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Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Gabriella Montera

Di seguito l'intervento d'inizio seduta della consigliera Gabriella Montera (Partito Democratico). "Strage del 2 agosto: Bologna non dimenticaLe immagini strazianti della stazione di Bologna, dopo lo scoppio della bomba del 2 agosto 1980, sono rimast...

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Di seguito l'intervento d'inizio seduta della consigliera Gabriella Montera (Partito Democratico).

"Strage del 2 agosto: Bologna non dimentica

Le immagini strazianti della stazione di Bologna, dopo lo scoppio della bomba del 2 agosto 1980, sono rimaste impresse in maniera indelebile nella memoria collettiva. Insieme al lavoro solerte degli operatori del soccorso e alla grande solidarietà espressa da semplici cittadini per salvare i corpi dilaniati dalla deflagrazione, ricordiamo la partecipazione dello Stato con la presenza tempestiva e commossa del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, che dopo 40 anni è stata replicata quest’anno con la visita, di grande conforto soprattutto per i familiari delle vittime, ma apprezzata coralmente, del Presidente Mattarella. Così come ricordiamo, o siamo venuti a sapere, della presenza di tanti cittadini e cittadine che si sono ritrovati spontaneamente in Piazza Maggiore la sera stessa della strage … E’noto a tutti e tutte quanto i decenni successivi, malgrado la tenacia e la determinazione dell’associazione dei familiari delle vittime, siano stati dolorosi e travagliati. Oggi sappiamo che la verità sui mandanti della strage è stata rallentata ad arte, con vari depistaggi, uno su tutti il tentativo di guadagnare tempo ipotizzando fantasiose responsabilità dei palestinesi, indicati come autori dell’attentato. Per favorire il lavoro improbo di ricerca dei responsabili, l’associazione dei familiari delle vittime, rappresentata dai suoi Presidenti, Torquato Secci prima e Paolo Bolognesi poi, in questi decenni ha avuto il grande merito di riuscire ad ottenere straordinari risultati, come la digitalizzazione degli atti al fine di accelerare le investigazioni e il faticoso riconoscimento del reato di depistaggio, che negli anni ottanta non esisteva. Durante il lungo lavoro istruttorio, la città non ha mai fatto venire meno la propria presenza attiva per la richiesta della verità e per evitare che il tempo potesse sbiadire la memoria. Tante sono state in questi lunghi anni le iniziative e le manifestazioni per non dimenticare. Oltre alla presenza costante e instancabile di migliaia di cittadini e cittadine ai cortei del 2 agosto di ogni anno, cito per tutti “Il cantiere 2 agosto”, originale progetto di narrazione popolare, promosso dall’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna e dall’associazione dei familiari delle vittime, con la regia di Matteo Belli e la consulenza storica della prof.ssa Cinzia Venturoli, con la presentazione di 85 narratori delle storie delle persone vittime dell’attentato. Il progetto è nato con l’intento di guidare i gli spettatori e le spettatrici nei meandri delle trame occulte che hanno segnato il primo trentennio repubblicano. Quest’anno, anche se a causa della pandemia il corteo non si è potuto svolgere, il Comune, in occasione del quarantesimo anniversario, ha intitolato la stazione alla strage del 2 agosto e il giorno prima il centro della città è stato attraversato dalle “stazioni della memoria”, una bella iniziativa molto evocativa, organizzata dal Cantiere 2 agosto, dalle Cucine popolari e da 6000 sardine.
