MISSIONI, NOTA DELLA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE SIMONA LEMBI
In merito alla missione svolta della presidente del Consiglio comunale di Bologna lo scorso luglio a Siena, trasmettiamo dichiarazione di Simona Lembi.
"La scelta di partecipare all'appuntamento nazionale di 'Se non ora quando?' in veste isti...
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In merito alla missione svolta della presidente del Consiglio comunale di Bologna lo scorso luglio a Siena, trasmettiamo dichiarazione di Simona Lembi.
"La scelta di partecipare all'appuntamento nazionale di 'Se non ora quando?' in veste istituzionale, è stata da me comunicata al Consiglio comunale, e al Consiglio stesso ho relazionato sulla mia partecipazione.
Rivendico di aver partecipato come presidente del Consiglio comunale per più ragioni.
Appartengo a quella schiera sempre più numerosa di donne che, quando elette o nominate nelle istituzioni pubbliche, non si trasforma improvvisamente in essere neutro. Esiste un movimento nazionale, promosso dalle donne, che ha visto un'ampia partecipazione di tutti gli schieramenti e chiede alla politica e alle istituzioni cose precise, azioni di contrasto contro la violenza, dignità per il lavoro di cura, servizi pubblici per l'infanzia e per gli anziani, rispetto per l'immagine pubblica delle donne, tutto ciò che possa rendere più eguale la vita concreta degli uomini e delle donne, e che, per dirla con le parole di Anna Rossi Doria, faccia 'Uscire dal silenzio' la voce di metà della popolazione italiana. Ho considerato doveroso partecipare per poter essere un interlocutore costante di quel movimento, e insistere sul motivo della mia partecipazione: tenere insieme le istanze delle donne di 'Se non ora quando?' e l'azione delle donne nelle istituzioni.
Partecipando alla due giorni di 'Se non ora quando?', ho inteso inoltre interpretare una delle tradizioni più forti del Comune di Bologna, che ha sempre voluto esserci in quelle manifestazioni nazionali che rivendicavano maggiore uguaglianza, rispetto dei diritti, ed emancipazione per chi è costretto a stare sempre indietro.
All'inizio di questo mandato ho più che dimezzato il budget riservato al funzionamento dell'assemblea elettiva del Comune di Bologna, delle commissioni e dei gruppi politici (-55,13%). Ho inoltre ridotto di molto il personale assegnato ai lavori degli organi istituzionali. Si tratta complessivamente di una diminuzione di spesa di oltre 163.000 euro rispetto al mandato precedente. Un atto concreto, in una fase di crisi economica come la nostra, e molto doloroso, perché, contrariamente alla vulgata comune, non si chiama democrazia quella che si fa a costo zero. Fa politica a costo zero chi se la può permettere, e il risultato della politica dei ricchi è sotto gli occhi di tutti".
"La scelta di partecipare all'appuntamento nazionale di 'Se non ora quando?' in veste istituzionale, è stata da me comunicata al Consiglio comunale, e al Consiglio stesso ho relazionato sulla mia partecipazione.
Rivendico di aver partecipato come presidente del Consiglio comunale per più ragioni.
Appartengo a quella schiera sempre più numerosa di donne che, quando elette o nominate nelle istituzioni pubbliche, non si trasforma improvvisamente in essere neutro. Esiste un movimento nazionale, promosso dalle donne, che ha visto un'ampia partecipazione di tutti gli schieramenti e chiede alla politica e alle istituzioni cose precise, azioni di contrasto contro la violenza, dignità per il lavoro di cura, servizi pubblici per l'infanzia e per gli anziani, rispetto per l'immagine pubblica delle donne, tutto ciò che possa rendere più eguale la vita concreta degli uomini e delle donne, e che, per dirla con le parole di Anna Rossi Doria, faccia 'Uscire dal silenzio' la voce di metà della popolazione italiana. Ho considerato doveroso partecipare per poter essere un interlocutore costante di quel movimento, e insistere sul motivo della mia partecipazione: tenere insieme le istanze delle donne di 'Se non ora quando?' e l'azione delle donne nelle istituzioni.
Partecipando alla due giorni di 'Se non ora quando?', ho inteso inoltre interpretare una delle tradizioni più forti del Comune di Bologna, che ha sempre voluto esserci in quelle manifestazioni nazionali che rivendicavano maggiore uguaglianza, rispetto dei diritti, ed emancipazione per chi è costretto a stare sempre indietro.
All'inizio di questo mandato ho più che dimezzato il budget riservato al funzionamento dell'assemblea elettiva del Comune di Bologna, delle commissioni e dei gruppi politici (-55,13%). Ho inoltre ridotto di molto il personale assegnato ai lavori degli organi istituzionali. Si tratta complessivamente di una diminuzione di spesa di oltre 163.000 euro rispetto al mandato precedente. Un atto concreto, in una fase di crisi economica come la nostra, e molto doloroso, perché, contrariamente alla vulgata comune, non si chiama democrazia quella che si fa a costo zero. Fa politica a costo zero chi se la può permettere, e il risultato della politica dei ricchi è sotto gli occhi di tutti".