Question Time, chiarimenti su coronavirus e strutture per anziani
L'assessore alla Sanità Giuliano Barigazzi, nel corso della seduta di Question Time, ha risposto alle domande d'attualità dei consiglieri Mirka Cocconcelli (Lega nord), Marco Piazza (Movimento 5 stelle), Gian Marco De Biase (gruppo m is...
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L'assessore alla Sanità Giuliano Barigazzi, nel corso della seduta di Question Time, ha risposto alle domande d'attualità dei consiglieri Mirka Cocconcelli (Lega nord), Marco Piazza (Movimento 5 stelle), Gian Marco De Biase (gruppo m isto-Al centro Bologna), Addolorata Palumbo (gruppo misto-Nessuno resti Indietri) e Emily Clancy (Coalizione civica) su coronavirus e situazione delle strutture per anziani.
Domanda d'attualità della consigliera Cocconcelli
“La pandemia da Coronavirus ha colpito duro nelle ex Rsa, Cra, Case protette e tutti gli Istituti che accolgono i nostri anziani nella Città metropolitana, quali l'istituto Sant'Anna e Santa Caterina di Via Pizzardi, Villa Rodriguez a San Lazzaro di Savena, Villa Teresa a Sasso Marconi, San Domenico a Budrio, Parco del Navile. Dal primo febbraio al 6 aprile 2020 si sono registrati 352 decessi, 176 pare legati al coronavirus, come riportano le cronache.
Chiedo al Sindaco ed alla Giunta una valutazione politica nel merito e se si sia posto in essere tutto il possibile per evitare quella che appare "una carneficina " sia per quanto riguarda gli ospiti che i dipendenti che vi lavorano. Chiedo inoltre se si stia pensando di organizzare delle strutture esclusive per anziani reduci da Covid ed a che punto siamo con le Usca (Unità speciali di continuità assistenziale), istituite per D.L. 14 del 9 marzo, che dovrebbero assistere i "positivi" nella loro abitazione”.
Domanda d'attualità del consigliere Piazza
“Visto i lanci d’agenzia sulla situazione dei centri anziani compresi quelli gestiti dell'ASP che fanno ipotizzare una sottovalutazione da parte delle direzioni del rischio contagio. Ipotesi che viene avvalorata dalla nota del sindacato USB che denuncia in particolare l'adozione di misure non adeguate e organizzazioni degli spazi non sufficienti ad arginare il contagio e alla luce degli effettivi dati dei contagi nelle strutture; pone la seguente domanda d’attualità: per avere dal Sindaco e dalla Giunta una valutazione politica amministrativa su quanto evidenziato e se si sono avviate indagini conoscitive per appurare eventuali responsabilità”.
Domanda d'attualità del consigliere De Biase
“Visti gli articoli di stampa dai quali si apprende che la situazione delle case di riposo, Rsa e Cra è drammatica dal punto di vista della sicurezza sanitaria.
Visto che si sono registrati numerosi casi di focolai di corona virus a cui si aggiungono segnalazioni da parte degli operatori sanitari relative alla carenza di DPI.
Pone la seguente domanda di attualità: per avere dal Sindaco e dalla Giunta una valutazione politica sul tema; per sapere dall’Amministrazione se sono stati fatti controlli, anche nella fase pre-pandemia, relativi al rispetto delle norme per la conduzione delle varie case di riposo, Rsa e Cra.
Per sapere infine come l’Amministrazione intende gestire questa fase emergenziale per garantire la salute sia degli ospiti che degli operatori sanitari e non, delle case di riposo, Rsa e Cra”.
Domanda d'attualità della consigliera Palumbo
“Visti gli articoli di stampa apparsi sui controlli, effettuati dai Nas per verificare la corretta applicazione delle procedure e la presenza dei dispositivi per prevenire il contagio da Covid 19, nelle case di riposo in tutta Italia comprese quelle presenti nella città metropolitana di Bologna.
