Consiglio comunale, gli interventi d'inizio seduta della consigliera Emily Clancy
Di seguito, gli interventi d'inizio seduta della consigliera Emily Clancy (Coalizione civica). "Odissea casaSettembre, il lunedì dell’anno. Ma anche l’inferno per chi cerca casa, il mese in cui a lavoratori e famiglie in cerca...
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Di seguito, gli interventi d'inizio seduta della consigliera Emily Clancy (Coalizione civica).
"Odissea casa
Settembre, il lunedì dell’anno. Ma anche l’inferno per chi cerca casa, il mese in cui a lavoratori e famiglie in cerca si aggiungono gli studenti.
Nonostante i nuovi posti negli studentati, il mercato degli affitti è, come sempre, esacerbato.
Il costo di una stanza singola si aggira sui 447 euro mese, cosicché Bologna ha conquistato il podio delle città più care d’Italia per studiare: solo rispetto all’anno scorso si è registrato un aumento del 12%.
Una variazione del costo dell’affitto che non ha eguali in Italia, secondo i dati dell’ufficio studi di immobiliari.
Se Milano rimane la città più cara in assoluto, Bologna è praticamente al pari della seconda classificata Roma, con l’affitto medio di una singola di un solo euro in meno di quello che si paga nella capitale.
Gli iscritti alla nostra università sono 85000, di cui 40000 fuoriesce e 3 mila Erasmus.
Quali sono le opzioni per gli studenti e le studentesse?
Lo studentato Ergo, gli studentati privati, o gli appartamenti, in cui però c’è una forte concorrenza con i turisti, nel senso che i proprietari di casa hanno virato con decisione verso l’affitto breve turistico.
Ora finalmente non è più solo Coalizione Civica a dirlo, ma tutti gli studiosi e gli osservatori, oltre all’informazione locale.
Airbnb, Booking: è assalto al centro, in due anni sono raddoppiate le case affittate solo a turisti, l’80 per cento delle quali è sconosciuto al fisco. Vi è un vero e proprio rischio di bolla immobiliare.
In questa cronica situazione critica è una buona notizia che anche la Regione ora chieda il codice identificativo degli appartamenti, così come la House Card delle Acli, ma ci vuole un coordinamento vero e proprio fra associazioni, Comune e Università, per affrontare una volta per tutte il tema dei temi: il diritto alla casa in città.
Grazie alle oltre 2000 firme raccolte da Pensare Urbano il 20 settembre è convocata un’istruttoria pubblica sul tema della casa: finalmente l’occasione per confrontarci sul tema, per cercare di garantire il diritto alla casa, per regolamentare gli affitti brevi turistici, per parlare di una moratoria sugli sgomberi abitativi e di fondi per la morosità incolpevole.
Ricordo a tutte le cittadine e i cittadini interessati al tema che fino al 9 settembre c’è la possibilità di iscriversi, come associazioni e portatori di interesse, a intervenire in consiglio.
Cogliamo questa preziosa opportunità di partecipazione.
Prevenzione e lotta alla violenza di genere, solidarietà alla Casa delle Donne Lucha y Siesta
Nel 2008, a Roma, via Lucio Sestio 10 è diventata La Casa delle Donne Lucha y Siesta.
Un’abbandonata palazzina degli anni ’20 di proprietà dell’Atac è diventata uno spazio di democrazia dal basso, luogo materiale e simbolico di autodeterminazione delle donne.
Come si può leggere sui loro canali, “Un progetto di accoglienza abitativa e sociale al femminile che fornisce informazione, orientamento, ascolto e accoglienza alle donne che ne hanno necessità; dove si svolgono diverse attività culturali e produttive che rendono Lucha y Siesta uno spazio di socialità, condivisione di esperienze e competenze.
In questi anni tantissime donne con le loro esperienze di vita hanno attraversato la casa e l’hanno plasmata, rendendola un luogo che contribuisce a rimettere in moto le intelligenze femminili calpestate, a ridare loro forza e valore. Un punto di riferimento nel panorama cittadino, che lavora in sinergia con servizi sociali, centri antiviolenza, sportelli per il disagio sociale, con realtà e associazioni delle donne, in un’ottica di autonomia e non di assistenza.”
Ora Lucha y Siesta è sotto sgombero. Comune, Atac e Tribunale hanno deciso: la Casa delle donne Lucha y Siesta chiusa tra pochi giorni.
La decisione è arrivata a fine agosto, con una lettera che annuncia l'interruzione delle utenze per il 15 settembre e l'immediato sgombero dello stabile.
Dunque Atac, affogato dai debiti per una storica cattiva gestione, svenderà il suo patrimonio, e il Comune di Roma, che del contrasto alla violenza contro le donne ha fatto grandi proclami, permette di decretare la fine di una delle esperienze socio-culturali più preziose in città e la soppressione del Centro e della Casa rifugio per donne che vogliono uscire dalla violenza più grande di Roma e della Regione Lazio.
L’accelerazione delle procedure di sgombero arriva peraltro dopo le inconsistenti rassicurazioni da parte delle istituzioni locali dell'ultimo anno, gettando nello sconforto le 15 donne e 7 bambini che attualmente vivono nella struttura, oltre a tutte le persone che quotidianamente la attraversano.
“La politica ha abdicato alla sua funzione pubblica per nascondersi dietro procedure giudiziarie e burocratiche, preoccupandosi come sempre degli interessi di pochi piuttosto che del benessere di milioni di persone che ci vivono”, denunciano le attiviste.
Da Bologna, come Coalizione Civica, ci uniamo all’appello che ha raccolto più di 163.000 persone, per portare luce su questa vicenda e chiedere alle istituzioni romane di non abdicare alla loro funzione politica e di tutelare quest’esperienza e le donne e i minori che la attraversano".