere convenzioni che si inseriscono in un sistema integrato che complessivamente si pone l'obiettivo di rispondere ai bisogni dei bambini e delle famiglie.
Forme ulteriori e più dirette di promozione del sistema integrato sono le concessioni di servizi per la prima infanzia, basate sul project financing, in cui i nidi sono stati realizzati su iniziativa del Comune stesso, ma anche i contributi erogati alle famiglie per accedere ai nidi privati, che hanno avuto un discreto sviluppo nell'ambito del progetto regionale relativo ai "voucher conciliativi". Anche nel caso dei voucher, alla base del sistema ci sono convenzioni che hanno l'obiettivo di garantire alcuni standard di qualità del servizio, oltre al fatto che in ogni caso si tratta di servizi autorizzati al funzionamento, con tutti i controlli che ne conseguono.
Infine, per quello che riguarda la programmazione dell'offerta di servizi funzionale ad agevolare il lavoro femminile e non, si citano alcuni nidi aziendali aperti anche alle famiglie del territorio, che sono nati in tutti i casi grazie ad una collaborazione e ad una precisa volontà del Comune di Bologna. Si fa riferimento al Nido aziendale regionale e delle aziende del polo fieristico, nato su un'area messa a disposizione del Comune di Bologna nell'ambito di un progetto di riqualificazione urbanistica, il nido dell'Agenzia delle Entrate, il Nido di Unicredit Banca, il nido in costruzione della GD. Su questo fronte si sta lavorando con altre aziende del territorio interessate a sviluppare questo tipo di servizi."
Sicuramente è a partire da questa situazione che vede una forte collaborazione tra pubblico e privato e forti elementi di sussidiarietà nell'offerta dei servizi sociali, che faremo una riflessione anche in questa sede per potenziare e arricchire, in modo tale da rispondere in maniera sempre più adeguata ai bisogni dei cittadini, la collaborazione tra pubblico e privato."
Il consigliere Bernardini si dichiara soddisfatto.
Questa, in sintesi la risposta dell'assessore Giannini alla domanda d'attualità del consigliere Bernardini (Lega Nord).
La domanda d'attualità del consigliere Manes Bernardini (Lega Nord):
"Premesso che: dalla stampa apprendiamo che uno dei cavalli di battaglia del Partito Democratico e del Sindaco Merola è il coinvolgimento dei privati nel sistema del welfare; il Gruppo consigliare Lega Nord ha chiesto una udienza conoscitiva per il prossimo martedì sulla situazione dei servizi sociali a tre anni dalla delega ai Quartieri dei servizi di welfare, a consuntivo del decentramento totale dei servizi assistenziali;
Chiede alla Giunta:
se vi sia una politica di integrazione con le forze del privato sociale (aziende, associazioni ed altri soggetti privati) da coinvolgere nella partecipazione attiva alle politiche di welfare o se si tratti solo di proposte ancora allo stato embrionale; se sia stata fatta una progettazione a largo raggio, che preveda la possibilità di stimolare la nascita di nuove aziende di servizi, in questo periodo di conclamata crisi per le aziende bolognesi, cui conferire la gestione dei servizi ora in mano pubblica, che si sono rivelati insufficienti; se via sia una programmazione, concreta, per la conservazione del controllo della qualità desiderata nei servizi e l'affidamento ad aziende esterne (di qualsiasi tipologia) dei servizi, per esempio, all’infanzia con una implementazione degli stessi che permetta, al contempo, di aiutare la creazione di nuove aziende e di impiegare i giovani e di sostenere le famiglie che non trovano aiuto nel servizio pubblico direttamente gestito e nella rete familiare; se vi sia una pianificazione territoriale che consenta alle famiglie di trovare spazi limitrofi ai posti di lavoro per i bambini, agevolando, così, il lavoro femminile e la famiglia stessa."
La risposta della Vicesindaco Silvia Giannini:
"La domanda che lei pone è molto vasta, su questi temi avete un'udienza conoscitiva martedì alla quale sarà presente l'assessore al welfare Frascaroli e quindi risulta difficile rispondere adeguatamente a tutte le domande, che saranno oggetto in quella sede di un dibattito approfondito.
La nostra Città, e in generale nella nostra Regione, il privato sociale da tempo è coinvolto e partecipa alle politiche di welfare sin dalla fase della programmazione. Questa è la base di partenza il quadro esistente per ragionare sugli sviluppi futuri e i cambiamenti necessari per consolidare questa collaborazione tra pubblico e privato che già ha però esperienze importanti nella nostra città e i Regione.
Per quanto riguarda la fase di programmazione, la Legge Regionale 2/2003 “Norme per la promozione della cittadinanza sociale e per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” evidenzia già nel titolo l'importanza della sussidiarietà e, in particolare all’art. 2 nel quale si enunciano i principi della legge, descrive il sistema integrato di interventi e servizi sociali come un sistema costruito dalla Regione e dagli Enti Locali “con il concorso dei soggetti della cooperazione sociale, dell'associazionismo di promozione sociale e del volontariato, delle ASP, etc.”; ancora, all’art. 7, parlando del Piano di zona, lo descrive come lo strumento di programmazione locale volto “a favorire la formazione di sistemi locali d'intervento fondati su servizi e prestazioni tra loro complementari e flessibili, anche attraverso il coinvolgimento delle risorse locali di solidarietà e di auto-aiuto, nonché a responsabilizzare i cittadini nella verifica dei servizi, al fine di una loro migliore programmazione”.
