Comunicati stampa

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Question Time, chiarimenti su coronavirus e strutture per senza fissa dimora

L'assessore Marco Lombardo, nel corso della seduta di Question Time, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Emily Clancy (Coalizione civica) sulle misure di contenimento del contagio da coronavirus nelle strutture per senza fis...

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L'assessore Marco Lombardo, nel corso della seduta di Question Time, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Emily Clancy (Coalizione civica) sulle misure di contenimento del contagio da coronavirus nelle strutture per senza fissa dimora.  

Domanda d'attualità della consigliera Clancy
“Visti gli articoli di stampa apparsi in merito alla complessa situazione che stanno vivendo sia le circa 300 persone senza dimora nei dormitori straordinariamente aperti per fronteggiare l’emergenza Covid-19 sia gli educatori e le educatrici, gli operatori e le operatrici che in queste strutture lavorano. Pone la seguente domanda di attualità per avere una valutazione politica dal Sindaco e dalla Giunta sul tema: per sapere se l’Amministrazione ha un’idea di quante persone senza dimora non siano state intercettate dalle strutture del piano freddo; per conoscere se siano allo studio delle misure straordinarie dedicate alle marginalità in questa fase in cui le disuguaglianze già presenti sul nostro territorio rischiano di acuirsi notevolmente a causa dell’emergenza sanitaria economica; per avere un aggiornamento sulle condizioni di lavoro di questi operatori e di queste operatrici, educatori ed educatrici che hanno continuato a lavorare anche in strutture dove erano presenti casi di positività al Covid19 e con un'organizzazione complessa e in continuo evolversi a causa dell'emergenza”.

Risposta dell'assessore Lombardo
"L'emergenza da Covid-19, come sapete ha coinciso quasi con la fine del Piano freddo, che quindi è stato prorogato al 30 aprile estendendo l'apertura delle strutture da 12 ore a 24 ore su 24. Sono inoltre state adottate ulteriori misure, nello specifico sono stati potenziati i turni delle pulizie nei locali con una particolare attenzione alla sanificazione degli spazi e degli arredi. Durante gli orari delle pulizie, le persone possono rimanere all'interno degli spazi comuni o all'interno delle tensostrutture allestite nelle aree di competenza delle strutture stesse. Queste tensostrutture, la cui organizzazione si deve all'impegno del mio collega assessore Aitini, sono attrezzate di sedie e tavoli, ottenuti grazie alla collaborazione della Protezione civile del Comune di Bologna. Questa organizzazione consente di non uscire durante il giorno, in ottemperanza ai decreti ministeriali. Inoltre, è prevista la consegna in struttura dei pasti, sia a pranzo che a cena. Per il pranzo la consegna è a cura di Camst e attraverso la collaborazione delle mense dell'Antoniano e Santa Caterina. Tutti i pasti sono offerti dalla Caritas diocesana su mandato del cardinale Zuppi. Per la cena sono attivi i volontari delle varie realtà che collaborano in maniera ordinaria con la rete della grave emarginazione adulta. Questo mi consente di dare un altro esempio concreto di quanto sia importante in questo momento, anzi fondamentale, la collaborazione con il terzo settore e con l'associazionismo anche sul tema dell'accoglienza dei senza fissa dimora e di rinnovare la gratitudine e il plauso a tutti i volontari impegnati per far sì che nessuno resti indietro e le persone senza fissa dimora abbiano accesso a tutte le misure di protezione che stiamo mettendo in campo. All'interno degli spazi si svolgono delle attività di socializzazione, grazie all'intervento degli operatori dei Laboratori di comunità che sono stati impiegati a totale supporto delle strutture del Piano freddo. In tutti i locali comuni sono rispettati i criteri di distanziamento fisico previsti dal Dpcm per evitare l'eventuale contagio. Dal punto di vista lessicale, parlo di distanziamento "fisico" e non "sociale", proprio perché penso che il tema della coesione sociale sia prioritario anche durante la fase dell'emergenza e questo a maggior ragione i tema di senza fissa dimora. Non sono solo sfumature lessicali, ma criteri importanti da tenere anche per le Fasi 2 e 3. Gli operatori delle strutture sono ovviamente muniti di tutti i presidi necessari (mascherine, guanti e disinfettanti) per diminuire il rischio di contagio e sono invitati, inoltre, a prestare particolare attenzione alla salute degli ospiti, monitorando l'insorgenza di eventuali sintomatologie. A fronte di questo e per la tutela maggiore sia degli operatori che delle persone accolte, il Distretto di committenza dell'Ausl Città di Bologna, in collaborazione con il Dipartimento di cure primarie, ha individuato una figura sanitaria di riferimento, un medico, per supportare gli operatori in caso di bisogno. A ulteriore supporto degli operatori, è stato organizzato un corso di formazione online a cura del Dipartimento di cure primarie e del Dipartimento di sanità pubblica dell'Università di Bologna sui comportamenti da seguire per contenere il contagio all'interno delle strutture di accoglienza per senza fissa dimora e migranti, al quale tutti gli operatori stanno partecipando. Le persone accolte sono adulte, autonome e non limitate nella loro capacità di agire, quindi è impossibile attuare forme di potere coercitivo da parte degli operatori per impedirne l'uscita da parte della struttura. I comportamenti adottati dalle persone sono quindi di loro esclusiva responsabilità. Gli operatori provvedono quotidianamente a informare gli ospiti delle conseguenze amministrative e penali in cui possono incorrere se decidono di trasgredire al Dpcm vigente. In struttura sono stati affissi cartelli informativi che invitano le persone a restare all'interno di essa lungo tutto l'arco della giornata.
Infine sui servizi di prossimità. Durante quest’emergenza Covid-19, uno dei servizi che si sta mobilitando in maniera più consistente è l’Help Center-Città Prossima. Nel concreto, esso ha istituito uscite serali dalle ore 20 alle 24 nei giorni di lunedì, martedì, mercoledì e venerdì. Questo perché è stato valutato che le persone in strada necessitano di un monitoraggio maggiore soprattutto durante le ore serali, durante le quali si è notato un maggior smarrimento e bisogno di sostegno. Gli operatori, dunque, si concentrano prevalentemente nel controllare luoghi insoliti per capire se possono diventare il nuovo riparo scelto da alcune persone. Si sta infatti registrando uno spostamento delle persone dal centro della città verso le periferie.Ma anche i volontari di Croce Italia si sono mobilitati in questo contesto, dando disponibilità a continuare anche per il mese di aprile la collaborazione con il Servizio Contrasto alla Grave Emarginazione Adulta di ASP Città di Bologna, soprattutto per effettuare due uscite settimanali per monitorare la salute delle persone in strada. Infine, l’ultimo servizio che si è organizzato per fronteggiare l’emergenza Covid-19 è l’Unità di Strada. Essa lavora in modalità mobile dalle 10 alle 16.30, il lunedì, mercoledì e giovedì, e dalle 16 alle 19, il martedì e venerdì. Il tutto con l’obiettivo di riuscire a intercettare tutte le persone tossicodipendenti in strada, sia per la distribuzione di materiale sanitario, sia per medicazioni sul posto attraverso un’infermiera professionale.
Termino ringraziando anche l'Help center e tutti coloro che collaborano con i servizi di prossimità che in questo momento sono soprattutto in strada".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:48
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