Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Giulia Di Girolamo
Di seguito l'intervento d’inizio seduta della consigliera Giulia Di Girolamo Errani (Partito Democratico). "Droghe in città. Un mercato che non conosce crisi. Grazie Presidente. Negli ultimi giorni la stampa locale ha dedicato numerose p...
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Di seguito l'intervento d’inizio seduta della consigliera Giulia Di Girolamo Errani (Partito Democratico).
"Droghe in città. Un mercato che non conosce crisi.
Grazie Presidente. Negli ultimi giorni la stampa locale ha dedicato numerose pagine al tema della diffusione delle droghe in città, in particolare della diffusione della cocaina, ancora considerata da molti, in maniera errata, una sostanza da vip. Il dibattito che ho apprezzato molto si è diramato su due direttrici: l'aspetto sanitario, legato al consumo e quello sociale e criminale, in cui sono emersi con chiarezza ruoli e affari delle criminalità organizzate, italiane e straniere presenti in città. Sul primo aspetto, è intervenuto Claudio Comaschi, responsabile del Sert, il quale ci ha restituito una situazione molto allarmante. Come spiega Comaschi, “assistiamo ad una americanizzazione nell'uso di sostanze, la cui domanda rimane molto, troppo alta, e i nuovi utenti sono orientati di più verso le sostanze eccitanti, dalla cocaina alle droghe sintetiche, molto più difficili da aggredire – afferma – dal punto di vista medico”. In questo scenario, non è più possibile definire un identikit preciso del consumatore, poiché si tratta di “persone di tutte le età e di tutte le estrazioni sociali”. La nota positiva, secondo il responsabile del Ser.D.P., è la diminuzione dei morti per overdose tra il 2019 e il 2020, a cui però si affianca un aumento esponenziale di accesso ai servizi per chi ha una dipendenza cronica accentuata dallo stato di frustrazione dovuto alla pandemia. Lo stesso grido di allarme è stato lanciato dalla tossicologa Elia Del Borrello, che ribadisce gli alti rischi derivanti dall'assunzione di cocaina e l'abbassamento dell'età media degli assuntori, anche per un eccessiva banalizzazione dell'uso di droghe leggere come la cannabis. I giovani insomma, sono un bersaglio privilegiato per testare le nuove sostanze che arrivano in città, definita un laboratorio in cui passa di tutto, e in cui c'è un mercato tutt'altro che in crisi. E se il covid ha messo in ginocchio la nostra economia, le nostre imprese e intere famiglie, il mercato della droga, oggi è più fiorente che mai. Il lockdown non ha fermato l'acquisto e l'assunzione di sostanze grazie alla vasta offerta delle stesse on line e la riorganizzazione delle consegne ha visto i pusher reinventarsi come corrieri a domicilio. Affermazione testimoniata dalla mole di arresti che hanno caratterizzato quest'ultima settimana, come afferma il Capo della Squadra mobile di Bologna, Roberto Pititto, il quale ribadisce, secondo i dati dei sequestri, che “la cocaina è la droga più in voga in città e di quanto sia diffuso il suo consumo. Ce n'è talmente tanta che al di la degli spacciatori professionisti, anche insospettabili si buttano su questo business”. Lo stesso Pititti, inoltre, traccia una mappatura delle organizzazioni criminali presenti in città che gestiscono questo enorme business, sottolineando come, l'elevata domanda fa si che in questo mercato così proficuo c'è spazio per tutti: criminalità organizzata italiana, albanese e nigeriana, che pacificamente convivono e fanno ottimi affari, azzerando la concorrenza e ribadendo come Bologna sia un crocevia fondamentale per questo traffico. Un business trasversale, come afferma il questore Bernabei: tocca criminalità organizzata per il narcotraffico e la microcriminalità per lo spaccio e i reati che commette chi ne fa uso. E lo stesso sottolinea due aspetti molto importanti: il primo legato agli effetti della cocaina sugli assuntori, i quali si illudono di poterla gestire , considerandola, a differenza dell'eroina, una droga pulita. Il secondo aspetto, legato al contrasto, in cui afferma che la droga è e deve essere sempre di più una questione sociale, nei confronti della quale l'opera di repressione da sola non può bastare ma serve un lavoro corale per sconfiggerla che vede impegnata la società civile tutta oltre che un maggior rigore normativo. In questo panorama complesso, tutti hanno ribadito un concetto fondamentale, dunque, per poter contrastare il dilagare di questo fenomeno, soprattutto in un momento in cui i contatti tra le persone devo essere limitati: l'importanza dell'educazione, della peer education e il ruolo fondamentale che giocano la prevenzione e il dialogo soprattutto con i giovani e le loro famiglie. Il Procuratore Amato, ribadisce in questo senso l'importanza di “lavorare sull'assuntore e di lanciare chiari messaggi per far capire che la droga fa male e uccide”, spiegando tutto ciò che c'è dietro questo mondo, dall'aspetto sanitario a quello economico, sociale e criminale. Serve, insomma, un impegno costante da parte di tutti. In questi mesi di pandemia i servizi dell'Ausl non si sono fermati, raggiungendo i loro utenti con telefonate e video chiamate e la scuola ha giocato un ruolo fondamentale, come testimoniano le numerose iniziative che si svolgono all'interno dei nostri istituti, soprattutto superiori in cui sono stati attivati sportelli con psicologi e campagne informative in collaborazione con forze dell'ordine e università e che sono proseguiti anche durante le chiusure dettate dal covid. Per questo rivolgo ai presidi e agli insegnanti, agli operatori e medici dell'Ausl, alle forze dell'ordine e il Comune di Bologna il mio più sentito ringraziamento per il lavoro importante che stanno portando avanti in un'ottica mai punitiva ma educativa e preventiva. In questa prospettiva ritengo importante che la politica e la nostra amministrazione continui a sostenere con maggiore forza e maggiori risorse iniziative e momenti di confronto con tutti i protagonisti che sul territorio svolgono una preziosissima azione di cura, prevenzione ed educazione, rimetta al centro del dibattito pubblico questo annoso e preoccupante fenomeno con l'obiettivo di rafforzare le buone pratiche di cui ho parlato e di creare, attraverso il dialogo e la multidisciplinarietà, delle alternative positive soprattutto per i giovanissimi, che, a differenza degli anni '70 in cui l'eroina faceva emergere una condizione di enorme disagio e l'utilizzo della stessa era considerata un rifugio, fanno un uso delle droghe per fuggire per lo più dalla noia, per passatempo o per spirito emulativo. E poiché come ho detto, credo sia importante confrontarci sia sul fenomeno che sulle sue trasformazioni, anticipo che richiederò una udienza conoscitiva per approfondire il tema".