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Consiglio comunale, il ricordo di Renzo Imbeni a 15 anni dalla scomparsa

Il consigliere Raffaele Persiano ha ricordato in Consiglio comunale la figura di Renzo Imbeni a quindici anni dalla scomparsa. Di seguito il suo intervento al quale è seguito un minuto di silenzio del Consiglio. "Il 22 febbraio di 15 anni fa m...

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Il consigliere Raffaele Persiano ha ricordato in Consiglio comunale la figura di Renzo Imbeni a quindici anni dalla scomparsa. Di seguito il suo intervento al quale è seguito un minuto di silenzio del Consiglio.

"Il 22 febbraio di 15 anni fa moriva dopo una lunga malattia Renzo Imbeni, il "Sindaco forestiero" come era stato ribattezzato dai media. Infatti, Imbeni era modenese di nascita e bolognese d’adozione. A Bologna era venuto a studiare Economia e commercio e poi aveva scelto Bologna come città di residenza.
La sua esperienza di trent'anni di impegno politico di dirigente di partito inizia nel 1966, come segretario provinciale di Modena della Federazione dei giovani comunisti italiani (Fgci), di cui assume la carica nazionale dal giugno 1972 al dicembre 1975. Nel 1975 è eletto nel Comitato centrale del Partito comunista italiano. Dopo le elezioni politiche del 20 giugno 1976, diviene segretario della Federazione provinciale del partito di Bologna, carica che ricopre fino all'aprile 1983.
Il suo impegno istituzionale inizia nel 1980, quando viene eletto per la prima volta in consiglio comunale e dopo le dimissioni di Renato Zangheri, Renzo Imbeni viene eletto dal Consiglio comunale Sindaco di Bologna per due mandati consecutivi, dal 29 aprile 1983 al 27 febbraio 1993.
Renzo Imbeni è il sindaco che fa della pratica della politica un elemento di apertura e di allargamento delle alleanze all'interno del Consiglio comunale; un modello di mediazione che punta alla soluzione dei problemi, alla convergenza sui temi della gestione e dell'Amministrazione concreta della città, sostenitore dei diritti delle donne e degli omosessuali, sosteneva che la democrazia debba fondarsi sulle differenze e e sulla pluralità di voci. Amministrò la città perseguendo l’idea di Bologna come “isola felice” in un momento storico di fortissime tensioni del Paese e di cambiamento del modello che i partiti avevano rappresentato in passato.
Renzo Imbeni viene eletto al Parlamento europeo per la prima volta, il 18 giugno 1989, dal maggio 1991 al febbraio 1993 presiede la Commissione delle città europee, come primo sindaco di un grande comune eletto in parlamento, e il suo impegno si dedica fin da subito a saldare i rapporti tra la città di Bologna e l'Unione Europea.
Porta in Europa le battaglie per i diritti civili dei movimenti omosessuali delle lesbiche e dei gay, contribuendo alla stesura della risoluzione del Parlamento europeo sulla "Parità dei diritti delle persone omosessuali".
Nel 1990, inaugura il primo monumento italiano alle vittime omosessuali del nazifascismo nei Giardini di Villa Cassarini a Porta Saragozza. Questo a testimonianza del suo impegno, molto forte e sentito, nei confronti del rispetto dei diritti di tutti, contro ogni discriminazione, contro il razzismo e la xenofobia.
Durante la seconda legislatura (1994-1999) è eletto Vicepresidente del Parlamento europeo, incarico che gli viene riconfermato ininterrottamente fino a luglio 2004, con riconferma a metà di ciascun mandato, come previsto dal regolamento del Parlamento europeo.
Avrebbe potuto giocarsi la chance di diventare Presidente del Parlamento europeo, ma il suo Partito non gli concesse la deroga al limite dei due mandati e non lo ricandidò. Questo fu un suo grande cruccio che comunque affrontò rimettendosi a disposizione della sua comunità politica.
Ma la malattia lo portò via l’anno successivo.
Di mio posso aggiungere il ricordo di quando da giovanissimo attivista della Sinistra Giovanile e universitaria fui chiamato per un turno al picchetto d’onore qui a Palazzo dopo la sua scomparsa. Fu un emozione e un onore grandissimo, soprattutto avendo avuto la fortuna di incrociarlo per i corridoi della Federazione di DS di Bologna. Dove non mancava mai di salutare tutti con quel sorriso sotto i lunghi baffi che chiunque lo abbia conosciuto ricorda con affetto. In ultimo, voglio mandare un caro saluto alla moglie, Rita Imbeni Medici, con cui ho avuto occasione di lavorare nella costruzione del Centro IMbeni che venne a inaugurare Martin Schulz da Presidente di quel Parlamento europeo che avrebbe meritato un Presidente Renzo Imbeni".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:47
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