MUSEO DEL PATRIMONIO INDUSTRIALE: GLI APPUNTAMENTI DI DOMENICA 4 DICEMBRE
Questi gli appuntamenti del Museo del Patrimonio Industriale per domenica 4 dicembre
Domenica 4 dicembre alle 16 il Museo – per il ciclo Prodotto a Bologna – propone un approfondimento dedicato a uno dei più celebri prodotti bolognesi...
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Questi gli appuntamenti del Museo del Patrimonio Industriale per domenica 4 dicembre
Domenica 4 dicembre alle 16il Museo – per il ciclo Prodotto a Bologna – propone un approfondimento dedicato a uno dei più celebri prodotti bolognesi: la mortadella.
Sin dal XVI secolo a Bologna si produceva un insaccato di carni suine macinate, cotte lentamente per garantirne un gusto particolare e una prolungata conservazione. Era la mortadella il cui nome deriva dall'espressione latina murtatum farcimen: un alimento ottenuto da carni suine farcite con bacche di mirto.
Si trattava di un prodotto di lusso che nel Seicento costava nove volte più del pane, tre volte e mezzo più del prosciutto, due volte e mezzo più dell'olio. Il potere politico ne imponeva la lavorazione solo all'interno delle mura cittadine per trarne cespiti tributari, controllarne le fasi di produzione e la qualità. La mortadella veniva prodotta dai “salaroli”, artigiani della lavorazione delle “carni porcine salate” che nel 1788 dirigevano 67 botteghe specializzate.
Nel corso dell'Ottocento le nuove dinamiche industriali imposero anche a questo prodotto la meccanizzazione della sua lavorazione; in particolare l'impacchettamento e la conservazione in scatole di latta permise la sua esportazione sul mercato internazionale, rendendo la mortadella un prodotto ampiamente popolare, ancora oggi conosciuto in molte parti del mondo sotto il nome di Bologna.
La visita guidata è gratuita mentre l’ingresso al Museo è a pagamento secondo il nuovo tariffario in vigore dal 1° marzo 2011 (vedi sito).
Per informazioni: telefono 051.6356611; mail museopat@comune.bologna.it
Il sito Internet del Museo è:
È possibile raggiungere il Museo del Patrimonio Industriale, via della Beverara 123 dal centro e dall'autostazione con l'autobus n° 17 (festivi 11A), fermata Beverara e dalla tangenziale uscita n° 5, con possibilità di ampio parcheggio.
Sempre domenica 4 dicembre alle ore 17 si inaugura al Museo la mostra di Emanuela Ascari: Habitat, visitabile sino al 29 gennaio 2012.
L’iniziativa rientra nel quadro de Il Mestiere delle Arti, un progetto triennale di formazione avanzata sostenuto dal Ministero della Gioventù e dalla Regione Emilia Romagna - Assessorato al Progetto Giovani, ed attuato dal GA/ER (Associazione Giovani Artisti dell’Emilia Romagna) e dal Comune di Ferrara. Ultima fase del programma è la realizzazione completa da parte di ciascun allievo-artista di una mostra personale: dalla concezione espositiva all’allestimento, fino alla comunicazione e gestione dell’evento.
Come in altri suoi lavori l'artista elabora un progetto a partire dalle specificità del luogo. Relazionandosi con una ex-fornace di laterizi, sede del museo, l'attenzione è stata rivolta agli scarti di demolizioni che spesso caratterizzano i paesaggi in via di nuova urbanizzazione. A lato del museo, attorno al vecchio forno abbandonato del complesso industriale Galotti, si distende un paesaggio di macerie in attesa, di materia frantumata e senza forma, che diventa risorsa per altre forme possibili del pensiero e del desiderio.
Con questa mostra Emanuela Ascari prosegue un progetto di destrutturazione del paesaggio, che viene scomposto, prelevato e riconfigurato per dar forma a una riflessione sui processi di trasformazione del territorio e della materia. Un percorso tra gli scarti, un lavoro di selezione e recupero del “rimosso” della città per il quale è necessario un cambiamento dello sguardo e del sentire.
