Question Time, chiarimenti sul bando dei servizi educativi scolastici
L'assessora alla Scuola Susanna Zaccaria ha risposto, in seduta di Question time, alla domanda d'attualità della consigliera Addolorata Palumbo (Gruppo misto) sul bando dei servizi educativi scolastici.Domanda della consigliera Palumbo:"La gio...
Data:
:
L'assessora alla Scuola Susanna Zaccaria ha risposto, in seduta di Question time, alla domanda d'attualità della consigliera Addolorata Palumbo (Gruppo misto) sul bando dei servizi educativi scolastici.
Domanda della consigliera Palumbo:
"La giornata di venerdì 22 maggio è stata scelta perché si apriranno a Bologna le buste per la messa a bando dei servizi educativi scolastici della città, l’appalto, che coinvolgerà 727 educatori e educatrici, prevede la gestione del servizio per 3+2 anni, per la cifra complessiva di oltre 64 milioni di soldi pubblici che vengono erogati al privato sociale. Nel momento dell'emergenza sanitaria, i servizi educativi scolastici sono stati riprogettati in modalità di lavoro a distanza con criteri differenti in ogni Comune, uguali solo nell’obiettivo del risparmio. La stragrande maggioranza dei Comuni ha ridotto di molto le ore d’intervento agli alunni disabili e di conseguenza agli educatori, che sono stati costretti a ricorrere al FIS (Fondo integrazione salariale) per le ore eccedenti. L’emergenza Coronavirus non ha fatto altro che evidenziare le differenze sociali e la situazione di precarietà nella quale sono costretti a lavorare i dipendenti delle cooperative sociali nei servizi pubblici e proprio per questo si vuole tentare di aprire un percorso sia con il Comune, sia se possibile con il MIUR, per una internalizzazione del servizio. Pone la seguente domanda di attualità per conoscere il pensiero del Sindaco e della Giunta sul questo delicato tema. Per sapere se l’Amministrazione sia intenzionata ad aprire tavoli per l"immediato futuro del servizio (riprogettazione estate, settembre ) e per un possibile percorso di internalizzazione".
Risposta dell'assessora Zaccaria:
"Consigliera Palumbo grazie per la domanda, solleva un tema certamente delicato e molto meritevole di attenzione, però senza volere tediare con troppe specifiche giuridiche, su una domanda del genere un inquadramento normativo mi è d’obbligo perché parliamo di un servizio di integrazione scolastica previsto della legge 104 e del decreto legislativo 96 del 2019 che pongono, all'interno del più ampio tema del diritto allo studio, processi di inclusione scolastica e determinano le competenze degli enti locali all'interno di questo processo. L’inquadramento credo sia abbastanza chiaro per quello che riguarda i contenuti, ma a fronte di una domanda come quella che fa lei la riflessione secondo me deve essere meglio specificata sulle competenze.
Abbiamo capito bene in che contesto siamo, parliamo dell’obbligo degli enti locali di fornire l’assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni con handicap fisici o sensoriali, sto leggendo testualmente la 104. Il Comune di Bologna fornisce alle scuole il supporto con un appalto di durata triennale, con possibilità di rinnovo di ulteriori due anni. Questo è l’impegno da parte dell’amministrazione verso cittadine e cittadini con disabilità e che credo non possa essere messo in discussione.
L’impegno dell’ente è anche testimoniato dalle condizioni della gara che, nel rispetto delle normative vigenti e degli accordi con le organizzazioni sindacali, assicurano le tutele necessarie affinché i lavoratori siano posti nelle migliori condizioni possibili in base alla normativa e ai contratti nazionali e territoriali che sono in vigore.
È un servizio molto delicato, su questo io sono d’accordo perché l’attività che viene svolta è di estrema importanza, questo lo darei per scontato, non sono questioni che dobbiamo mettere in discussione, il valore è chiarissimo e io credo che a Bologna questo aspetto sia davvero chiaro e mai messo in discussione. Però se vado a vedere il contesto normativo l’accento deve per forza essere messo sull'istituzione scolastica, perché il comune offre un servizio, ma il successo di questo processo e la realizzazione pratica spetta alle scuole, non all'ente locale, è proprio di competenza del MIUR e delle diverse componenti, nei diversi livelli territoriali che compongono l’amministrazione scolastica che sono titolari del processo di inclusione.
La distribuzione delle competenze è stata confermata dal legislatore anche di recente, mi riferisco al decreti legge 96 del 2019, dove si fa di nuovo riferimento alla funzione di assistenza per l’autonomia e la comunicazione e si prevede la stipula di un’intesa sui profili professionali del personale destinato a tale servizio, con l’obiettivo di raggiungere una uniformità sul territorio nazionale, che sappiamo che non c’è, e anche la definizione di un accordo volto a definire le modalità e le sedi per l’individuazione e la definizione del fabbisogno. Anche gli ultimi provvedimenti normativi confermano quello che dicevo prima, cioè un quadro di competenze che vede nell'ente locale solo una funzione di supporto a un processo che è nella piena titolarità dell’amministrazione dello Stato. Questo inquadramento è obbligatorio per arrivare a dire che qualunque ragionamento sull'internalizzazione delle funzioni di inclusione scolastica deve riferirsi all'amministrazione statale, non è nelle competenze e nelle possibilità dell’ente locale, se non supportando, partecipando a qualunque tipo di procedimento possa essere messo in campo. Va proprio fuori dalle nostre competenze e il riferimento deve essere per forza l’amministrazione dello stato, per poter fare questo tipo di ragionamento. Questo inquadramento normativo, lo ribadisco, non è una interpretazione, ma è stato ribadito anche proprio dalla normativa più recente.
Nella premessa della sua domanda c’è una affermazione con la quale io non concordo e colgo l’occasione per dirlo, perché la riprogettazione dei servizi educativi e scolastici che abbiamo fatto non aveva l’obiettivo del risparmio. Le riduzioni, le riprogettazioni e la riquantificazione delle ore è stata fatta tenendo conto di modalità di fruizione del servizio, di modalità specifiche della situazione, di esigenze che venivano richieste o no. Ci tengo a dirlo perché in tutta questa difficile valutazione che ci ha impegnato in questi mesi l’obiettivo del risparmio per il Comune di Bologna non c’era. Come sapete a seguito dell’approvazione del Protocollo la scorsa settimana, da lunedì sono pariti circa 50 interventi domiciliari in alcuni di questi casi la riprogettazione ha portato addirittura a un aumento delle ore, perché tra la riprogettazione delle attività che gli educatori devono fare e le ore svolte a domicilio le ore sono anche state aumentate. Non mi sento dunque di sottoscrivere parte della sua premessa perché è stato fatto un lavoro complicato. Sicuramente in determinati casi abbiamo visto una riduzione di ore, ma si è sempre ragionato sulle situazioni specifiche e non con l’obiettivo di risparmiare delle risorse, questo ci tenevo a sottolinearlo.
Per il resto ribadisco tutta l’attenzione, quello che lei solleva è un tema vero, comprensibilmente di difficile soluzione, però questo non vuol dire che l’amministrazione non possa in qualche modo partecipare, ovviamente rispetto alle proprie possibilità e in termini di competenze normative, non di possibilità o di volontà come scelta di sostenere l’azione o meno".