Consiglio comunale, gli interventi d'inizio seduta della consigliera Addolorata Palumbo
Di seguito, gli interventi d'inizio seduta della consigliera Addolorata Palumbo (gruppo misto-Nessuno resti indietro)."Stop alla didattica a distanza: Riapriamo le scuole! Sabato, in 19 piazze italiane genitori e bimbi, sindacati e forze politiche h...
Data:
:
Di seguito, gli interventi d'inizio seduta della consigliera Addolorata Palumbo (gruppo misto-Nessuno resti indietro).
"Stop alla didattica a distanza: Riapriamo le scuole!
Sabato, in 19 piazze italiane genitori e bimbi, sindacati e forze politiche hanno manifestato per chiedere al governo certezze sul ritorno in aula a settembre.
Le azioni per la ripresa stanno mettendo in evidenza tante contraddizioni, provo a fare qualche esempio: ci si lamenta degli assembramenti, si multano gli osti, e poi capita di incontrare, soprattutto lungo le strade che portano ai giardini cittadini, nonni affaticati che con la mascherina sul volto, spingono un passeggino o hanno uno o due bambini per mano.
Questo accade perché tanti genitori hanno ripreso il lavoro e sono costretti ad affidare i bambini ai nonni, proprio a quei nonni che andrebbero protetti perché sono maggiormente colpiti dal coronavirus.
E invece rappresentano il vero welfare del paese.
Durante il Lockdown, sicuramente il personale docente e le famiglie hanno fatto un gran lavoro per rimanere accanto alle bambine e ai bambini e alle ragazze e ai ragazzi.
Sono stati realizzati molti sondaggi per capire come ha influito l’isolamento su insegnanti, famiglie e studenti.
Le mamme e papà che hanno dovuto gestire le figlie e i figli, in realtà sappiamo che sono state più le mamme a gestire la prole, l’emergenza Covid-19 ha stravolto sicuramente la vita, ma non ha stravolto i ruoli in famiglia, anzi ha avuto l’effetto di accentuare gli squilibri.
Dai questionari proposti in questo periodo è emerso che per chi si è cimentato nel lavoro da casa non ha trovato semplice conciliare lavoro e la giusta attenzione da dedicare alle figlie e ai figli, ritiene che si è troppo disturbati durante il lavoro per cui diventa difficile lavorare in modo continuativo per qualche ora mantenendo la concentrazione.
Questo per quanto riguarda le famiglie che hanno lavorato da casa
Le ragazze e i ragazzi hanno dichiarato che è più faticoso concentrarsi durante le lezioni e che la possibilità di poter utilizzare PC e smartphone diventa una tentazione per fare altro durante le lezioni e hanno riportato, ed io dico per fortuna, che manca la presenza fisica a scuola e il contatto con le compagne e i compagni.
Oltre alle piazze, tanti sono stati gli appelli che chiedono che si ritorni al più presto in aula: intellettuali che fanno notare che tanti paesi europei, dalla Francia alla Repubblica Ceca sono ripartiti, in maniera differente e con gradulaità.
Anche la Spagna che ha un po’ più problemi con il contenimento dei contagi, sta considerando di aprire le scuole per qualche settimana prima della pausa estiva.
E questo appello fa notare, e condivido, che “se si considerano, allo stesso livello, la modalità di insegnamento in presenza o in remoto significa che non si è colto il fondamento culturale e civile della scuola”.
E ancora il manifesto “della scuola che accoglie”: un movimento di cittadini, genitori, studenti, alunni, bambini, pedagogisti, psicologi, educatori, insegnanti, dirigenti scolastici, professori universitari.
Che chiedono non solo di riaprire le scuole ma chiedono di difenderle con coraggio dal distanziamento dei bambini e dei ragazzi e dall’abuso delle tecnologie a discapito delle relazioni umane.
Dall’altre parte invece il Ministero dell’istruzione mette a disposizione fondi per far fronte all’emergenza sanitaria del coronavirus e consentire alle istituzioni scolastiche statali la prosecuzione della didattica tramite la diffusione di strumenti digitali per l’apprendimento a distanza.
Penso che invece ci dobbiamo impegnare perché questi fondi vengano utilizzati per cablare le scuole in modo da far lavorare i ragazzi in presenza solo con connessioni via cavo in modo da non utilizzare il wifi.
Ci sono raccomandazioni e normative europee e nazionali che spingono in questa direzione, ne cito solo una a titolo esemplificativo: il decreto 11 gennaio del 2017 con il quale il Ministero dell’Ambiente, al fine di ridurre il più possibile l’esposizione indoor ai campi elettromagnetici ad alta frequenza (RF), invita per le nuove costruzioni, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici, a dotare i locali di sistemi di trasferimento dati alternativi al wi-fi, ad esempio utilizzando la connessione via cavo”.
Tanti sono gli studi, le ricerche, le sentenze che trattano il rischio di esposizione ai campi elettromagnetici.
E a proposito di studi siamo in attesa dei dati del più grande studio epidemiologico sugli effetti dei campi elettromagnetici sul rischio di tumore cerebrale nei giovani.
Lo studio si chiama MOBI-KIDS condotto in 14 paesi tra il 2010 e il 2015 costato € 6 078765,80, completato nel 2016 ma non sono stati ancora pubblicati i risultati.
E’ inquietante che dopo 5 anni non siamo ancora a conoscenza dei risultati di questa ricerca finanziata con danaro pubblico.
Per concludere In generale dobbiamo ragionare sull’inquinamento elettromagnetico e creare delle zone prive di irraggiamento, quindi non solo nelle scuole, ma anche negli edifici pubblici come dice la norma, bisogna inoltre anche pensare a carrozze dei treni prive di onde elettromagnetiche…. in quanto sappiamo che nei mezzi in movimento l’intensità delle radiazioni si moltiplica
Ma su questi temi sicuramente ci ritorneremo."