Visto l’allarme lanciato da USB Bologna sui contagi e decessi nelle strutture per anziani, una situazione che aveva già denunciato nelle scorse settimane, con questo comunicato: 'Una vera e propria emergenza sanitaria quella che si sta verificando nelle strutture per anziani dell’Asp Città di Bologna, con contagi che coinvolgono utenti e operatori e decessi di pazienti che aumentano di giorno in giorno. Approssimazione, improvvisazione, sottovalutazione da parte della direzione dell’Asp del rischio contagio'.
Premesso che: si registrano 17 nuovi decessi per Covid-19 nel territorio metropolitano, dove i casi di positività accertati salgono a 2975, complessivamente in Emilia-Romagna hanno perso la vita 2705 persone; l’Asp sostiene che è in corso un “forte impegno per monitorare in maniera continua la situazione del contagio”, sottolineando di aver effettuato un incontro con l’Asl “per la creazione di un rapporto di supporto e consulenza nella gestione delle criticità”.
Pone la seguente domanda di attualità: per conoscere il pensiero del Sindaco e della Giunta su questo delicato tema; per sapere se l’Amministrazione intende intervenire per verificare se quanto dichiarato sulla gestione dell’emergenza da parte di Asp città di Bologna corrisponda a verità; per sapere inoltre se pensa di avviare verifiche sulle procedure adottate da Asp per contenere i contagi e tutelare la salute sia degli ospiti che degli operatori delle strutture”.
Domanda d'attualità della consigliera Clancy
“Visti gli articoli di stampa apparsi sulle ispezioni effettuate dai Nas con l’obiettivo di verificare la corretta applicazione delle procedure per il contenimento della diffusione del Covid-19 e la presenza degli adeguati DIP nelle case nelle case di riposo presenti nella città metropolitana di Bologna.
Considerato il comunicato diffuso da USB Bologna che parla di: 'Una vera e propria emergenza sanitaria quella che si sta verificando nelle strutture per anziani dell’Asp Città di Bologna, con contagi che coinvolgono utenti e operatori e decessi di pazienti che aumentano di giorno in giorno. Approssimazione, improvvisazione, sottovalutazione da parte della direzione dell’Asp del rischio contagio'.
Considerati i numeri allarmanti sui contagi e decessi in queste strutture.
Considerati il lavoro di monitoraggio e controllo annunciato da Asp, in collaborazione con Asl, di questa delicata situazione.
Pone la seguente domanda di attualità: per avere una valutazione politica del Sindaco e della Giunta su questa situazione; per sapere se l’Amministrazione sia a conoscenza degli esiti del lavoro di monitoraggio annunciato da Asp; per sapere se siano programmate nuove azioni per il contenimento della diffusione del virus e per tutelare adeguatamente sia gli operatori e le operatrici sia gli ospiti delle strutture citate”.
Risposta dell'assessore Barigazzi
"Le vostre domande mi danno la possibilità di esporre al Consiglio le cose che abbiamo fatto e le considerazioni generali, senza cadere nella tentazione di cominciare a trarre conclusioni. Faccio subito una premessa, anche io avverto la necessità di ricostruire quanto accaduto anche qua da noi, che ha dimensioni molto diverse che in altri territori. Quando parlo di dimensioni parlo di numeri. Abbiamo bisogno di una ecologia dei numeri perché ne siamo invasi, non intendo né minimizzare né sottovalutare niente, ogni persona che stata coinvolta in casi di covid, soprattutto i decessi, sono storie che hanno lasciato dietro sé anche ai familiari una scia di dolore per non aver potuto salutare i loro cari. Nessuna sottovalutazione, quindi, ma la necessità di avere ambiti dimensionali delle cose di cui parliamo, la necessità di ricostruire quando saremo fuori dall’emergenza. Oggi il mio impegno è totalmente concentrato sull’uscire da questa emergenza, come ho dichiarato, separando le eventuali responsabilità e omissioni, mancanze, che vanno sanzionate sempre, che sanzioniamo sia quando c’è l’ordinarietà sia quando ci sono emergenze come questa, da limiti e vincoli che costitutivamente hanno le strutture residenziali per anziani e di fronte a una pandemia di questo tipo. Ricordo solo che sono strutture che sono state costruite per rispondere a bisogni sociali e assistenziali, che negli anni hanno visto aumentare l’intensità sanitaria degli ospiti presenti al loro interno, ma non sono certo state costruite per fronteggiare una pandemia di questo tipo. Anche qui lo ribadisco, non vuol dire ricercare omissioni o mancanze, che ricercheranno gli organi competenti, non certo io, a me interessa per rispondere alle vostre domande, ricostruire ciò che è accaduto perché dobbiamo imparare da ciò che è accaduto per costruire un sistema che per i nostri anziani, possa essere per il futuro il più al riparo possibile non solo da emergenze come questa, ma possa essere sufficientemente robusto e possa essere un nuovo modello di riferimento per come trattiamo l’età anziana.
