QUESTION TIME, CHIARIMENTI SULL'AMPLIAMENTO DEGLI SPAZI DEL TRIBUNALE


La vicesindaco Silvia Giannini, ha risposto oggi, in sede di Question Time, alle domande d'attualità dei consiglieri Mirka Cocconcelli (Lega nord) e Lorenzo Tomassini (Pdl) sull'ampliamento degli spazi degli uffici giudiziari.

La domanda d'attuali...

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La vicesindaco Silvia Giannini, ha risposto oggi, in sede di Question Time, alle domande d'attualità dei consiglieri Mirka Cocconcelli (Lega nord) e Lorenzo Tomassini (Pdl) sull'ampliamento degli spazi degli uffici giudiziari.

La domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord):
"La stampa riferisce l'esito della gara vinta dall'ingegner Volta per l'ampliamento della cittadella giudiziaria nata, sin dall'inizio, carente di spazi sufficienti per una corretta amministrazione della giustizia a Bologna; a questo proposito chiedo al Sindaco e alla Giunta:
1) se non ritengano che fosse una soluzione già prevedibile, quella che si è realizzata, vista la ristrettezza di spazi esistente nel nuovo tribunale rivelatasi sin dalla sua apertura;
2) se non ritengano quella pubblicizzata dalla stampa quasi una "soluzione annunciata" già dai tempi in cui è stata messa all'asta dalla Provincia, visto che la ex Maternità di via d'Azeglio è un contenitore molto ampio e di grande appeal per la sua localizzazione sul quale erano già state poste varie domande di utilizzazione;
3) se non ritengano che una soluzione di accordo diretto tra la Provincia e il Comune non sarebbe stata una migliore soluzione per la città, che avrebbe consentito di trovare successivamente una modalità per la risistemazione del contenitore medesimo, dedicandolo a spazi giudiziari, come era già stato più volte chiesto dalla minoranza consigliare alle Istituzioni;
4) se abbiano mai preso in considerazione una soluzione di tale sorta prima dell'esito della gara che costringe il Comune a sborsare ben 850 mila euro annui, a quanto riporta la stampa;
5) se sia stata fatta una proiezione dei costi che graveranno sul bilancio comunale con una soluzione di questo tipo e se sia mai stata presa in considerazione una alternativa;
6) se non ritengano o se abbiano mai ritenuto possibile operare una scelta urbanistica diversa, anche in ragione della futura città metropolitana, della quale si sta parlando non certo da ieri, per la collocazione della cittadella giudiziaria della futura città metropolitana;
7) se non ritengano corretto valutare soluzioni alternative, anche per il futuro, che non siano obbligatoriamente focalizzate sul "centro città" provocando problemi di sicurezza, traffico etc;
8) quali ritengano essere le possibili soluzioni per consentire agli operatori di giustizia che devono raggiungere il posto di lavoro, che non è solo tale, viste le restrizioni di traffico previste nel centro storico;
9) se abbiano mai considerato il fatto che un aggravio di traffico possa provocare problemi indotti anche gravi per la città (più mezzi, più inquinamento etc) e se siano mai state prese in considerazione le problematiche sollevate dalla localizzazione del nuovo tribunale in via Farini evidenziate dagli operatori di giustizia (magistrati in primis);
10) infine cosa ritengano possa capitare se - per mera ipotesi di scuola - la dirigente responsabile dei LLPP ing Rafaela Bruni non dovesse trovare i locali idonei: come si potrà fare per ricollocare gli spazi necessari per la cittadella giudiziaria?
11) se ritengano il luogo idoneo dal punto di vista del traffico e della viabilità e se siano state fatte delle previsioni e/o proiezioni per simulare la situazione con un aggravio di mezzi e di persone in arrivo in quella zona del centro".

La domanda d'attualità del consigliere Lorenzo Tomassini (Pdl):
"Con riferimento ad alcuni articoli di stampa apparsi sui quotidiani locali, chiedo al Sindaco di sapere quanto segue:
1) se ritenga vantaggiosi per la collettività i contratti stipulati negli ultimi anni dal Comune di Bologna per l'edilizia giudiziaria;
2) se non ritenga che il Comune, visto anche il sostanzioso contributo statale, avrebbe dovuto, ricorrendo anche a schemi contrattuali largamente praticati, riservarsi la proprietà di Palazzo Pizzardi e della Ex Maternità, così patrimonializzando le sovvenzioni statali e garantendo alla collettività futuri sostanziosi risparmi.
3) se ritenga o meno possibile invertire la rotta, riaprendo con l'Ing. Romano Volta una trattativa che conduca ad una miglior tutela dell'interesse pubblico".

La risposta della vicesindaco Giannini:
"Cerco di risponedere alle numerose domande della consigliera Cocconcelli Mirka e del consigliere Tomassini.