Dal ritrovamento nell'area di alcune lapidi memoriali scaturisce inoltre una riflessione su ciò che resta di un paesaggio umano, residui di una storia che a tratti scompare. Come quella della strage perpetrata dalla banda della Uno Bianca al campo nomadi, o quella di Massimo Venturi, ragazzo assassinato e rinvenuto in quel preciso luogo. Un lavoro di rielaborazione di un paesaggio temporaneo, frammentato, fatto di continue trasformazioni e rimozioni.
Emanuela Ascari si laurea al DAMS, Arti Visive, dell'Università di Bologna e successivamente consegue il Master Paesaggi Straordinari del Politecnico di Milano. Recentemente ha realizzato Materia Primaria, mostra personale per Area Progetto Off, Galleria Civica, presso la Biblioteca Civica Delfini di Modena. Tra le varie partecipazioni a mostre e progetti collettivi si ricordano nel 2011 Green Desire / Desiderio Verde, Associazione Sassetti Cultura, Quartiere Isola, Milano; Un altro mondo è ancora possibile?, Sala della Dogana, Genova; Cuore di Pietra, Pianoro (BO); Premio Artivisive San Fedele, Galleria San Fedele, Milano; nel 2010 Premio Mario Razzano, Benevento; Cesare Viel, Sabrina Torelli, Emanuela Ascari, Casabianca, Zola Predosa (BO); Il Mestiere delle Arti. Here we are. Il luogo è sempre specifico, PAC Ferrara. Nel 2009 vince il Premio Iceberg, Arte Pubblica, Bologna.
Ingresso: intero euro 4; ridotto euro 2; gratuito under 15 e over 65 anni e ogni primo sabato pomeriggio del mese (ore 15-18).
Orari della mostra: mar-ven 9.00-13.00, sab 9.00-13.00 | 15.00-18.00, dom 15.00-18.00. Chiuso lunedì.
Per informazioni: telefono 051.6356611; mail
Il sito Internet del Museo è:
È possibile raggiungere il Museo del Patrimonio Industriale, via della Beverara 123 dal centro e dall'autostazione con l'autobus n° 17 (festivi 11A), fermata Beverara e dalla tangenziale uscita n° 5, con possibilità di ampio parcheggio.
Domenica 4 dicembre alle 16il Museo – per il ciclo Prodotto a Bologna – propone un approfondimento dedicato a uno dei più celebri prodotti bolognesi: la mortadella.
Sin dal XVI secolo a Bologna si produceva un insaccato di carni suine macinate, cotte lentamente per garantirne un gusto particolare e una prolungata conservazione. Era la mortadella il cui nome deriva dall'espressione latina murtatum farcimen: un alimento ottenuto da carni suine farcite con bacche di mirto.
Si trattava di un prodotto di lusso che nel Seicento costava nove volte più del pane, tre volte e mezzo più del prosciutto, due volte e mezzo più dell'olio. Il potere politico ne imponeva la lavorazione solo all'interno delle mura cittadine per trarne cespiti tributari, controllarne le fasi di produzione e la qualità. La mortadella veniva prodotta dai “salaroli”, artigiani della lavorazione delle “carni porcine salate” che nel 1788 dirigevano 67 botteghe specializzate.
Nel corso dell'Ottocento le nuove dinamiche industriali imposero anche a questo prodotto la meccanizzazione della sua lavorazione; in particolare l'impacchettamento e la conservazione in scatole di latta permise la sua esportazione sul mercato internazionale, rendendo la mortadella un prodotto ampiamente popolare, ancora oggi conosciuto in molte parti del mondo sotto il nome di Bologna.
La visita guidata è gratuita mentre l’ingresso al Museo è a pagamento secondo il nuovo tariffario in vigore dal 1° marzo 2011 (vedi sito).
Per informazioni: telefono 051.6356611; mail museopat@comune.bologna.it
Il sito Internet del Museo è:
È possibile raggiungere il Museo del Patrimonio Industriale, via della Beverara 123 dal centro e dall'autostazione con l'autobus n° 17 (festivi 11A), fermata Beverara e dalla tangenziale uscita n° 5, con possibilità di ampio parcheggio.
