Comunicati stampa

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CONSIGLIO COMUNALE, INTERVENTO DI INIZIO SEDUTA DEL CONSIGLIERE COMUNALE MIRCO PIERALISI (AMELIA PER BOLOGNA)


Si trasmette il testo dell'intervento del consigliere comunale Mirco Pieralisi (Con Amelia per Bologna con Vendola).

"Sabato 15 ottobre in centinaia di città di tutto il mondo donne e uomini di lingua e colore della pelle diverso hanno manife...

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Si trasmette il testo dell'intervento del consigliere comunale Mirco Pieralisi (Con Amelia per Bologna con Vendola).

"Sabato 15 ottobre in centinaia di città di tutto il mondo donne e uomini di lingua e colore della pelle diverso hanno manifestato contro il capitalismo finanziario che strangola la speranza di futuro di gran parte dell'umanità. In tempi in cui ci si divide fin troppo per etnia, cultura o religione perfino all'interno di una stessa nazione, il parlare un linguaggio comune e condividere la richiesta di democrazia reale è la prima grande notizia che viene da tutto il mondo. L'altra grande notizia è che ormai milioni di ragazze e ragazzi, seguiti spesso da donne e uomini più maturi, stanno prendendo in mano il loro destino e non vogliono più delegare ad oligarchie economico finanziarie o a partiti diversamente colorati, ma egualmente subalterni ai mercati e alle agenzie di rating, le politiche che riguardano i beni comuni, come l'acqua, l'aria, la salute e l'istruzione e non vogliono rassegnarsi ad un avvenire eternamente precario. Forse l'espressione più alta di questa protesta planetaria viene rappresentata nelle città spagnole per numero dei partecipanti e per la qualità delle relazioni umane cresciute in questi mesi al di fuori di qualsiasi etichetta politica o sindacale. Vi invito a cercare in rete la storia degli "indignados", le settimane di accampamento, il linguaggio dei gesti, i loro corpi trascinati dalle guardie, la condivisione del pane e del vino, il linguaggio universale della democrazia. E sabato hanno vissuto una giornata che tantissimi ragazzi e ragazze si sarebbero meritate anche a Roma.

Ma a Roma è andato in scena un altro spettacolo, cupo, vecchio, soffocante. A Roma una grandiosa manifestazione dai contenuti certamente radicali ma allegra e pacifica è stata violata da gruppi organizzati che hanno inscenato una guerra per bande provocando scontri violenti, devastazioni e, soprattutto, mandando a casa sconfitti coloro che volevano portare in piazza le loro ragioni e che sono stati piegati dalle ragioni della prepotenza e della prevaricazione operata da notabili della violenza vestiti di nero. Notabili della violenza che non possiamo certo assolvere neanche quando ci permettiamo di mettere in luce un vero e proprio collasso nell'organizzazione dell'ordine pubblico che ha portato agli inspiegabili caroselli di Piazza San Giovanni, che hanno ottenuto l'effetto di seminare il panico e coinvolgere manifestanti inermi e paradossalmente di agevolare l'ignobile attacco dei neri contro uomini e mezzi. Insieme ai lavoratori della forze dell'ordine e ai ragazzi coinvolti loro malgrado, le parti lese di quel pomeriggio romano sono le ragioni stesse che hanno portato alla manifestazione e che certamente non possono passare sotto silenzio altrimenti allora sì che i prepotenti avrebbero vinto due volte.

Queste ragioni, le stesse urlate sabato nelle piazze di tutto il mondo, parlano la lingua universale del riscatto sociale, della rivoluzione democratica, della difesa dell'acqua e della terra che abbiamo avuto in prestito dai nostri figli, della lotta quotidiana nelle piccole e grandi cose contro la dittatura violenta del potere finanziario, che per arricchire un pugno di uomini ne affama centinaia di milioni, che svuota le borse reali per riempire i portafogli virtuali, che ruba cultura e istruzione per ottenere servilismo e obbedienza. Queste sono grandi battaglie, sono sfide immense che anche tante ragazze e ragazzi italiani sapranno raccogliere riappropriandosi del loro diritto di espressione e delle piazze. Fa perfino sorridere, alla luce dei grandi cambiamenti che ci aspettano che ci sia ancora chi confonde la radicalità dei contenuti con l'esibizione muscolare "machista" subalterna al potere, chi confonde la rivoluzione con il teppismo da stadio. Ma l'onda dell'indignazione non si può fermare, lo tengano presente i potenti del pianeta, le macchiette che ci governano e i modesti imbecilli mascherati. E ricordiamo infine a noi stessi, come si diceva tra le tende di Madrid, che "quando rifletteremo su questo secolo ciò che ci sembrerà più grave non saranno le azioni dei violenti ma lo scandaloso silenzio delle brave persone".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:22
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