Question Time, chiarimenti su conciliazione dei tempi di lavoro e di cura della famiglia
L'assessora Susanna Zaccaria ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Federica Mazzoni (Partito Democratico) su conciliazione dei tempi di lavoro e di cura della famiglia.Domanda della co...
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L'assessora Susanna Zaccaria ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Federica Mazzoni (Partito Democratico) su conciliazione dei tempi di lavoro e di cura della famiglia.
Domanda della consigliera Mazzoni
"Visti gli articoli di stampa sul tema della conciliazione tra lavoro e maternità; domanda al Sindaco e alla Giunta di esprimere una valutazione politica amministrativa sull’aumento delle dimissioni dal posto di lavoro da parte di neomamme; di conoscere quali sono le politiche e le azioni dell’Amministrazione comunale in tema di conciliazione dei tempi di lavoro e famiglia".
Risposta dell'assessora Zaccaria
"I dati relativi alle dimissioni volontarie non ci stupiscono, perché proprio come ha già segnalato lei, noi abbiamo fatto già diversi approfondimenti, in particolare in commissione "Parità e pari opportunità" abbiamo effettuato almeno due udienze conoscitive, anche con i rappresentanti dell'Ispettorato del lavoro e quindi abbiamo ben presente questa situazione.
Quello che colpisce dei dati che sono usciti sulla stampa è l'aumento del 23%, che sembra molto elevato da un anno all'altro. Però, leggendo bene l'articolo, sembra che abbiano cambiato alcune modalità di rilevazione. Quindi uno degli articoli spiega che il parametro andrà verificato nei prossimi mesi, perché cambiando la modalità di rilevazione, il dato potrebbe non essere in linea con la raccolta degli anni precedenti.
Di sicuro anche da questi dati viene confermato quello che diceva: che la principale causa di dimissioni volontarie e risoluzioni consensuali del rapporto di lavoro per le donne è la nascita di un figlio, per cui le donne stanno a casa; mentre la stessa causa è presente anche per gli uomini ma solo in bassa percentuale, in quanto gli uomini si dimettono nella maggior parte dei casi per aver trovato un'altra occupazione, presumibilmente quindi a condizioni più favorevoli. Quindi c'è un ragionamento di sacrificare uno stipendio più basso o il fatto che andare a lavorare per utilizzare quei soldi per pagare una baby sitter, sono scelte che evidentemente penalizzano le donne che si trovano costrette a farle. Da un alto è evidente che è necessario anche per noi, con le competenze che abbiamo e nei limiti in cui ci possiamo muovere, pensare a politiche per l'eliminazione di ogni tipo di discriminazione nei luoghi di lavoro a partire dal divario salariale e dalla possibilità per le donne di accedere a ruoli apicali e una riflessione per garantire la necessaria flessibilità e possibilità di compensare i tempi di lavoro con l'accudimento familiare.
L'implementazione di queste politiche però, e lo sottolineo con forza, va necessariamente integrata con forti azioni di sensibilizzazione e contrasto agli stereotipi di genere, perché se noi non agiamo verso un cambiamento dei ruoli di uomo e donna all'interno della famiglia, difficilmente potremo pensare che strumenti come il congedo di paternità vengano chiesti e utilizzati. Sappiamo che parliamo di veramente poco, per quanto riguarda la nostra legislazione, però potenzialmente è chiaro che sarebbe uno strumento che, se implementato, potrebbe riequilibrare un po' il lavoro di cura. Cura che, ricordiamo, non è solo di figli piccoli, è anche di genitori anziani, che rimane comunque molto più a carico delle donne che degli uomini nelle famiglie.
Molto importante è anche il ruolo dell'ispettorato del Lavoro, che fa un lavoro molto approfondito di informazione sui diritti che non sempre sono conosciuti. Con l'Ispettoraro del Lavoro ci sono molti contatti, tramite l'assessore Lombardo, con il quale come Pari opportunità abbiamo avviato una riflessione condivisa su lavoro e pari opportunità per attuare questo tipo di progetti. Sono quindi già avviati confronti per individuare azioni mirate ad affrontare varie criticità del nostro mercato del lavoro. In più ci sono delle azioni specifiche, una mi preme riferirla è che all'interno del progetto Insieme per il lavoro è stato realizzato il Bilancio di genere, la verifica delle azioni poste in essere è stata visualizzata per genere, per verificare che vi siano più possibilità di inserimento occupazionale delle donne anche all'interno degli obiettivi e dei target previsti dalla legge 14, quindi le più difficili, quelle che vedono persone con fragilità e con disoccupazione di lunga durata.
Occorre contrastare anche il tasso di disoccupazione giovanile femminile, di donne che non riescono a entrare nel lavoro e donne che ne escono appunto perché diventano madri, anche intervenendo sul diverso costo del lavoro e individuando forme di incentivo per le imprese che assumono, perché è un fatto che il costo del lavoro sia maggiore e chiaro che necessita di una qualche forma di compensazione. Poi la parte su cui non entro in merito ora, è quella dell'accesso ai servizi educativi perché offre delle alternative.
Per quanto riguarda invece l'Amministrazione comunale al suo interno, ricordo che il personale è costituito da circa il 74% di donne, su circa 4200 dipendenti, quindi una presenza molto forte del lavoro femminile. Ci sono molte sono iniziative e progetti volti alla conciliazione: ricordo velocemente l'introduzione nel Comune del lavoro agile, lo smart working, con la quale è stato approvato il protocollo d'intesa per la realizzazione del progetto "VeLA Veloce, Leggero, Agile – Smart Working per la Pubblica Amministrazione”. Il tema dello smart working si distingue da quello del telelavoro, perché non è semplicemente una questione di conciliazione dei tempi della vita delle persone con i tempi di lavoro, ma è anche un cambio radicale della possibilità di svolgere la propria attività in funzione del raggiungimento di obiettivi e non necessariamente di un luogo dove ti collochi per un certo numero di ore al giorno. Un'ottica un po' lontana dal modo in cui siamo abituati a pensare tradizionalmente e proprio per questo è necessario esplorarla. Da ultimo, ricordo l'adozione del Piano di azioni positive, che viene aggiornato annualmente e che ha proprio l'obiettivo di favorire l’uguaglianza sostanziale sul lavoro tra uomini e donne e che ha come obiettivi principali quello di attuare politiche di conciliazione tra vita privata/lavoro e quanto necessario per consentire la diffusione della cultura delle pari opportunità. Invito a consultarlo, perché viene aggiornato anno per anno e ci sono azioni e principi molto interessanti che noi attuiamo all'interno dell'Amministrazione".