Question Time, chiarimenti su coronavirus e smart working
Domanda della consigliera Scarano
"Sono a chiedere al Signor Sindaco ed alla Giunta un parere politico amministrativo in senso generale e più in particolare se l'amministrazione ha sollecitato le aziende che controlla ma anche quelle in cui partecipa ad avviare lo smart working laddove possibile come ad esempio i settori amministrativi. Chiedo anche se l'amministrazione è a conoscenza del fatto che molti dipendenti degli uffici amministrativi delle Asl di Bologna non hanno ottenuto dalle rispettive direzioni l'autorizzazione allo smart working e se ritiene sia il caso di farsi portavoce presso la Regione affinchè si avvii tale sistema"
Risposta dell'assessore Lombardo
"L’emergenza legata all’epidemia di COVID-19 ha messo in atto un meccanismo di attivazione o espansione di pratiche di Smart Working che sta avendo grande risonanza mediatica in tutto il paese. L’utilizzo dello smartworking si è rivelato un utile strumento di continuità aziendale in un contesto di limitazione degli spostamenti e dei contatti, imposto dai provvedimenti di contenimento dell’epidemia. Ad ogni modo, è appena il caso di ricordare che quando parliamo di smartworking, parliamo di una nuova forma di organizzazione del lavoro, che può contribuire a trasformare lo stesso mondo del lavoro, impattando positivamente sull’efficacia e sulla produttività delle pubbliche amministrazioni e delle aziende, sul benessere personale e organizzativo e sulla migliore gestione degli spazi collettivi, fino a indurre profondi cambiamenti nelle abitudini di mobilità e ad aprire nuove prospettive per il welfare e la parità di genere e per una profonda trasformazione degli assetti urbani.
Si coglie l’occasione per ricordare come scopo e natura dello smartworking, nonostante si sia rivelato, come si ripete, un utile e pratico strumento di gestione del personale nel contesto sopra ricordato, siano, dunque, altre: innovazione organizzativa delle imprese e delle pubbliche amministrazioni, in primis, ma anche vettore di crescita e sviluppo sostenibile del territorio e della città.
Tutto ciò premesso, il Comune di Bologna crede molto negli impatti positivi della pratica dello smartworking, ed è tra le prime pubbliche amministrazioni ad aver iniziato sperimentazioni coinvolgendo centinaia di dipendenti, ben prima dell’emergenza Coronavirus. Inoltre, il Comune di Bologna coordina, nell’ambito di un progetto che coinvolge anche il Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il tavolo Smart.Bo, un tavolo territoriale permanente che ha le finalità di favorire la creazione di un luogo di confronto e di scambio tra imprese e pubbliche amministrazioni del territorio sui temi dello Smart Working e, in generale, di modalità di lavoro agile; promuovere la cultura locale sul tema del lavoro agile al fine di favorire la concreta diffusione sia nel mondo pubblico che privato; organizzare attività di analisi e pubblicazione dei dati delle sperimentazioni presenti sul territorio.
Aldilà di quanto fatto per i propri dipendenti, all’interno del suddetto tavolo sono presenti importanti aziende, tra le quali anche aziende partecipate come Tper, Hera e Aeroporto Marconi di Bologna. Il lavoro del tavolo Smart.Bo in questi ultimi giorni è stato quello di condividere le pratiche di attivazione in emergenza dello Smart working, creare le condizioni affinché le aziende presenti nel tavolo, private o a partecipazione pubblica e le pubbliche amministrazioni attivassero nelle migliori condizioni le modalità di lavoro agile per i propri dipendenti. E’ nell’interesse del Comune continuare questo lavoro di condivisione con tutte le realtà presenti nel tavolo.
Per le pubbliche amministrazioni, AUSL compresa, valgono le direttive e le disposizioni della recente decretazione d’urgenza e le direttive nazionali: lo smartworking è modalità ordinaria di prestazione lavorativa fino a fine emergenza, a meno che per ragioni di servizio imprescindibili non sia indispensabile la presenza fisica del dipendente. AUSL avrà, in tal senso, operato le valutazioni del caso, conformemente ai servizi erogati e alla modalità di organizzazione delle proprie strutture.