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Istruttoria pubblica sul disagio abitativo, l'intervento dell'assessore alla Casa Virginia Gieri

Di seguito, l'intervento dell'assessore alla Casa Virginia Gieri, a conclusione dell'Istruttoria pubblica sul disagio abitativo. "Ci rivediamo dopo questi due giorni molto intensi. Ruberò poco tempo, perché abbiamo pensato di concludere...

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Di seguito, l'intervento dell'assessore alla Casa Virginia Gieri, a conclusione dell'Istruttoria pubblica sul disagio abitativo.

"Ci rivediamo dopo questi due giorni molto intensi. Ruberò poco tempo, perché abbiamo pensato di concludere insieme con i colleghi Orioli e Lepore. In realtà avrebbero potuto esserci almeno altri due colleghi, nel senso che ne abbiamo parlato davvero del tema casa collegandolo alla vita della città e dei nostri cittadini, abbiamo parlato di integrazione, mobilità, fiscalità. Il materiale che è stato prodotto in questi giorni sarà letto con molta attenzione anche dai miei colleghi, perché insieme dovremo costruire le risposte alle domande che ci avete posto. Abbiamo anche sentito potenzialmente dei portatori di interessi diversi, che noi non vogliamo leggere in conflitto tra di loro e anzi leggiamo come complementari.
Puntualizzo soprattutto due temi. Il primo riguarda l'emergenza, il disagio e la serenità abitativa, che mi pare un termine molto bello e autentico. Alcune associazioni che si occupano nel privato sociale di marginalità hanno molto sottolineato il tema dell'emergenza. Occupandomi direttamente di emergenza abitativa voglio darvi dei dati perché so bene quello di cui stiamo parlando. Quando ci siamo insediati noi avevamo una lista per la transizione abitativa di 209 famiglie. Oggi le famiglie in lista per la transizione abitativa sono 28. Nel 2016 erano anche presenti più di 400 nuclei familiari a volte con bambini nelle varie occupazioni abitative. Cosa vuol dire, che non esistono quelle 28 famiglie che stanno aspettando un riparo serio, strutturato e confacente al loro bisogno? No, esistono e per ognuno di loro dobbiamo costruire una risposta. Esistono situazioni che facciamo fatica a intercettare, se ne occupano i servizi sociali. Proprio grazie al lavoro del privato sociale che qui ha rappresentato proposte, richieste e sollevato critiche e suggerimenti, grazie a una rete della città tutta siamo riusciti a accompagnare l'uscita di molte famiglie dal bisogno, perché abbiamo individuato appartamenti, stiamo gestendo residenze collettive in questo modo e risposto a un'emergenza grande.
Oggi abbiamo, come è normale che sia in una città così grande, altri bisogni. Qualcuno ha parlato del tema dei migranti, ci stiamo occupando anche di quello. I bisogni sono veramente tanti e diversi, in una città di 400 mila abitanti che cresce e che ha bisogno di case in affitto per redditi diversi, di case temporanee, di sollievo, di un dormitorio. Abbiamo bisogno di una risposta complessiva sull'emergenza e sulla programmazione del nostro sistema casa. Quindi questo dato era per me importante.
Qualcuno ha parlato di sfratti: guardate, non esiste che dalle case pubbliche Acer si sviene sfrattati dopo tre mesi di non pagamento del canone, vi assicuro che non è così. Dopo tre mesi arriva una lettera che segnala che forse non sei in ordine, dopodiché si può partire con una rateizzazione. Chi viene sfrattato dalla casa pubblica, salvo successivamente comunque venire preso in carico dai servizi sociali se ha una necessità abitativa, ha altre tipologie di problemi e altre entità di morosità. Insomma, il sistema complessivamente tutto il sistema Bologna, comprese le realtà del privato sociale e della Caritas, sta facendo tanto per far in modo che la nostra città, come diceva prima Clancy, sia un luogo dove non possono essere del tutto risolti i problemi di diseguaglianza, per ovvie ragioni di cui dovremmo parlare, ma certo perché non sia come altre città in Italia con situazioni molto più estreme.
Nella mia relazione di apertura avevo stilato velocemente un elenco di cose che stiamo facendo, perché il mio compito è dire quello che noi già facciamo, mio compito è dare delle risposte e dire cosa stiamo mettendo in campo. Quello che stiamo facendo, con fondi del Comune, caso unico nel panorama nazionale, va proprio a rispondere a molto di quello che è stato detto qui: più case pubbliche, più aiuti alle famiglie a basso reddito nella programmazione su cui stiamo lavorando. Certo, dobbiamo trovare ancora risorse, dobbiamo trovare ancora degli strumenti, adesso ripenseremo Ama, ripenseremo al fondo per l'affitto, perché vogliamo accompagnare le trasformazioni di questa città. Quindi siamo aperti a proposte e sollecitazioni e anche a rivedere politiche che abbiamo già in campo, perché il nostro obiettivo è quello di creare in città un sistema che sia il più equo possibile per le locazioni e che sappia dare risposte a tutte le sollecitazioni e richieste che provengono dai vari mondi che vogliono vivere nella nostra città. Anch'io penso che sia bellissimo che si torni a nascere nella nostra città, che si torni a crescere nella nostra città e che i numeri ci diano il senso di una città che si sa fare carico dei cittadini che qui vogliono venire ad abitare".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:46
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