Il che coinvolge non solo il pubblico, non solo queste strutture, ma l’intera nostra idea di assistenza agli anziani, di invecchiamento, di terza e quarta età, di invecchiamento attivo, di capacità di difendere le persone fragili, le persone più vulnerabili, che è un concetto diverso, cioè coloro che possono diventare fragili, ma che non lo sono ancora. Quindi credo che questo, come diceva la consigliera Cocconcelli, sia il vero tema che abbiamo di fronte. Non far passare invano ciò che è successo, perché lo dobbiamo anche alle persone che sono state coinvolte e alle loro famiglie, ma farlo diventare anche una opportunità per mettere in sicurezza nei prossimi mesi e anni, e anche riflettere sul nostro sistema di assistenza, in cui i criteri sono molto alti, ma dico nostro anche dell’intero paese, per quanto riguarda non solo le strutture residenziali per anziani, ma anche la domiciliare e tutto ciò che è prevenzione, che viene prima e che previene la caduta nella non autosufficienza e nelle condizioni di fragilità. Come dicevo, un modello intero, quello che lanciammo a giugno dell’anno scorso quando parlammo di un nuovo approccio per quanto riguarda l’età anziana, che è un fatto di tutta una comunità, di come ci rapportiamo a quell’età e di come vogliamo costruire un sistema per loro.
Finito questo preambolo che mi permetteva già di rispondere ad alcune cose, per me le ricostruzioni saranno necessarie non tanto per individuare delle responsabilità ma per capire come un sistema che non era fatto per fronteggiare una crisi di questo genere abbia retto, quanto ha retto e quanto invece ha dovuto pagare un tributo.
Sulla questione ASP faccio un report, visto che è una azienda pubblica e ho letto anche io le affermazioni del sindacato di base, ma devo anche dirvi che con le organizzazioni confederali ci siamo trovati in CSS e sono state altre le considerazioni fatte, se pur anche loro con accenni di preoccupazione e di criticità. C’è stata una continua interrelazione con ASP Città di Bologna, io l’ho avuta con davvero tantissimi gestori, il Comune come sapete ha avuto un compito di primo piano in questo, al di la delle sue competenze, l’ho già detto a me interessava più essere al fianco di tutto questo sistema, io come istituzione mi sono speso per cercare di essere un punto di riferimento insieme a Asul Bologna che ringrazio, la dottoressa Gibertoni, perché l’Ausl è stata una presenza continua, come racconterò nel terzo blocco di ragionamento.
