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Question Time, chiarimenti su coronavirus e salute e sicurezza dei riders


L'assessore Marco Lombardo, nel corso della seduta di Question Time, ha risposto alla domanda d'attualità del consigliere Andrea Colombo (Partito Democratico) su salute e sicurezza sul lavoro per i riders.
Domanda d'attualità del con...

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L'assessore Marco Lombardo, nel corso della seduta di Question Time, ha risposto alla domanda d'attualità del consigliere Andrea Colombo (Partito Democratico) su salute e sicurezza sul lavoro per i riders.

Domanda d'attualità del consigliere Colombo
“In merito agli articoli di stampa allegati, relativi al recentissimo decreto del Tribunale del lavoro di Bologna, che ha ordinato a Deliveroo di fornire immediatamente i dispositivi di protezione individuale a un rider che aveva presentato ricorso a tal fine; domanda al Sindaco e alla Giunta: una valutazione politico amministrativa in merito alla pronuncia del Tribunale del lavoro, al ruolo delle Istituzioni in questa vicenda e al comportamento delle piattaforme di food delivery; se la Giunta condivide la necessità di un intervento regolatorio immediato per stabilire l'obbligo di fornitura di DPI, di tutela assicurativa e sanitaria e di modalità contact-less, a carico di attività economiche e imprese di intermediazione, per gli addetti a qualsiasi titolo alle consegne a domicilio, in modo da renderlo immediatamente efficace in modo generalizzato e facilmente sanzionabile in caso di violazione; in caso positivo, se intende, con massima urgenza, farsi parte attiva con la Regione Emilia-Romagna affinché l'ordinanza vigente venga subito integrata in tal senso, oppure adottare immediatamente un'ordinanza del Comune in tal senso nell'ambito dei poteri sindacali ordinari in materia di commercio”.

Risposta dell'assessore Lombardo
"Grazie presidente, ringrazio il consigliere Colombo per la domanda. Condivido con il consigliere Colombo e con altri consiglieri del Comune, l’impegno sul tema della sicurezza dei ciclofattorini e in generale dei lavoratori digitali, condivido molte delle cose che sono state dette, anche l’impegno a sollecitare la Regione e di questo entrerò a breve nel dettaglio. Mi preme semplicemente correggere il consigliere su un aspetto, lui dice "è una vittoria di Riders Union", non è propriamente così, credo sia una vittoria di tutte le realtà che hanno sottoscritto la Carta di Bologna, tra i quali ricordo che il primo promotore è proprio il Comune di Bologna. Come ho avuto modo di dire anche nell’udienza conoscitiva che c’è stata la settimana scorsa, già nel 31 maggio del 2018, cioè in tempi sicuramente pre Covid, il Comune di Bologna si era fatto promotore di un’iniziativa che era il primo accordo metropolitano, il primo accordo territoriale di secondo livello sulla gig economy in Europa in cui all’articolo 6, paragrafo 3, avevamo scritto: "le piattaforme si assumono l’impegno di fornire gratuitamente a tutti i lavoratori e collaboratori idonei strumenti e dispositivi di sicurezza obbligatori previsti dalle normative vigenti, nonché di verificare che i lavoratori e collaboratori ne siano in possesso". Quando si è attivata la fase di emergenza, ancora prima del lockdown, personalmente avevo fatto un appello alle piattaforme di food delivery dicendo di attuare le modalità della consegna in sicurezza e di dotare i riders dei dispositivi di protezione. Ricordo, per dovere di cronaca, che solo le piattaforme firmatarie della carta, cioè Mymenù e Domino’s, che tra l’altro non a caso, erano sempre le piattaforme che hanno partecipato anche all’udienza conoscitiva, hanno dato subito risposta a quell’appello attivando le modalità contactless mentre voglio ricordare che Deliveroo che si è difesa dal provvedimento del giudice di Bologna dicendo di aver adottato le modalità contactless delivery, in realtà le ha adottate solamente dieci giorni dopo la richiesta fatta dal Comune di Bologna e di fronte alla difficoltà di alcune piattaforme di reperire i dispositivi di protezione individuale, sono stato personalmente come assessorato al lavoro a dotare le piattaforme firmatarie della Carta delle mascherine, proprio perché tutti i riders che effettuano le consegne devono essere messi in condizione di sicurezza, sia per loro, sia per i consumatori finali, quindi per la protezione dei cittadini che ricevono il cibo a casa. Non solo, abbiamo sempre sostenuto che l’obbligo di, come dice il paragrafo 3 dell’articolo 6 della carta, l’obbligo di disporre di mascherine di protezione individuali ma anche di utilizzare l’algoritmo per evitare assembramenti nel ritiro del cibo, non debba ricadere sui lavoratori, a prescindere dalla qualificazione giuridica del rapporto, cioè se siano lavoratori autonomi o subordinati, ma deve essere in capo alle piattaforme, che è esattamente quello che ha stabilito il Tribunale di Firenze sezione del lavoro già dieci giorni fa due settimane fa, e che il Tribunale di Bologna ha confermato. Questo che cosa ci dice? Ci dice che l’impostazione che noi stiamo immaginando, cioè quella che questi obblighi debbano ricadere sulle piattaforme e non sui lavoratori, comincia ad avere un orientamento giurisprudenziale nei territori che lo conferma. A questo punto la richiesta è quella che, intanto la Polizia Locale possa già da adesso segnalare attraverso sanzioni le piattaforme che non garantiscono condizioni di sicurezza del lavoro e di questo ne ho parlato anche con l’assessore regionale Colla, con il quale c’era un’interlocuzione per estendere la validità e anche la cogenza della Carta di Bologna attraverso una legge regionale, affinché di questo tema si faccia carico anche il Tavolo metropolitano sulla sicurezza, che viene coordinato a livello regionale, perché il food delivery sarà uno di qui temi che potrà e dovrà operare solo in condizioni di sicurezza. Non solo nel breve termine del lockdown dell’emergenza, ma anche nella fase successiva, del resto ricordiamo che le attività di consegna a domicilio sono ancora oggi consentite, ma devono avvenire a livello di sicurezza. Quindi su questo condivido il tema posto dal consigliere Colombo su un coinvolgimento attivo della Regione, chiedo anche che già con questa situazione, con questa normativa si possano fare delle verifiche da parte della Polizia Locale, questa richiesta era già stata fatta diverso tempo fa, lo confermo perché è importante garantire le massime condizioni di sicurezza, sia per i rider, sia per i consumatori che ricevono a casa il cibo. Un’ultimissima osservazione: le pronunce del tribunale ci confermano anche un altro tema, che è quello di far capire alle piattaforme che non è possibile scaricare sui lavoratori i rischi di malattie in fase di Covid e io chiedo davvero che le piattaforme colgano l’occasione, finalmente, per firmare la carta, per conformarsi ai provvedimenti dei giudici e garantire le massime condizioni di sicurezza. chiedo anche ai ristoratori di effettuare le consegne in sicurezza in modalità contactless delivery o, nel caso non possano provvedervi da sole, che lo facciano attraverso le piattaforme digitali che rispettano la Carta di Bologna e quindi rispettano le condizioni di sicurezza per i lavoratori e per i cittadini”.

 

 

 

 

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:48
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