"QUANDO MAZZINI SUONAVA LA CHITARRA": VENERDI' 2 DICEMBRE, AL MUSEO DEL RISORGIMENTO, MARCO BATTAGLIA SUONA LA CHITARRA DI GUSEPPE MAZZINI
Venerdì 2 dicembre alle 21, al Museo Civico del Risorgimento, in piazza Carducci 5, si svolgerà il concerto “Quando Mazzini suonava la chitarra...”. Per l'occasione, il Maestro Marco Battaglia suonerà con una chitarra appartenuta a G...
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Venerdì 2 dicembre alle 21, al Museo Civico del Risorgimento, in piazza Carducci 5, si svolgerà il concerto “Quando Mazzini suonava la chitarra...”. Per l'occasione, il Maestro Marco Battaglia suonerà con una chitarra appartenuta a Giuseppe Mazzini musiche di Paganini, Rossini, Verdi e altri autori citati dal genovese nei suoi scritti. La chitarra utilizzata per il concerto, oggi di proprietà del M° Battaglia, venne fabbricata a Napoli nel 1811, come evidenzia un’etichetta originale ancora presente al suo interno, ed è stata restaurata nel 2005. Al concerto seguirà un incontro sul tema del rapporto tra Giuseppe Mazzini e la musica.
L’iniziativa, realizzata in collaborazione con il Comitato di Bologna dell’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano, si colloca a conclusione della IV edizione della rassegna ‘800 Musica Festival, patrocinata, tra gli altri, dalla Regione Emilia-Romagna. Attraverso una dozzina di concerti realizzati in diverse città dell’Italia centro-settentrionale e dedicati alla musica del secolo XIX si è inteso rievocare il contesto europeo in cui nacquero quei fermenti culturali e sociali che sfociarono nei movimenti per l’autodeterminazione di popoli e contribuirono a fare evolvere in modo decisivo la civiltà delle nazioni europee verso la modernità.
Il concerto bolognese in particolare è dedicato a Mazzini, il quale, oltre ad essere profondamente sensibile al linguaggio musicale e appassionato spettatore di concerti e opere liriche, era un buon dilettante del canto e della chitarra, e nel suo saggio Filosofia della Musica, pubblicato a Parigi nel 1836, si interessò anche ai fondamenti estetici e teorici dell’arte musicale. Tra l’altro, Mazzini prestò grande attenzione alla componente emotiva della musica, alla sua capacità di muovere i sentimenti e gli “affetti”. La musica italiana del suo tempo - Mazzini amava moltissimo Rossini - possiede a suo avviso più di altre questa capacità di “imporre un affetto”, talmente è “lirica fino al delirio, appassionata sino all’ebbrezza, vulcanica come il terreno ove nacque, scintillante come il sole che splende su quel terreno...”
Proprio per questo, e coerentemente con il suo sistema di pensiero, Mazzini vide nella musica una potente generatrice la coscienza civile dei popoli. Per questo egli affidava al musicista un compito rilevante nella società e nella storia. All’“Artista” che “professa il culto dei suoi feticci”, cioè che persegue il virtuosismo fine a se stesso, doveva subentrare l’ “Uomo-Artista: il gran sacerdote dell’Ideale, che cerca di conquistare l’Umanità”.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti.
www.comune.bologna.it/cultura
L’iniziativa, realizzata in collaborazione con il Comitato di Bologna dell’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano, si colloca a conclusione della IV edizione della rassegna ‘800 Musica Festival, patrocinata, tra gli altri, dalla Regione Emilia-Romagna. Attraverso una dozzina di concerti realizzati in diverse città dell’Italia centro-settentrionale e dedicati alla musica del secolo XIX si è inteso rievocare il contesto europeo in cui nacquero quei fermenti culturali e sociali che sfociarono nei movimenti per l’autodeterminazione di popoli e contribuirono a fare evolvere in modo decisivo la civiltà delle nazioni europee verso la modernità.
Il concerto bolognese in particolare è dedicato a Mazzini, il quale, oltre ad essere profondamente sensibile al linguaggio musicale e appassionato spettatore di concerti e opere liriche, era un buon dilettante del canto e della chitarra, e nel suo saggio Filosofia della Musica, pubblicato a Parigi nel 1836, si interessò anche ai fondamenti estetici e teorici dell’arte musicale. Tra l’altro, Mazzini prestò grande attenzione alla componente emotiva della musica, alla sua capacità di muovere i sentimenti e gli “affetti”. La musica italiana del suo tempo - Mazzini amava moltissimo Rossini - possiede a suo avviso più di altre questa capacità di “imporre un affetto”, talmente è “lirica fino al delirio, appassionata sino all’ebbrezza, vulcanica come il terreno ove nacque, scintillante come il sole che splende su quel terreno...”
Proprio per questo, e coerentemente con il suo sistema di pensiero, Mazzini vide nella musica una potente generatrice la coscienza civile dei popoli. Per questo egli affidava al musicista un compito rilevante nella società e nella storia. All’“Artista” che “professa il culto dei suoi feticci”, cioè che persegue il virtuosismo fine a se stesso, doveva subentrare l’ “Uomo-Artista: il gran sacerdote dell’Ideale, che cerca di conquistare l’Umanità”.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti.
www.comune.bologna.it/cultura
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