Faccio dunque un report di cosa ha fatto ASP, che chiederò all’Azienda di rendere pubblico, perché credo che risponda puntualmente alle critiche, che come sempre, da qualsiasi parte vengano, io prendo sempre sul serio, ma mi permettono di dire che non c’è stata affatto una sottovalutazione del problema, da parte di ASP, anzi, a mio parere dal report che ho in mano, poi sicuramente verificheremo ancora, ma di cui ero già a conoscenza perché fin dall’inizio l'Amministratore unico e la dirigenza di ASP sono stati in contatto con il Comune e in grosso coordinamento con noi e con l’AUSL, credo di poter dire che si siano visti l’impegno e la tempestività di ASP, pur nelle difficoltà che hanno incontrato tutte queste strutture, che vanno viste anche a livello nazionale, perché non c’è dubbio che soprattutto nella fase della scarsità di approvvigionamenti di DPI la situazione si sia riverberata a livello locale e non si può giudicare quel sistema delle RSA e delle CRA senza inserirlo in ciò che è successo a livello nazionale. Ricordo che moltissimi gestori avevano ordinato DPI che sono stati bloccati alle frontiere, che non sono riusciti a reperirle, il Comune sapete che sta fin dal primissimo minuto e continua tutt’oggi donando DPI e finalmente l’afflusso è regolare, e quindi non c’è dubbio che anche alcune difficoltà che hanno avuto i gestori nel loro complesso, pubblici, privati accreditati e privati, vanno inserite in quello che è stato uno dei problemi dibattuto per 20 giorni, nel pieno dell’emergenza, su tutti i quotidiani nazionali e che stato evidenziato da tutti: l’insufficienza dei DPI rispetto al fabbisogno. Quindi è chiaro che quello ha determinato difficoltà anche a livello locale, c’erano difficoltà per gli ospedali figuriamoci se non ci sono state per questo. Mi raccomando che tutte le critiche e le cose che poi diremo e verificheremo cerchino di capire come eravamo messi a livello nazionale, perché questa partita si deve aprire anche a livello nazionale.
Per ASP vi do una breve cronaca: il 24 febbraio, tre giorni dal primo caso di Codogno, ASP fa la prima direttiva, io credo che pochissimi abbiano fatto una direttiva tre giorni dopo, in cui c’erano già limitazione degli accessi, incremento degli interventi di sanificazione, disponibilità di mascherine chirurgiche, ASP è stata una che aveva già disponibilità di mascherine, perché aveva fatto l’approvvigionamento. Immediatamente dopo c’è stata l’unità di crisi che è stata attivata il 3 marzo, prima del lockdown, in riferimento ai servizi dell’area anziani impegnati in modo costante, medico competente, attività di coordinamento con i responsabili dei servizi e con i diversi medici di struttura CRA su sorveglianza sanitaria, triage per l’accesso, modalità di contenimento del rischio di contagio.
Andando avanti, appena sono state rilevate le positività, la prima è stata del 20 marzo, due anziani, a seguito di invio in ospedale con sintomi sospetti, quindi tutti questi anziani sono sempre stati inviati in ospedale laddove le condizioni erano da ospedale e questo lo decide l’azienda con il medico competente, sono stati effettuati 50 tamponi, 34 operatori e 16 anziani, in accordo con il dipartimento di sanità pubblica; è scattata immediatamente la comunicazione degli esiti dei tamponi agli operatori; gli operatori sono stati imposti in sorveglianza sanitaria con chiamate giornaliere e isolati; allestimento e organizzazione del reparto per dividere completamente la zona pulita dalla zona rossa, ambienti separati tra loro da apposita zona filtro, operatori divisi da zona pulita e zona rossa, senza rotazione tra loro, con tutto il necessario per la zona rossa. Nella zona pulita gli operatori continuavano a usare i DPI, è stata fatta una organizzazione di reparti separati speculari tra loro con proprio medico, infermieri, operatori e carrelli, pulizie previste con due operatori ognuno con proprio carrello e con operatori del turno di notte che sono stati raddoppiati. L’attivazione tempestiva di queste misure credo che abbia consentito di contenere il contagio nel reparto 2B di viale Roma, che non ha registrato ulteriori casi e che fortunatamente gradualmente sta rientrando in una situazione di progressiva normalità.
