CONSIGLIO COMUNALE, INTERVENTO DI INIZIO SEDUTA DEL CONSIGLIERE MIRKA COCCONCELLI (LEGA NORD)
Si trasmette il testo dell'intervento del consigliere comunale Mirka Cocconcelli (Lega Nord).
"Dall'udienza conoscitiva tenutasi il 18/10/2011 alla presenza dell'assessore Frascaroli è emersa l'indicazione di un patto per il” welfare po...
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Si trasmette il testo dell'intervento del consigliere comunale Mirka Cocconcelli (Lega Nord).
"Dall'udienza conoscitiva tenutasi il 18/10/2011 alla presenza dell'assessore Frascaroli è emersa l'indicazione di un patto per il” welfare popolare”, in cui l'assistenza socio-sanitaria domiciliare dovrà essere potenziata.
In un futuro prossimo, volenti o nolenti, ci sarà un trasferimento massiccio di investimenti e di spesa pubblica dall'ospedale al territorio e si dovranno sviluppare reti territoriali integrative che garantiscano la presa in carico dei malati cronici, disabili e plegici. Infatti la nostra società invecchia in maniera esponenziale pertanto le politiche assistenziali dovranno essere in grado di rispondere adeguatamente ai bisogni che andranno a delinearsi.
In Italia gli over 75 rappresentano il 9,6 della popolazione,mentre a Bologna rappresentano il 14,4 % e gli over sessantacinquenni sono il 27% della popolazione ( 97 mila anziani over 65, dati Istat al 31.12.2010) ed ogni anno vengono valutate, dagli organi preposti, circa 2 mila e 200 persone non autosufficienti. In futuro l'anziano o il disabile si preferirà assisterlo domiciliarmente, con la consapevolezza del sacrificio a cui andranno incontro le famiglie che si faranno carico del delicato compito assistenziale.
Attualmente i bisogni della popolazione bolognese rimangono inevasi e vengono risolti con ricoveri ospedalieri inappropriati oppure la famiglia auto-organizza la risposta assistenziale con il ricorso alla cosiddetta badante.
Da una ricerca del Censis, l'identikit della badante che opera in Italia (774.000 badanti ufficiali) è: “donna, straniera ( 8 su 10 sono straniere), con scarse conoscenze in materia di assistenza sanitaria, reclutata nel 70% dei casi, attraverso il canale informale del “passaparola”(conoscenze di amici/parenti) e non vi sono strumenti adeguati per garantire e verificare la qualità dell'assistenza erogata.
E’ necessario fornire a chi ha bisogno di assistenza (ricordo che il 38,7% dei pazienti affetti da ictus ricorre alla badante), la possibilità di scegliere persone tecnicamente valide, sulle quali siano stati effettuati una serie di controlli tecnico-amministrativi e che siano in possesso di requisiti specifici, evitando il ricorso a figure non qualificate ma, soprattutto, non autorizzate a gestire i bisogni e le esigenze dei nostri anziani e disabili.
Valutato che il costo delle badanti ricade interamente sulle famiglie, con oltre 9 miliardi di spesa per le famiglie italiane, con uno stipendio medio mensile delle badanti coinvolte nell’indagine di 951 euro mensili nel Nord-est e 864 nel Nord-Ovest e nell’83,25% sono pagate con i soldi dello stesso malato.
Dalla responsabile Welfare e Salute del Censis (Dr.ssa Ketty Vaccaro) emerge dall’indagine pubblicata anche sul Sole 24 ore Sanità, la scarsa qualità di assistenza fornita dalle badanti,non opportunamente formate al delicato compito dell’assistenza e ciò si evince anche dal continuo turn-over di queste collaboratrici;il 22,6% del campione di famiglie dell’indagine ha cambiato badante nell’ultimo anno.
Dato che in alcune città e regioni (Veneto,Val D’Aosta) è già stato istituito un albo delle “badanti”, al fine di raggiungere una maggior trasparenza e competenza del personale utilizzato, evitando il ricorso a clandestini,perché non istituire anche a Bologna un registro/albo comunale degli “assistenti familiari”(ex badanti!), presso l’assessorato alle politiche Sociali, che permetta di accrescere il livello qualitativo dell'assistenza domiciliare, creando corsi obbligatori ad hoc di formazione sanitaria e para-sanitaria geriatrica ,con nozioni elementari di riabilitazione neuro-motoria, di movimentazione dei pazienti anziani e disabili, corsi di educazione alimentare e non ultimo una valutazione dei bisogni fondamentali dell'anziano, corsi aperti anche ai cittadini bolognesi che volessero istruirsi in merito (vedi per esempio il corso "Prendersi cura a domicilio di anziani non autosufficienti" istituito nel 2010 presso L'ASP Giovanni XXIII di viale Roma).
L'iscrizione al suddetto Registro, da parte degli assistenti familiari, deve essere vincolata al possesso del certificato di soggiorno valido, alla conoscenza della lingua italiana ed al possesso dei requisiti minimi di cui sopra che diverranno garanzia della loro affidabilità professionale, operando di concerto con l’ASP Giovanni XXIII per l'avvio di corsi di formazione professionali.
