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Question Time, chiarimenti sulla situazione del Pronto soccorso oculistico del Sant'Orsola

L'assessore Giuliano Barigazzi ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega Nord) sulla situazione del Pronto soccorso oculistico del Sant'Orsola.Domanda della consigl...

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L'assessore Giuliano Barigazzi ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega Nord) sulla situazione del Pronto soccorso oculistico del Sant'Orsola.

Domanda della consigliera Cocconcelli
"Una denuncia ai Carabinieri del Nas ed all'Isp del Lavoro da parte del Sindacato Cimo in merito alla situazione "fuori controllo" del PS oculistico Policlinico Sant'Orsola. Considerato che nei primi mesi del 2018, sono transitati dal PS oculistico 20.042 pazienti (91.1 % di codici bianchi che potevano essere trattati dal medico generico!!!) a fronte di soli 6 oculisti in servizio, a cui viene negata anche la pausa pranzo, in quanto lavorano almeno 14 ore consecutive, con violazione palese dell'orario di servizio e di riposo tra un turno e l'altro. Chiedo alla Giunta ed al Sindaco quali politiche intendano adottare per evitare ulteriori disservizi nell'ambito dell'assistenza ai pazienti e come intendano tutelare i lavoratori del comparto sanitario del PS oculistico del Policlinico Sant'Orsola".

Risposta dell'assessore Barigazzi
"Io sui numeri ci vado sempre un po’ cauto, perché naturalmente questo balletto di cifre va confermato, forse ci sono altri luoghi rispetto al question time su cui confrontarsi sulle cifre, anche perché quelle che mi ha fornito la direttrice generale del Sant’Orsola differiscono un po’ da quelle che sono uscite sui giornali. Quindi, per le cifre preferirei utilizzare una certa cautela, ovviamente possiamo rimandare la discussione alle commissioni o ad altri luoghi in cui guardare più accuratamente queste cifre, così come quelle delle liste d’attesa, specie per l’area specialistica: in Emilia-Romagna sono ormai al 90% rispettati i tempi, quelli chirurgici, come sa, vanno spacchettati, nel senso che ci sono indici molto alti di liste d’attesa che stanno dentro i tempi, ce ne sono altre che sicuramente sono critiche anche perché spesso il Sant’Orsola è un punto di riferimento regionale e nazionale e non fa i conti solo con la parte che riguarda Bologna, ma sconta il fatto di essere un centro di livello regionale e nazionale. Detto questo, le cifre che mi ha messo nero su bianco la dottoressa Messori erano diverse da quelle, in queste veniva specificato che il dato dei 20 mila accessi è riferito all’anno e non ai primi mesi, quindi stiamo parlando di 60 accessi al giorno al pronto soccorso nel 2018 e di 59 nel 2017. Poi arriverò al tema che lei giustamente pone, ovvero quello dei codici bianchi, cioè di una soverchiante maggioranza di codici bianchi, che evidentemente ingolfano il pronto soccorso, ingolfano non è il termine più appropriato, perché è un loro diritto recarsi lì, ma sicuramente questa situazione deve essere oggetto di riflessione. Devo dire che, sempre la Direzione Generale, precisa che le attività di pronto soccorso sono attività di appannaggio di due unità operative, quella del Professor Chiari e quella del Professor Ciardella e i medici disponibili sono 13, inclusi i due direttori, così come mi precisano che i turni di servizio non sono di 14 ore, perché non possono esserlo, e mi dicono che i livelli di copertura oraria per la disciplina oculistica per le attività ambulatoriali iniziano alle 8 terminano alle ore 20. La decisione dell’articolazione oraria di tale copertura, cioè unico turno di 12 ore piuttosto che due turni di 6 ore, è lasciata alla scelta libera dei direttori di unità operativa in ragione delle altre attività cliniche da garantire. Questo per chiarire un po’ e contestualizzare meglio quello che dicevamo. So che è stata già calendarizzata riunione che si terrà lunedì con le due unità operative e con cui saranno affrontate queste tematiche, ovviamente ho suggerito alla direttrice, che sicuramente lo farà, di continuare comunque naturalmente l’interlocuzione con le organizzazioni sindacali, perché al di là dei toni piuttosto accesi che ci sono stati, mi pare inderogabile continuare il dialogo. Diverse invece sono le ultime due cose che voglio dire, cioè che anch’io ritengo opportuno che sia oggetto di valutazione un progetto di riorganizzazione del pronto soccorso oculistico andando a valutare orari, riorganizzazione del lavoro e anche cercando di definire con tutti gli interlocutori i criteri di accesso più appropriati al servizio, perché mi pare che questo sia il tema fondamentale, è importante dire quanto sia necessario inviare sempre le persone nel posto dove possono ricevere la cura più opportuna con il professionista giusto. Credo che inviterò in conferenza territoriale e metropolitana il direttore del Sant’Orsola e il direttore dell’Ospedale Maggiore a confrontarsi anche con l'Ausl, con il pronto soccorso oculistico del Maggiore, oltre che con le cure primarie, perché mi pare questi possano essere i soggetti in cui inquadrare miglioramenti e riorganizzazione del pronto soccorso e perché ovviamente l’intreccio tra territorio e ospedale può andare a risolvere il 90% dei codici bianchi, che vanno a loro volta ulteriormente capiti e compresi. Quindi, anche nell’interlocuzione con l’azienda territoriale credo si possa trovare una soluzione e anche attraverso l’interlocuzione con le organizzazioni sindacali. Questo tema sarà all’attenzione della conferenza e sarà fatto invito a fare un progetto o un cammino di questo tipo, perché ovviamente qualche problema c’è, ma nel contesto che ricordavo prima. Questo tema che non è solo contrattuale, ma di valorizzazione di tutte le professioni, sia mediche che infermieristiche, è un tema nazionale molto grande, noi ci possiamo fare poco se non segnalare che questo paese sta dentro una china e che il tema delle professioni, comprese quella chirurgica, quella ortopedica, va affrontato a tutti i livelli e con diverse idee di incentivazione per chi fa quel mestiere. Questo è un elemento nazionale che va al di là delle ideologie e credo che vada affrontato come fatto fondamentale per il futuro del nostro servizio sanitario, compresa l’età molto alta dei medici: più del 50% hanno più di 55 anni in Italia, mentre in altri paesi d’ Europa siamo alla metà di questa cifra perché ci sono forze giovani che vanno dentro, quindi tutto il sistema contrattuale e incentivante va valutato".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:45
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