Innanzitutto premetto che la procedura adottata consiste in una “manifestazione di interesse” e non è una gara che obbliga ad accettare offerte e ad individuare un vincitore: il Comune di Bologna non ha infatti l’obbligo di accettazione delle offerte. Per questo motivo non si può parlare di “esito di gara” e di un “vincitore”. Tra le offerte pervenute a questa manifestazione di interesse è stata ritenuta accettabile, per il prosieguo dell’istruttoria, l’unica che corrispondeva ai requisiti dell’avviso di manifestazione di interesse approvato con determina PG nr146512/2013. Il Comune di Bologna, di concerto con gli uffici giudiziari, effettuerà tutte le verifiche successive per valutare se l’offerta sia idonea a soddisfare le esigenze dettagliate dagli uffici giudiziari stessi.
L’avviso di manifestazione di interesse, infatti, non è stato emesso per “carenza di spazi sufficienti”, ma per le intervenute nuove esigenze della giustizia, dovute alla riorganizzazione dell'Amministrazione giudiziaria, consistenti nell’accorpamento delle sedi decentrate di Porretta ed Imola, nell’istituzione del tribunale delle Imprese ed il costituendo Tribunale della famiglia e per dare risposta all’inserimento di nuovo organico presso il tribunale ordinario di Bologna, in particolare un consistente numero di G.O.T, Giudice Onorario di Tribunal.

Ciò premesso preciso quindi che la manifestazione di interesse ha ricevuto 5 offerte, che sono state valutate alla luce dei requisiti previsti dall’avviso stesso e definiti con la Commissione di manutenzione degli uffici giudiziari.
Si rammenta che la Provincia di Bologna, con la quale il Comune di Bologna aveva già attivato trattative, in relazione all’esigenza di mantenere all’interno dell’area i servizi educativi allora presenti, ha ritenuto opprtuno alienare l’immobile, ponendo a base d’asta il prezzo di circa 17 milioni di euro. Il Comune di Bologna quindi avrebbe, nel caso di acquisizione del bene, dovuto, oltre a sostenere detto costo, provvedere alla sua integrale ristrutturazione, inserendo fra i suoi investimenti un importo non immediatamente quantificabile, ma certamente molto elevato in relazione alla superficie del complesso. Tale investimento, come noto, non era compatibile con la necessità di investire su temi prioritari quali la manutenzione e l’edilizia scolastica. Si rammenta infatti che le medesime considerazioni furono fatte a proposito del complesso immobiliare di proprietà della Provincia, posto di fronte al complesso di san Procolo, comunemente noto come Bastardini.
Con riferimento specifico al punto 4, quando faceva riferimento agli 850 mila euro, è importante precisare che la soluzione suggerita non era percorribile per quanto già detto al punto precedente. Per quanto invece riguarda il presunto maggiore esborso, si precisa che l’avviso di manifestazione di interesse è stato pubblicato tenendo conto di quanto previsto all’art. 121-ter, 1-quater, 1-quinquies della legge 111 del 2011, introdotto dall’art. 1138 della Legge 228 del 2012 che prevede che “Per l’anno 2013 le amministrazioni pubbliche inserite nel conto consolidato della pubblica amministrazione non possono acquistare immobili a titolo oneroso né stipulare contratti di locazione passiva salvo che si tratti di rinnovi di contratti, ovvero la locazione sia stipulata per acquisire, a condizioni più vantaggiose, la disponibilità di locali in sostituzione di immobili dismessi”, quindi non si possono acquistare nuovi immobili e nel caso in cui si affittino degli immobili per sopravvenute esigenze come sono state manifestate dagli stessi uffici giudiziari, occorre prospettare una riorganizzazione tale consente in ultima istanza di risparmiare sui fitti passivi. Infatti l’avviso di manifestazione di interesse è stato pubblicato nell’ambito di un più complessivo più riordino delle locazioni degli uffici giudiziari che prevede dismissioni di affittanze passiva per circa 910.000 euro. Si avrà quindi un contenimento dei costi per locazioni passive di uffici giudiziari di circa 60.000 euro7annuo, oltre ad avere individuato, senza costi aggiuntivi, le sedi per le nuove attività descritte al punto 2 delle premessem, quindi si risparmia aumentando gli spazi a disposizione degli uffici giudiziari. Dell’esistenza di tale progetto riorganizzativo dà conto la citata determinazione 146512 del 2013.
Le soluzioni logistiche fin qui prospettate non sono incompatibili con scelte di diversa natura i cui tempi di attuazione, come già ripetutamente evidenziato dagli uffici, sono molto lunghi e coinvolgono accordi precisi con il Ministero della Giustizia, che si deve porre in qualità di finanziatore. Quindi sostanzialmente l'arco temporale entro cui venga a soluzione quella della possibile cittadella giudiziaria che non è accantonata, è chiaro che ci devono essere tempo e finanziamenti, posti i vincoli che abbiamo e che abbiamo ricordato.
Con riferimento alla domanda numero 10, premetto che l’ing. Raffaela Bruni è responsabile del Settore Patrimonio e non più dei Lavori Pubblici. L'ing. Bruni valuterà l’idoneità dei locali: è stato attivato un percorso con gli uffici giudiziari per verificare l’adattabilità dei locali alle esigenze che gli uffici giudiziari medesimi avranno cura di evidenziare e precisare, di concerto con i tecnici del Ministero della Giustizia, voi sapete che un tecnico del Ministero della Giustizia è sempre presente in Comitato di manutenzione, quindi verranno fatti tutti i sopralluoghi, tutte le valutazioni per valutare se effettivamente l'immobile che è emerso come unico che risponde ai requisiti della manifestazione di interesse, è effettivamente idoneo a soddisfare le esigenze prospettate dagli uffici. Nel valutare le esigenze di funzionalità si terrà anche conto della logistica dei trasporti e dei problemi della mobilità. Nel caso in cui da questa istruttoria emerga che l’immobile non è idoneo a soddisfare le esigenze di funzionalità, trattandosi di pura manifestazione di interesse, il Comune di Bologna non avrà l’obbligo di sottoscrivere alcun contratto. In tal caso, permanendo le esigenze che hanno condotto alla pubblicazione dell’avviso, si procederà con nuovo avviso, dai diversi contenuti, da concordare con gli uffici giudiziari.