In concreto, già da anni, il percorso di programmazione del Piano di Zona per la Salute e il Benessere Sociale (relativo ai servizi sociali, socio-sanitari ed educativi) prevede un percorso bottom up, partendo dai Quartieri, che assicurano la consultazione della cittadinanza (Consiglio di quartiere aperto) e delle organizzazioni del terzo settore (Consulte del Welfare) e, a livello cittadino, il coinvolgimento delle rappresentanze del Terzo Settore e delle Consulte nel “Tavolo Welfare”. Queste esperienze brevemente citate dimostrano la collaborazione attiva del privato sociale fin dalla fase di programmazione.
Se si passa dal coinvolgimento dei soggetti privati nella programmazione delle politiche di welfare al loro coinvolgimento diretto nella gestione dei servizi, si può senz'altro affermare che, per quanto riguarda i servizi sociali e socio-sanitari, ad eccezione di alcuni servizi per anziani gestiti direttamente dalle ASP cittadine, la gestione è totalmente affidata, mediante appalti o attraverso l'istituto dell'accreditamento, a soggetti privati profit e non profit.
Nell'ambito dei servizi scolastici si sottolinea l'affidamento ai privati dei servizi integrativi scolastici, anche con alcune recenti sperimentazioni come quella di co-progettazione con alcune associazioni dei Centri Estivi, sperimentazione pienamente rispondente al principio della sussidiarietà.
Nell'ambito dei servizi educativi per l'infanzia la progettazione di un sistema integrato tra pubblico e privato da parte del Comune di Bologna si inserisce a pieno titolo nel quadro normativo regionale, in particolare della legge 1/2000 per quello che riguarda i servizi per la prima infanzia (0-3 anni) e le norme di indirizzo per la qualificazione dell'offerta formativa nella scuola dell'infanzia (3-5 anni).
In questo quadro di riferimento il Comune di Bologna da anni opera per la definizione di un sistema integrato locale, nel quale la collaborazione con i soggetti privati del territorio costituisce un punto di riferimento importante. La collaborazione è più che decennale al punto che oggi si può parlare di un sistema davvero integrato.
La collaborazione assume quale elemento imprescindibile la qualità dei servizi offerti. I nidi privati sono autorizzati al funzionamento dal Comune stesso sulla base dei parametri che la legge regionale e le successive direttive hanno definito, relative agli spazi e al personale, due elementi essenziali in questa tipologia di servizio, parametri che sono gli stessi che si applicano anche ai nidi pubblici. Affinché tali parametri siano rispettati, il Comune di Bologna effettua periodicamente dei controlli che risultano non solo particolarmente articolati ma anche maggiormente improntati ad una collaborazione positiva quando con gli stessi nidi sono in essere delle convenzioni, per cui una parte dei posti risultano offerti direttamente dal Comune attraverso il proprio bando di iscrizione al servizio.
Se pure con modalità e strumenti diversi, forme di collaborazione e di integrazione risultano attive anche su altre tipologie di servizi: scuole dell’infanzia, sezioni primavera, etc. Anche in questi casi sono in essere convenzioni che si inseriscono in un sistema integrato che complessivamente si pone l'obiettivo di rispondere ai bisogni dei bambini e delle famiglie.
Forme ulteriori e più dirette di promozione del sistema integrato sono le concessioni di servizi per la prima infanzia, basate sul project financing, in cui i nidi sono stati realizzati su iniziativa del Comune stesso, ma anche i contributi erogati alle famiglie per accedere ai nidi privati, che hanno avuto un discreto sviluppo nell'ambito del progetto regionale relativo ai "voucher conciliativi". Anche nel caso dei voucher, alla base del sistema ci sono convenzioni che hanno l'obiettivo di garantire alcuni standard di qualità del servizio, oltre al fatto che in ogni caso si tratta di servizi autorizzati al funzionamento, con tutti i controlli che ne conseguono.
Infine, per quello che riguarda la programmazione dell'offerta di servizi funzionale ad agevolare il lavoro femminile e non, si citano alcuni nidi aziendali aperti anche alle famiglie del territorio, che sono nati in tutti i casi grazie ad una collaborazione e ad una precisa volontà del Comune di Bologna. Si fa riferimento al Nido aziendale regionale e delle aziende del polo fieristico, nato su un'area messa a disposizione del Comune di Bologna nell'ambito di un progetto di riqualificazione urbanistica, il nido dell'Agenzia delle Entrate, il Nido di Unicredit Banca, il nido in costruzione della GD. Su questo fronte si sta lavorando con altre aziende del territorio interessate a sviluppare questo tipo di servizi."
Sicuramente è a partire da questa situazione che vede una forte collaborazione tra pubblico e privato e forti elementi di sussidiarietà nell'offerta dei servizi sociali, che faremo una riflessione anche in questa sede per potenziare e arricchire, in modo tale da rispondere in maniera sempre più adeguata ai bisogni dei cittadini, la collaborazione tra pubblico e privato."
Il consigliere Bernardini si dichiara soddisfatto.