Question Time, chiarimenti sulle condizioni di lavoro dei riders
L'assessore al Lavoro Marco Lombardo, nel corso della seduta di Question Time di oggi, ha risposto alla domanda d'attualità del consigliere Federico Martelloni (Coalizione civica) sulle condizioni di lavoro dei ciclofattorini. Domanda d'attual...
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L'assessore al Lavoro Marco Lombardo, nel corso della seduta di Question Time di oggi, ha risposto alla domanda d'attualità del consigliere Federico Martelloni (Coalizione civica) sulle condizioni di lavoro dei ciclofattorini.
Domanda d'attualità del consigliere Martelloni
"Viste le notizie di stampa relative alle nuove condizioni contrattuali dei ciclofattorini di Glovo e le conseguenti mobilitazioni; chiede al Sindaco e alla Giunta: una valutazione politico amministrativa in merito a tale circostanza, ad un anno dalla sottoscrizione della carta dei diritti dei lavoratori digitali; chiede se e quali iniziative intendano mettere in campo per fare in modo che le condizioni di lavoro dei ciclofattorini siano rispondenti ai contenuti e alla filosofia della carta".
Risposta dell'assessore Lombardo
"Grazie presidente, ringrazio il consigliere Martelloni, conosco bene la passione e la competenza che ha verso la materia, verso l’argomento dei riders e, più in generale, dei lavoratori della gig economy. Condivido molte delle cose che lei ha detto consigliere, a partire dall’idea che, mentre nella risposta precedente il tema era un bilanciamento tra le libertà di iniziativa economica, la concorrenza e la sostenibilità ambientale, la tutela della salute, qui il tema è la concorrenza, la libertà dell'iniziativa economica e la sostenibilità sociale, a partire dalla tutela dei diritti del lavoratore, a partire dalla sicurezza dei lavoratori, e quindi della sicurezza di tutta la città. Come lei ha ricordato, noi siamo stati i primi. Grazie, io lo ricordo sempre alle manifestazioni nate da Riders Union perché è giusto ricordare la storia. Grazie alle attività fatte da Riders Union, siamo riusciti a promuovere come amministrazione comunale, assieme alle organizzazioni sindacali la sottoscrizione della carta. E che cosa abbiamo dimostrato? A mio avviso con la carta, abbiamo dimostrato una cosa fondamentale, anzi due: la prima è che il nostro compito non è semplicemente quello di applicare e fare rispettare la legge, ma anche quello di far qualcosa in più rispetto alla norma, alzare il livello di tutela e dei diritti dei lavoratori. Alzare il livello di tutela della sicurezza dei cittadini è a mio avviso qualcosa che ci richiede un passaggio politico e anche culturale che vada oltre il semplice dettato normativo. Dall’altro lato abbiamo tolto un alibi alle piattaforme: il fatto di dire che questo sistema, cioè quello che prevede un innalzamento del costo del lavoro agganciato al contratto collettivo nazionale, fosse economicamente non sostenibile. Perché abbiamo dimostrato che, se questo modello può essere sostenibile per alcune piattaforme, in particolare mi riferisco a una piattaforma italiana come Sgnam e MyMenù e che oggi che ha trovato la firma di Domino’s Pizza, una multinazionale americana, se, dicevo, questo modello è sostenibile economicamente per alcune di queste piattaforme, come non può essere sostenibile economicamente per altre piattaforme che fanno centinaia di milioni di euro di utili l’anno? Non è un problema di insostenibilità economica, è un problema di scelta politica, è un problema di modello aziendale, è una scelta. Non è vero che non si può fare, non si vuole fare. Io credo che non ci sia nulla di innovativo in algoritmi che fanno ritornare al cottimo. Questo non è il futuro, questo è il passato. È da vietare il cottimo che, tra l’altro, non solo in un qualche modo scarica la responsabilità del risultato aziendale sui lavoratori, ma che aumenta l’insicurezza dei lavoratori, perché per raggiungere quel numero di consegne sono costretti ad andare più veloci, è un problema anche di sicurezza delle strade, è un problema di sicurezza della città. Dall’altra parte c’è un altro grande alibi che ancora rimane alle piattaforme, che è quello di dire "Benissimo, la carta è di Bologna", ma se lo facciamo a Bologna poi lo dobbiamo fare in altre città ed è quello che noi diciamo: fatelo. Per fare questo, le altre città possono seguire il nostro esempio oppure, e sarebbe cosa ancora migliore, si dovrebbe fare una legge italiana che estenda il modello della Carta di Bologna a tutti i territori. Qualche giorno fa è uscita la notizia della presentazione di un disegno di legge: è stato scritto sul Sole 24 ore, su Wired, su altri giornali, che quel disegno di legge riprende il modello della Carta di Bologna. Bene, il Governo vuole assumersi l’impegno finalmente di mantenere la promessa sul tema dei riders dopo tante promesse, l’ultima lo ricordo era di luglio 2018. Faccia una cosa concreta, faccia passare quella legge, perché finché non lo farà, sarà complice di quello che fanno oggi piattaforme come Glovo. Quindi piena solidarietà ai lavoratori e ai riders che oggi sciopereranno perché l’atteggiamento di Glovo non è in linea con gli strumenti della carta. Il 31 maggio, come veniva ricordato, sarà un anno. Io voglio promuovere insieme a tutti voi, un appuntamento di riflessione, non di celebrazione della Carta, perché la Carta potrà essere celebrata solo quando tutte le piattaforme l’avranno sottoscritta e solo quando verrà estesa ad altre città. Fino ad allora è uno strumento importante che dobbiamo rendere sempre più forte, sempre più largo. Quindi ci porremmo il tema dei disincentivi come giustamente chiedeva il consigliere Martelloni, perché è arrivato il momento anche di capire che chi non la sottoscrive sta facendo dumping sociale. Quindi da questo punto di vista c’è la nostra disponibilità, c’è la nostra volontà, io ho provato a contattare i referenti di Glovo, purtroppo senza risposta, rimango sempre disponibile ad incontrarli immediatamente e in qualsiasi momento per cercare di portarli alla firma della Carta, perché ricordo perfettamente che cosa i rappresentanti avevano detto sulla Carta e quale era il loro giudizio positivo su questa attività dell’amministrazione. Bene, oltre ad un giudizio positivo, forse dopo un anno è arrivato il momento di prendersi degli impegni, non tanto nei confronti dell’amministrazione, ma nei confronti dei lavoratori e nei confronti della città.”