Sempre domenica 4 dicembre alle ore 17 si inaugura al Museo la mostra di Emanuela Ascari: Habitat, visitabile sino al 29 gennaio 2012.
L’iniziativa rientra nel quadro de Il Mestiere delle Arti, un progetto triennale di formazione avanzata sostenuto dal Ministero della Gioventù e dalla Regione Emilia Romagna - Assessorato al Progetto Giovani, ed attuato dal GA/ER (Associazione Giovani Artisti dell’Emilia Romagna) e dal Comune di Ferrara. Ultima fase del programma è la realizzazione completa da parte di ciascun allievo-artista di una mostra personale: dalla concezione espositiva all’allestimento, fino alla comunicazione e gestione dell’evento.
Come in altri suoi lavori l'artista elabora un progetto a partire dalle specificità del luogo. Relazionandosi con una ex-fornace di laterizi, sede del museo, l'attenzione è stata rivolta agli scarti di demolizioni che spesso caratterizzano i paesaggi in via di nuova urbanizzazione. A lato del museo, attorno al vecchio forno abbandonato del complesso industriale Galotti, si distende un paesaggio di macerie in attesa, di materia frantumata e senza forma, che diventa risorsa per altre forme possibili del pensiero e del desiderio.
Con questa mostra Emanuela Ascari prosegue un progetto di destrutturazione del paesaggio, che viene scomposto, prelevato e riconfigurato per dar forma a una riflessione sui processi di trasformazione del territorio e della materia. Un percorso tra gli scarti, un lavoro di selezione e recupero del “rimosso” della città per il quale è necessario un cambiamento dello sguardo e del sentire.
Dal ritrovamento nell'area di alcune lapidi memoriali scaturisce inoltre una riflessione su ciò che resta di un paesaggio umano, residui di una storia che a tratti scompare. Come quella della strage perpetrata dalla banda della Uno Bianca al campo nomadi, o quella di Massimo Venturi, ragazzo assassinato e rinvenuto in quel preciso luogo. Un lavoro di rielaborazione di un paesaggio temporaneo, frammentato, fatto di continue trasformazioni e rimozioni.
Emanuela Ascari si laurea al DAMS, Arti Visive, dell'Università di Bologna e successivamente consegue il Master Paesaggi Straordinari del Politecnico di Milano. Recentemente ha realizzato Materia Primaria, mostra personale per Area Progetto Off, Galleria Civica, presso la Biblioteca Civica Delfini di Modena. Tra le varie partecipazioni a mostre e progetti collettivi si ricordano nel 2011 Green Desire / Desiderio Verde, Associazione Sassetti Cultura, Quartiere Isola, Milano; Un altro mondo è ancora possibile?, Sala della Dogana, Genova; Cuore di Pietra, Pianoro (BO); Premio Artivisive San Fedele, Galleria San Fedele, Milano; nel 2010 Premio Mario Razzano, Benevento; Cesare Viel, Sabrina Torelli, Emanuela Ascari, Casabianca, Zola Predosa (BO); Il Mestiere delle Arti. Here we are. Il luogo è sempre specifico, PAC Ferrara. Nel 2009 vince il Premio Iceberg, Arte Pubblica, Bologna.
Ingresso: intero euro 4; ridotto euro 2; gratuito under 15 e over 65 anni e ogni primo sabato pomeriggio del mese (ore 15-18).
Orari della mostra: mar-ven 9.00-13.00, sab 9.00-13.00 | 15.00-18.00, dom 15.00-18.00. Chiuso lunedì.
Per informazioni: telefono 051.6356611; mail
Il sito Internet del Museo è:
È possibile raggiungere il Museo del Patrimonio Industriale, via della Beverara 123 dal centro e dall'autostazione con l'autobus n° 17 (festivi 11A), fermata Beverara e dalla tangenziale uscita n° 5, con possibilità di ampio parcheggio.