In data 4 aprile, l’ASP ha formulato una richiesta all’AUSL di fornitura di altri tamponi per un secondo nucleo in viale Roma; l’AUSL era ovviamente nel mezzo dell’emergenza, eravamo davvero in un momento dove avevamo incominciato a fare molti tamponi come Azienda, l’ASP proprio per questo, preoccupata perché si era verificato un caso in un secondo nucleo di viale Roma, ha richiesto con un nulla osta alla Regione Emilia-Romagna l’effettuazione di test diagnostici presso operatori privati con oneri a proprio carico. Io non so quante altre aziende abbiano fatto una cosa del genere in Italia però qui abbiamo deciso di farlo. Il nulla osta regionale coi è stato concesso nella stessa giornata e quindi ASP ha cominciato a fare tamponi sugli ospiti e sugli operatori interessati con questo laboratorio privato accreditato, inserito anche dentro una lista del Ministero.
Questa è stata una azione che ha permesso anche di affrontare, come sapete facendo tamponi escono le problematiche, ma è giusto così altrimenti non le avremmo sapute, potevano esserci operatori che continuavano a infettare gli ospiti o viceversa, l'ulteriore problematicità di Saliceto e proprio su questo siamo in attesa dei risultati relativi ai tamponi che sono stati fatti agli ospiti ed è stata già confermata invece la presenza di positività tra gli operatori che ha determinato anche qui un problema di personale che comunque dice la direzione, in un qualche modo, anche grazie al bando che abbiamo fatto con la Città metropolitana e lo stesso bando che ha fatto ASP per tutte le strutture della città metropolitana si è riusciti a contenere, seppur ovviamente a grande fatica, con alcuni ricoveri in ospedale.
Questa è stata la dimostrazione concreta della responsabilità della direzione perché non conosco molte altre realtà che abbiano fatto la scelta, pur in presenza dell’azienda che ha cominciato a fare tamponi su ospiti e operatori delle strutture residenziali in maniera cadenzata e siamo nel pieno di questa azione, di intraprendere anche questa soluzione, naturalmente in forte raccordo con la Regione.
Chiederò all’azienda di rendere noto questo report, io credo che vada anche mandato ai familiari. L’azienda di sua iniziativa ha iniziato un sul bollettino informativo, ma credo che questo report sia già una prima ricostruzione di quanto accaduto, presumo che sia esaustivo e avremo modo di verificare come queste cose sono state fatte, la loro tempestività, che in questo report vengono riportate in pieno. Mi piaceva dirlo perché credo sia giusto che tutti i consiglieri siano informati e spero rassicurati almeno sull’impegno, la tempestività e la responsabilità che sta caratterizzando l’azienda pubblica.
Non ho dal mio punto di vista avvertito anche negli altri gestori né sottovalutazioni né omissioni, ma come ho detto avremo modo di ricostruire tutto quello che è successo. Per rispondere alla consigliera Cocconcelli, credo che abbiamo fatto tutto quello che era possibile, poi probabilmente si poteva fare di più e meglio e lo andremo a capire, non siamo certo esenti e non sto qui autocelebrando quello che abbiamo fatto, però mi piace ricordarlo questa questione della task force, siamo stati i primi subito dopo il lockdown a farla insieme all’AUSL. Vi ricordo che adesso è diventata distrettuale, è una task force che è a supporto logistico, organizzativo, clinico e formativo di tutto il sistema accreditato e non, non abbiamo fatto distinzioni giuridiche. È utilissima, la si sta enormemente sfruttando, sono stati effettuati 32 sopralluoghi nelle strutture con i casi di covid all’interno del territorio aziendale, oltre a tutti i consulti telefonici. Vi ricordo che è fatta da igienisti, infettivologi, infermieri e geriatri, ed è stata potenziata ed è stata fatta distrettuale proprio per aiutare i sindaci, che hanno tutti un rapporto stretto con questa task force e a cui ho chiesto di essere in un piccolo board assieme ai direttori di distretto per avere un coordinamento anche con le strutture, coordinamento che abbiamo fatto qua a Bologna almeno con le strutture più colpite. Credo che si stato fatto uno sforzo che mi pare sia stato anche riconosciuto da un’ultima circolare della Regione, che adesso chiede che questa esperienza sia riportata su tutto il territorio regionale e quindi vengano attivate queste task force laddove non c’erano, magari in qualche territorio esistevano già. Sono state sistematiche tutte queste comunicazioni