In questi giorni abbiamo letto sulla stampa una notizia molto importante: il 26 novembre si è svolta in tribunale a Bologna l’udienza preliminare sui mandanti, gli esecutori e i finanziatori della strage del 2 agosto, alla presenza del Comune di Bologna, della Regione Emilia-Romagna, dell’Avvocatura generale dello Stato, oltre ai legali dell'Associazione dei familiari delle vittime, che si sono costituiti parte civile e che sono stati tutti ammessi. L’udienza ha aperto nuovi scenari sull’inchiesta della Procura Generale di Bologna: Paolo Bellini, ex esponente di Avanguardia Nazionale, era presente in aula come imputato: è accusato di essere la quinta persona che ha agito in concorso con Fioravanti, Mambro, Ciavardini e Cavallini, appartenenti agli ex Nuclei Armati Rivoluzionari, i primi tre condannati in via definitiva e l’ultimo, Cavallini, condannato all’ergastolo in primo grado. Dalle intercettazioni telefoniche la funzione di Bellini sarebbe stata quella dell’aviere che trasportò la bomba. Questo percorso alla ricerca della verità, che nell’ultimo periodo ha avuto un’accelerazione, è stato avviato anche dall’Associazione dei familiari delle vittime: così ha dichiarato recentemente Anna Pizzirani, parente di una delle vittime. Le sue parole racchiudono con una sintesi efficace la svolta compiuta su un’insanabile ferita inferta alla città di Bologna e all’intero paese, che – è bene sempre ricordare - ha provocato la morte di 85 persone e il ferimento di 200 e su cui si aspetta la verità da 40 anni! Dice la Sig.ra Pizzirani che quando la Procura ordinaria ha rigettato la richiesta dei familiari delle vittime di aprire nuove indagini sulla strage, la Procura generale di Bologna, con grande lungimiranza, aggiungo io anche con grande generosità, ha deciso di avocarle a sé. Per due anni, dichiara sempre la sig.ra Pizzirani, la Procura ha lavorato in maniera esemplare, senza clamore, riuscendo ad individuare Licio Gelli (maestro della loggia massonica P2), Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi, oggi tutti deceduti, quali organizzatori e finanziatori della strage. Finanziatori di un terrorismo di estrema destra composto non solo dai Nuclei Armati Rivoluzionari, ma anche da Avanguardia Nazionale, Ordine Nuovo, Terza Posizione, i cui membri erano pagati attraverso un flusso di denaro, fino al milione di dollari elargito qualche giorno prima della strage, riconducibili, secondo le indagini della Procura, ai conti correnti di Licio Gelli. “Quello di oggi è l'inizio di un processo storico, perché molto probabilmente porterà alla verità completa sulla strage di Bologna. È un fatto importante non solo per i familiari delle vittime, ma per tutti i cittadini italiani", dice il presidente dell'associazione dei parenti delle vittime, Paolo Bolognesi, a cui va la gratitudine per l’incessante lavoro svolto insieme a tutti i familiari delle vittime.
La stessa gratitudine va ai magistrati, che con il loro lavoro hanno reso onore ad altri magistrati come Mario Amato, trucidato nel 1980, 40 giorni prima della strage dai terroristi Cavallini e Ciavardini, appartenenti allo stesso gruppo terroristico di Mambro e Fioravanti, perché, come da egli stesso annunciato, le sue indagini lo stavano portando alla visione di “una verità d’insieme coinvolgente responsabilità ben più grandi di quelle degli esecutori degli atti eversivi.” Mario Amato, e prima di lui Vittorio Occorsio nel 1977, hanno pagato con la vita la volontà di fare luce sui legami fra neo fascisti e piduisti per condizionare la vita democratica.
In attesa trepidante dell’udienza prossima, prevista l’11 gennaio, mi fa piacere riprendere le parole pronunciate dal Sindaco Merola nella commemorazione di quest’anno che, dopo aver ringraziato i cittadini e le cittadine bolognesi per il grande senso civico e la partecipazione democratica ha detto: “Come allora, oggi noi siamo qui, uniti e diversi, di ogni ceto sociale, pronti a continuare la lotta contro l’indifferenza, per la verità e per la giustizia, per non dimenticare. Perché noi bolognesi siamo così: noi vogliamo essere padroni del nostro destino. E il nostro destino è scritto sul gonfalone del Comune: libertà”.

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:49
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