L'iniziativa servirà a costituire un albo ad hoc e chi avrà necessità di un'assistente familiare dovrà rivolgersi ai suddetti enti ed i fruitori di contributi comunali/regionali per la non autosufficienza, dovranno avvalersi esclusivamente di personale iscritto nei suddetti elenchi pena la decadenza del sussidio. Ho già presentato un ODG in merito."
"Dall'udienza conoscitiva tenutasi il 18/10/2011 alla presenza dell'assessore Frascaroli è emersa l'indicazione di un patto per il” welfare popolare”, in cui l'assistenza socio-sanitaria domiciliare dovrà essere potenziata.
In un futuro prossimo, volenti o nolenti, ci sarà un trasferimento massiccio di investimenti e di spesa pubblica dall'ospedale al territorio e si dovranno sviluppare reti territoriali integrative che garantiscano la presa in carico dei malati cronici, disabili e plegici. Infatti la nostra società invecchia in maniera esponenziale pertanto le politiche assistenziali dovranno essere in grado di rispondere adeguatamente ai bisogni che andranno a delinearsi.
In Italia gli over 75 rappresentano il 9,6 della popolazione,mentre a Bologna rappresentano il 14,4 % e gli over sessantacinquenni sono il 27% della popolazione ( 97 mila anziani over 65, dati Istat al 31.12.2010) ed ogni anno vengono valutate, dagli organi preposti, circa 2 mila e 200 persone non autosufficienti. In futuro l'anziano o il disabile si preferirà assisterlo domiciliarmente, con la consapevolezza del sacrificio a cui andranno incontro le famiglie che si faranno carico del delicato compito assistenziale.
Attualmente i bisogni della popolazione bolognese rimangono inevasi e vengono risolti con ricoveri ospedalieri inappropriati oppure la famiglia auto-organizza la risposta assistenziale con il ricorso alla cosiddetta badante.
Da una ricerca del Censis, l'identikit della badante che opera in Italia (774.000 badanti ufficiali) è: “donna, straniera ( 8 su 10 sono straniere), con scarse conoscenze in materia di assistenza sanitaria, reclutata nel 70% dei casi, attraverso il canale informale del “passaparola”(conoscenze di amici/parenti) e non vi sono strumenti adeguati per garantire e verificare la qualità dell'assistenza erogata.
E’ necessario fornire a chi ha bisogno di assistenza (ricordo che il 38,7% dei pazienti affetti da ictus ricorre alla badante), la possibilità di scegliere persone tecnicamente valide, sulle quali siano stati effettuati una serie di controlli tecnico-amministrativi e che siano in possesso di requisiti specifici, evitando il ricorso a figure non qualificate ma, soprattutto, non autorizzate a gestire i bisogni e le esigenze dei nostri anziani e disabili.
Valutato che il costo delle badanti ricade interamente sulle famiglie, con oltre 9 miliardi di spesa per le famiglie italiane, con uno stipendio medio mensile delle badanti coinvolte nell’indagine di 951 euro mensili nel Nord-est e 864 nel Nord-Ovest e nell’83,25% sono pagate con i soldi dello stesso malato.
Dalla responsabile Welfare e Salute del Censis (Dr.ssa Ketty Vaccaro) emerge dall’indagine pubblicata anche sul Sole 24 ore Sanità, la scarsa qualità di assistenza fornita dalle badanti,non opportunamente formate al delicato compito dell’assistenza e ciò si evince anche dal continuo turn-over di queste collaboratrici;il 22,6% del campione di famiglie dell’indagine ha cambiato badante nell’ultimo anno.
Dato che in alcune città e regioni (Veneto,Val D’Aosta) è già stato istituito un albo delle “badanti”, al fine di raggiungere una maggior trasparenza e competenza del personale utilizzato, evitando il ricorso a clandestini,perché non istituire anche a Bologna un registro/albo comunale degli “assistenti familiari”(ex badanti!), presso l’assessorato alle politiche Sociali, che permetta di accrescere il livello qualitativo dell'assistenza domiciliare, creando corsi obbligatori ad hoc di formazione sanitaria e para-sanitaria geriatrica ,con nozioni elementari di riabilitazione neuro-motoria, di movimentazione dei pazienti anziani e disabili, corsi di educazione alimentare e non ultimo una valutazione dei bisogni fondamentali dell'anziano, corsi aperti anche ai cittadini bolognesi che volessero istruirsi in merito (vedi per esempio il corso "Prendersi cura a domicilio di anziani non autosufficienti" istituito nel 2010 presso L'ASP Giovanni XXIII di viale Roma).
L'iscrizione al suddetto Registro, da parte degli assistenti familiari, deve essere vincolata al possesso del certificato di soggiorno valido, alla conoscenza della lingua italiana ed al possesso dei requisiti minimi di cui sopra che diverranno garanzia della loro affidabilità professionale, operando di concerto con l’ASP Giovanni XXIII per l'avvio di corsi di formazione professionali.
L'iniziativa servirà a costituire un albo ad hoc e chi avrà necessità di un'assistente familiare dovrà rivolgersi ai suddetti enti ed i fruitori di contributi comunali/regionali per la non autosufficienza, dovranno avvalersi esclusivamente di personale iscritto nei suddetti elenchi pena la decadenza del sussidio. Ho già presentato un ODG in merito."