tra le strutture residenziali e l’azienda. Credo che questo possa essere anche un modello per il futuro oltre a un ripensamento dei requisiti dell’accreditamento che dovremo sempre più probabilmente ripensare anche in termini di rischi di infezione, non solo per il coronavirus, ma anche per altro, e all’aumentato peso sanitario che sempre di più hanno gli ospiti che entrano nelle CRA. Così come sui decessi avremo bisogno anche di studiare, come dice l’ex dirigente nostro Bovini, come vuole fre l’ISTAT, campionariamente a livello nazionale, anche sulle CRA, i decessi negli ultimi 5 anni e i decessi di questi mesi per capire davvero cosa è successo e come è la proiezione anche per il futuro. A questo credo che i numeri ci debbano servire, in maniera tale da poterli fare diventare la base per la nostra azione futura. Se hanno un senso i numeri è perché devono guidarci nelle scelte politiche. L’alleanza tra scienza e politica non è delegare alla scienza quello che deve poi decidere la politica La scienza è fatta di dibattito e di confronto, è una situazione inedita, questo lo voglio ricordare sempre a tutti, non avevamo le coordinate per tutto questo, le abbiamo imparate e le stiamo imparando, quindi anche la ricostruzione che faremo di ciò che non è andato deve tenere conto che abbiamo imparato sbagliando e facendo, ma la scienza è anche questo e la politica deve essere capace di prendere quelle provvisorie certezze e farle diventare delle decisioni che contemplino salute ed economia. La capacità di un sistema di continuare ad andare avanti.
Stiamo considerando alcune ipotesi come le chiedeva consigliera Cocconcelli, con l’Azienda stiamo vagliando alcune ipotesi per capire come dedicare anche strutture per anziani che sono reduci dal coronavirus. Ora al momento non pensiamo di aprire delle strutture esclusiva per questo, stiamo però valutando l’ipotesi di destinare un contingente di posti letto aggiuntivi per aiutare le strutture nelle quali dovessero manifestarsi casi di contagio che impediscano, come per esempio è stato all’ASP Rodriguez o a Villa Teresa a Sasso Marconi, per le quali abbiamo utilizzato il privato accreditato, che si è dichiarato disponibile comunque a darci alcuni ulteriori posti polmone, laddove dovessero scoppiare delle criticità, speriamo che questo non avvenga più. Io oggi ho dichiarato in maniera prudente che siamo ancora nell’emergenza anche se molti dei casi di criticità stanno cominciando a essere superati, Sant’Anna e altri posti, proprio grazie a questo lavoro che vi dicevo prima; ma dei posti letto polmone dove potere in occasioni di criticità gravissime, che magari mettono a repentaglio l’assistenza addirittura ordinaria per gli ospiti, sono ovviamente qualcosa che l’azienda ha contrattato con il privato accreditato e che mi pare si stia concretizzando proprio adesso. Così come alcune che sono venute anche dal Commissario regionale o dalle organizzazioni sindacali su strutture dedicate a covid positivi o non, sulle quali stiamo studiando, ma la cui fattibilità va valutata moltissimo, stante la perdurante problematica del personale su cui rinnovo l’appello, perché come ho detto il vero tema oggi è il reperimento del personale. Tutte le strutture hanno già da tempo messo in atto i temi dell’isolamento, delle zone rosse e delle zone pulite, dei percorsi, ovviamente in maniera differente, noi stiamo parlando di 292 strutture nella provincia di Bologna, ce le metto dentro tutte, anche le case famiglia, 69 sono coinvolte e si passa da un ospite positivo a 30 o 40 ospiti positivi, a oggi sono 380 circa, 250-280 i sospetti su cui stiamo facendo i tamponi, su una popolazione di 7.700 persone anziane. Queste sono le dimensioni. I tamponi sono arrivati a un numero molto alto per le strutture per anziani, siamo a circa 900 tamponi effettuati, sono iniziati i test sierologici per gli operatori e sono già quasi più di mille, andremo avanti ancora per una settimana, cercando di tastare davvero tutte le situazioni critiche, dove sia tampone che esame sierologico devono essere fatti. Abbiamo cominciato anche la terapia farmacologica che, fortunatamente, così come analogamente anche in ospedale, molte di queste situazioni cominciano a non essere così gravi come erano prima e quindi la terapia ha una risposta buona; anche su questo abbiamo già le linee direttive per la terapia farmacologica all’interno delle CRA e delle case di riposo, fatte dalla task force.