Cerco di rispondere ad alcuni quesiti posti dal consigliere Tomassini nella sua domanda.
I contratti sin qui stipulati aventi per oggetto uffici giudiziari si collocano all’interno di un riordino complessivo della logistica degli uffici medesimi. La collocazione del Tribunale di Bologna e del Tribunale di Sorveglianza all’interno di Palazzo Legnani Pizzardi ha permesso di collocare tali attività in un immobile dotato di tutte le certificazioni, dei certificati di prevenzione e di accorpare attività che erano variamente distribuite sul territorio, quali il Giudice Monocartico, il Tribunale del lavoro, la Formazione, ed altri. Tale trasferimento, che come ha ricordato il consigliere Tomassini è avvenuto assai prima di questa Amministrazione, ha permesso di mettere a norma rispetto alle più recenti normative anche l’immobile di Via Garibaldi 6, e qui stata collocata la Procura della Repubblica dismettendo peraltro un'affittanza passiva che era quella di piazza Trento Trieste. Quindi c'è una riorganizzazione complessiva che si avviata anni fa e che poi ha seguito questi passi che ho richiamato.
Al di là di queste valutazioni aventi contenuto tecnico, nell’ipotesi iniziale le nuove collocazioni descritte non avrebbero dovuto comportare aggravio di costi per il Comune di Bologna, pertanto il progetto fu ritenuto vantaggioso. I maggiori costi venutisi a determinare sono dipesi da necessità di adeguamenti di Palazzo Legnani Pizzardi in corso d’opera, richiesti di fatto per esigenze degli uffici giudiziari intervenute successivamente.
L’unico contributo statale che avrebbe potuto pervenire è quello che avrebbe dovuto sostenere il trasferimento di alcuni uffici giudiziari nell’ex maternità, oggetto di una proposta di finanza di progetto. Tale proposta fu diniegata per motivi ormai noti che vado a riassumere.
All’interno dell’immobile venivano collocate 198 persone, peraltro grazie anche alla demolizione dell’immobile ospitante i servizi educativi, che invece l’Amministrazione Comunale ha sempre inteso conservare all’interno del complesso.
Lo studio di fattibilità posto dal Comune di Bologna alla base dell’esame delle proposte pervenute non contemplava alcun accordo di carattere patrimoniale con la Provincia, che avrebbe conservato la proprietà del bene, pur non avendo competenze ai sensi della legge 392 del 1941 sugli uffici giudiziari. Come noto la Provincia determinò di alienare l’immobile assicurando all’interno dello stesso la permanenza dei servizi educativi richiesti dal Comune.
Per quanto attiene Palazzo Legnani Pizzardi, non risulta alcuna offerta da parte della Hydra Immobiliare di vendere l’immobile al Comune.
Con riferimento all'ultimo punto, premesso che i canoni di locazione oggetto del contratto principale con Hydra Immobiliare, e delle integrazioni contrattuali sottoscritte a seguito dei lavori richiesti dagli uffici giudiziari, sono stati tutti congruiti, come previsto dalla legge, dalla Agenzia del Territorio, gli uffici, nel dare attuazione alle linee di principio del decreto 95/2012 convertito in legge 135/2012, gli uffici del Comune hanno richiesto ed ottenuto dalla proprietà di Palazzo Legnani Pizzardi un abbattimento del canone. In tal senso si ritiene che le trattative fino ad oggi condotte con la proprietà siano sempre state orientate alla miglior tutela dell’interesse pubblico".

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Ultimo aggiornamento: 14/03/2025

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