Question Time, chiarimenti su coronavirus e sicurezza degli operatori del sociale e dell'accoglienza
L'assessore alla Sanità, Giuliano Barigazzi, ha risposto in sede di Question Time alla domanda d'attualità della consigliera Emily Clancy (Coalizione civica) sulla situazione di educatrici ed educatori del sociale e dell'accoglienza.Dom...
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L'assessore alla Sanità, Giuliano Barigazzi, ha risposto in sede di Question Time alla domanda d'attualità della consigliera Emily Clancy (Coalizione civica) sulla situazione di educatrici ed educatori del sociale e dell'accoglienza.
Domanda d'attualità della consigliera Clancy:
“Visti gli articoli di stampa apparsi in merito al grido di allarme lanciato da educatrici ed educatori del sociale, che lavorano ogni giorno in case diverse, con minori o disabili oppure nei centri di accoglienza e negli Sprar, con il costante rischio di essere vettori di contagio o di essere a loro volta contagiati.
Considerata la lettera dei sindacati inviata al Comune, Asp e al Tribunale dei Minori e la richiesta di sospendere questo servizio poiché si tratta di un ambito educativo e non sanitario, dunque non da ritenersi essenziale.
Premesso che: in data 22 marzo u.s. è stato emanato il DPCM recante 'Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull'intero territorio nazionale'; il Decreto dispone la chiusura delle attività economiche ritenute non essenziali e dispone altresì la proroga al 3 aprile di tutti di DPCM e delle ordinanze emanate sinora.
Considerate le disposizioni regionali sulle 'prime indicazioni operative per la corretta gestione delle attività dei servizi sociali territoriali (area tutela minori) e dei servizi di accoglienza di bambini e ragazzi ai sensi della DGR 1904/2011 e ss.mm.ii.' che indicano come sia assolutamente necessario limitare spostamenti e contatti in presenza a ciò che è motivato da stato di reale necessità e motivi di salute e abbia carattere di indifferibilità e urgenza e che qualora si verifichino tali condizioni di indifferibilità e urgenza, è obbligatorio l’utilizzo di dispositivi di protezione e il rispetto delle norme di distanziamento fisico quali la distanza interpersonale di almeno un metro e l’evitare contatti fisici quali ad esempio strette di mano. È inoltre necessario che prima di ogni contatto si accerti che le persone non presentino sintomi riconducibili ad un possibile contagio da Covid-19.
Considerato che, sempre queste indicazioni prevedono che siano da privilegiarsi, in tutti i casi dove ciò sia possibile, forme di contatto regolare telefonico o attraverso altri strumenti telematici.
Pone la seguente domanda di attualità: per avere una valutazione politica dal Sindaco e dalla Giunta su questo tema; per sapere se l’Amministrazione consideri questo comparto un’attività essenziale tout court o se si possano differenziare gli interventi che abbiano carattere di indifferibili e urgenza da quelli per cui si possa ricorrere a forme alternative di contatto telefonico o attraverso altri strumenti telematici; per sapere come vengono protetti gli educatori e le educatrici che svolgono la loro attività in presenza e se siano loro forniti gli adeguati Dpi”.
Risposta dell'assessore Barigazzi:
"Risponderei alla consigliera esattamente con la distinzione che ha fatto lei, noi ci siamo mossi anche prima della Regione, perché abbiamo dato degli indirizzi nell’area tutela minori per la gestione dell’emergenza COVID, e poi abbiamo attuato il pieno rispetto degli indirizzi regionali, che ricordo, parlano di carattere di servizio di pubblica utilità che riveste il servizio sociale territoriale, con particolare riferimento all’area della tutela dei minorenni. E abbiamo deciso la limitazione che quella circolare chiede, cioè la limitazione di spostamenti e di contatti a ciò che è motivato da stato di reale necessità e abbia carattere di indifferibilità e urgenza. Ricordando che naturalmente è sia giudizio del servizio sociale competente, che ricordo noi svolgiamo attraverso ASP con un gestore, non è direttamente il Comune, e ricordando che in questo campo ci sono anche strette disposizioni della magistratura che vanno rispettate, quindi se oggi la magistratura ci chiede di fare un allontanamento con carattere di indifferibilità e urgenza, va fatto.
Le condizioni di indifferibilità e urgenza che abbiamo verificato sono quelle che si configurano nel caso di famiglie e di minori con condizioni di rischio conclamato, con condizioni che prefigurano ipotesi di reato quali maltrattamenti, abuso o gravi trascuratezze, quindi tutto il resto abbiamo detto.
Tra le 270 situazioni circa che ci sono, con queste apposite linee operative interne, con quelle dell’ASP, seguendo le istruzioni regionali, c’è una parte esigua degli interventi educativi domiciliari, che è proseguita con interventi in presenza in quanto indifferibili e urgenti, nel rispetto delle indicazioni di protezione delle famiglie e degli operatori fornite da ASP Città di Bologna. A tal proposito vi ricordo che noi abbiamo fornito 8.500 mascherine e credo che questi dispositivi continuino a esserci perché ho anche sentito il consorzio. Il Comune di Bologna si è dato da fare, attraverso le donazioni abbiamo deciso che una parte andavano proprio ai minori e al servizio territoriale domiciliare anziani dove abbiamo fatto uno screening degli elenchi individuando tutti i casi indifferibili e urgenti, la maggior parte dei casi si sono trasformati in monitoraggio attraverso telefonate, videochiamate anche con una certa creatività degli operatori, e una parte sono stati temporaneamente sospesi a seguito di valutazione congiunta tra operatori e gestori dei servizi.
Rammento che gli interventi educativi domiciliari, spesso sono previsti dalle autorità giudiziarie competenti e sono dedicati a famiglie e minori che sono in condizioni di particolare vulnerabilità o con indicatori di negligenza per cui noi interveniamo a prevenzione dell’allontanamento, oltre a incontri protetti o vigilati in situazioni di grave conflittualità. Mi pare che andiamo esattamente nella direzione in cui ci chiedeva la consigliera, stiamo continuando questo screening in maniera tale da potere tenere solo i casi indifferibili e urgenti, sorvegliando ovviamente che l’arrivo dei dispositivi abbai flusso costante”.