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Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Mirka Cocconcelli

Di seguito, l'intervento di inizio seduta della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord). "Analisi etologica ed antropologica del 'delatore/delatrice'Mi sono soffermata ad analizzare l'etologia e l'antropologia del "Delatore/delatrice", ossia il com...

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Di seguito, l'intervento di inizio seduta della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord).

"Analisi etologica ed antropologica del 'delatore/delatrice'

Mi sono soffermata ad analizzare l'etologia e l'antropologia del "Delatore/delatrice", ossia il comportamento ontogenetico di quel pernicioso e pavido animaletto, appartenente ad una sottospecie del genere umano, che reagisce in maniera scorretta a stimoli provenienti dall'ambiente esterno.
Il delatore, volgarmente chiamato spione, è un organismo involuto, molto curioso che, tendenzialmente trascorre le proprie giornate, nell'ombra, spiando dalle altrui videocamere i comportamenti dei suoi simili, identificandone le "location", per poi inoltrare tali "preziose " informazioni al giornalista di riferimento, altra specie con un cui il "Delatore/trice" ha rapporti simbiotici.
Questa corrispondenza di amorosi sensi è un comportamento istintivo del delatore che si sublima nel passaggio della "velina" al giornalista suddetto che, quantomeno, dovrebbe avere l’accortezza di verificare l'attendibilità della fonte, onde evitare incresciose rettifiche.
L'etologia del delatore/trice è alquanto complessa ed evidentemente a questi “organismi saprofiti", interessa uniformarsi al più bieco pettegolezzo da “comare”, piuttosto che confrontarsi con le proposte del Consigliere "osservato speciale".
Spesso i delatori/delatrici, se scoperti, assumono atteggiamenti paranoici, riversando la propria rabbia isterica sul malcapitato consigliere, solitamente di minoranza, che risulta essere la loro preda preferita.
Mi sono chiesta se la delazione appartenga ad un comportamento innato oppure appreso e se essa faccia parte di quei segnali di demarcazione del proprio territorio politico oppure sia ascrivibile a bisogni non appagati nel rapporto con le figure di riferimento dell'infanzia.
È un dato incontrovertibile che le azioni del delatore/trice richiedano un grande investimento di tempo ed energie, spesso generatrici di errori, ma il delatore/trice non impara dagli errori, anzi tende a reiterarli, un comportamento assolutamente inusuale ed anomalo nel regno animale!
Ritengo che tali comportamenti asociali e apolitici, dettati da un mix di invidie e gelosie, siano legati a cristallizzazioni di modalità relazionali, sublimatesi in comportamenti disadattivi, che in mano ad un valente psicologo, in alcuni casi specifici, potrebbero essere curati.
Non ho ancora compreso se il comportamento del delatore/trice faccia parte del patrimonio genetico della specie animale a cui appartiene o, sia introitato osservando il comportamento di altri organismi dello stesso gruppo.
Ritengo, però, che l'istinto alla delazione non sia produttivo nell'esercizio della politica ma, anzi, possa risultare dannoso e confermi l'inferiorità intellettiva di tale specie che dimostra evidentissime problematiche nel rapportarsi con i gruppi stabili a cui appartiene.
Non mi soffermo sull’aggressività mediatica dimostrata dal delatore/trice nei confronti del consigliere Venturi, che reputo disdicevole, in quanto ritengo che l’avversario politico lo si debba contrastare sul piano delle proposte e non sull'abietto pettegolezzo, ma ognuno si regola con gli argomenti che gli sono confacenti ed, in questo caso, sono palesi tutti i limiti di chi non ha compreso cosa significhi "far politica"!
Per quanto riguarda la sottoscritta, come già ampiamente relazionato nella diffida inoltrata dal mio legale e come correttamente rettificato dalla testata oggetto dell'articolo fallace, ribadisco che in data 22/06/2020 ero "fisicamente" presente presso il mio ufficio di Presidenza di I Commissione, a Palazzo d'Accursio, come regolarmente da 3 mesi a questa parte, e non presso uno studio e/o ambulatorio, come riportato erroneamente.
Per tuziorismo, come ribadito dal mio legale: "Si precisa che, in ogni caso, essendo l’istante una libera professionista, senza violare il principio di esclusività ( come arbitrariamente citato da terzi), ella può partecipare alla seduta consiliare, da qualsiasi luogo ritenuto opportuno, confacente, consono ed idoneo alla videoconferenza in smart working, quindi, anche dal proprio studio professionale, come può avvenire per esempio da uno studio di avvocato, di commercialista, o da un bed and breckfast o, qualsiasi altro luogo pubblico o privato".
Ricordo alla sottospecie dei delatori che indossare i DPI ( Dispositivi di protezione individuali: mascherine, visiere, guanti, cuffie, etc..) non è un vezzo, ma è obbligatorio presso qualsiasi studio medico professionale, in quanto identificati come ambienti a rischio Covid ed indipendentemente che sia in corso o meno una visita, come da linee guida aziendali, ospedaliere, locali, regionali, nazionali, in base a ben precisi DPCM, di cui evidentemente il delatore non è avvezzo, in quanto è notorio che sia un animale con scarse capacità intellettive.
I suddetti delatori/trici se ne dovranno fare una ragione, altrimenti, la sottoscritta sarà costretta a ricorrere, oltreché al proprio legale di fiducia, anche al proprio Ordine professionale per esporre l'incresciosa situazione.
PS: Ogni riferimento a persone esistenti e/o a fatti realmente accaduti è puramente voluto!".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:48
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