Il vero tema oggi è il personale, ecco perché abbiamo chiesto alla Regione, anche il Sindaco direttamente lo ha fatto, alla Protezione Civile di darci una mano, perché oltre a quei bandi a cui a fatica cominciano a rispondere, rispondono anche dalla Sicilia, al Bando della città metropolitana hanno risposto in 30-40, che ora stiamo vedendo se accettano di venire anche nei reparti covid, nelle CRA, che è li che ne abbiamo bisogno, bisogna capire che tipo di competenze e professionalità hanno, abbiamo bisogno di OSS e di infermieri, io ho identificato il numero di 100, ma questo ci permetterebbe di traghettarci fuori dall’emergenza, da questo periodo così difficile e doloroso che abbiamo vissuto.
Infine, rispondo al consigliere De Baise sui controlli. Si facevano prima, assolutamente si, ricordo che ci sono commissioni e gruppi di monitoraggio attivi da anni per vigilare, valutare, supportare, tutte le strutture. Sono commissioni per l’autorizzazione al funzionamento, la vigilanza delle strutture non accreditate, coinvolgono sempre Comune e AUSL, monitoraggio delle strutture non accreditate convenzionate con il Comune di Bologna, questo lo abbaiamo fatto per la prima volta noi. Sono tutte visite tese a verificare la sussistenza dei titoli, le caratteristiche del personale, il possesso dei titoli di studio, l’adeguatezza dell’offerta assistenziale, infermieristica, il decoro, la funzionalità degli ambienti, personalizzazione della dieta, livello di apertura delle relazioni familiari. E ancora, l’organismo provinciale, il gruppo di monitoraggio e verifica dei contratti di servizio per la strutture accreditate, le visite annuali per la valutazione del livello assistenziale, e gli interventi di controllo dei Carabinieri che anche io ringrazio che sono sempre molto utili, che sono visite come le nostre, fatte senza preavviso. Il monitoraggi nel 2019 è stato fatto su 54 strutture nel distretto di Bologna, la vigilanza su 46, il gruppo di monitoraggio su 19 strutture accreditate su 16, a cui si sono aggiunte 3 accesi nelle strutture che hanno un centro diurno nel medesimo centro di servizio, 19 visite annuali per valutazioni del livello assistenziale su tutte le 19 strutture accreditate. Credo che anche su questo, in futuro tutta questa parte di vigilanza, ma di supporto come è la task force, credo che dovremmo riflettere per farla diventare qualcosa di strutturato e ordinario, di più forte, anche alla luce di tutto quello che è accaduto, anche per alzare il livello dei requisiti.
Conigliera Cocconcelli chiedeva anche un dato sulle USCA, che sono partite in tutti i distretti, dal 23 marzo sono già attive a Bologna, dal 3 aprile in Pianura EST e Pianura OVEST e finalmente le abbiamo anche nel distretto della Montagna. Fino a oggi 653 contatti con attivazioni su 588 pazienti di cui 561 visite a domicilio. Credo che sia un’altra delle cose che abbiamo imparato, di quanto la territorialità sarà essenziale nella ripresa che faremo dell’attività e del ripensamento del nostro sistema sanitario come tassello fondamentale per affrontare il futuro anche emergenze, speriamo non più di questo tipo".